Le organizzazioni malavitose sono pronte a sfruttare le difficoltà finanziarie di imprese e cittadini legate alla pandemia da Coronavirus. Questo lo potevamo immaginare, data la crisi economica e finanziaria dovuta al Covid-19, che nel 2020 ha avuto il suo anno orribile.
La conferma viene dalla relazione presentata al Parlamento dalla Dia (Direzione Investigativa Antimafia) e resa nota nei giorni scorsi.
Cosa emerge dalla relazione sulla criminalità organizzata? Il dato che più colpisce, oltre a confermare il collegamento fra interessi criminali e situazione pandemica, è che la grande criminalità – ‘ndrangheta, mafia, camorra, sodalizi pugliesi – è sempre meno visibile sul piano militare.
Le azioni della criminalità organizzata, potremmo dire, si spostano dagli omicidi agli affari all’apparenza puliti. I criminali, in connessione con la malavita dei colletti bianchi, vogliono mettere le mani – e ci stanno riuscendo – nell’economia “pulita” per fare affari.
Investono nelle imprese messe in ginocchio dalla crisi pandemica, per riciclare il denaro sporco della droga, della prostituzione, delle estorsioni e del malaffare, del gioco d’azzardo e delle scommesse clandestine.
Il tutto con alleanze con le organizzazioni criminali straniere: russi, albanesi e nigeriane.
Covid-19 e criminalità organizzata: le mani della malavita sull’economia
Il perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha accentuato le conseguenze negative sul sistema sociale ed economico italiano originate dalle misure resesi necessarie per contenere l’espandersi del contagio.
E’ il dato di fondo che emerge dalla Relazione semestrale al Parlamento sull’attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) relativa al secondo semestre 2020.
Di tale situazione, che vede in difficoltà finanziaria imprese e cittadini, potrebbero approfittare le organizzazioni malavitose. La grande criminalità, infatti, è sempre più orientata verso una sorta di metamorfosi evolutiva, con mire e interessi nel sistema imprenditoriale.
Con la Covid economy, inoltre, le mafie che ora potrebbero rivolgere le proprie attenzioni operative verso i fondi comunitari che giungeranno a breve grazie alle iniziative del governo. Iniziative assunte per assicurare un tempestivo sostegno economico in favore delle categorie più colpite dalle restrizioni connesse all’emergenza sanitaria.
Inoltre, i sodalizi mafiosi – si legge ancora nella relazione – potrebbero utilizzare le ingenti risorse liquide illecitamente acquisite per aiutare privati e aziende in difficoltà. Questo al fine di rilevare o asservire le imprese in crisi.
Una strategia mafiosa che si rivelerebbe utile anche per il riciclaggio e per l’infiltrazione nei pubblici appalti.
Proprio per contrastare le contaminazioni mafiose nel sistema economico e sociale, l’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso – istituito nel mese di aprile 2020 e guidato dal direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi – ha continuato ad esaminare attentamente il fenomeno.
Il documento presentato oggi, quindi, è orientato all’analisi e interpretazione delle possibili strategie d’azione e linee di tendenza evolutive, soprattutto sul piano imprenditoriale nel medio-lungo periodo, delle organizzazioni mafiose che non conoscono confini di settore e geografici.
La relazione, attraverso lo studio dei macro fenomeni criminali, analizza i principali gruppi malavitosi.
La ‘ndrangheta si conferma come un’organizzazione unitaria, territoriale e saldamente strutturata su vincoli di parentela. Ed esprime un sempre più elevato livello di infiltrazione nel mondo politico-istituzionale, ricavandone indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche.
In Sicilia coesistono organizzazioni criminali eterogenee che seguono dinamiche diversificate sia pure con la storica preminenza di cosa nostra.
La camorra si conferma quel macro-fenomeno criminale connotato da un potere mafioso espresso da alcune grandi e consolidate organizzazioni tra loro autonome.
Per quanto attiene ai sodalizi pugliesi, varie sono le espressioni criminali legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento.
Un focus è dedicato alle organizzazioni criminali straniere in Italia con sodalizi attivi nel narcotraffico, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani. Il tutto finalizzato allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro irregolare.
Tra i clan più strutturati, quelli nigeriani, albanesi e cinesi.
Il documento della Direzione Investigativa Antimafia contiene, inoltre, analisi e approfondimenti su:
- appalti pubblici (con le attività svolte dalla Dia in tale settore strategico per l’economia nazionale);
- criminalità organizzata italiana all’estero e relazioni internazionali; attività di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio;
- sodalizi mafiosi nei settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse (betting), con circuiti paralleli a quello legale allo scopo sia di riciclare, sia di incrementare le cospicue risorse a disposizione.
Criminalità organizzata: l’attività della Dia
L’aggressione ai patrimoni illecitamente conseguiti dalle organizzazioni criminali ha visto la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) protagonista in attività preventive sia su propria iniziativa, sia a seguito di delega dell’Autorità giudiziaria competente.
Sono stati sequestrati beni alla ‘ndrangheta per un valore di 52.949.419 euro, a Cosa nostra per un valore di 165.652.138 euro, alla camorra per un valore di 10.000.000 euro, alla criminalità pugliese e lucana per un valore di 300.000 euro, ad altre organizzazioni criminali italiane e straniere per un valore di 58.539.492 euro.
Nel complesso, sono stati, inoltre, confiscati beni alle organizzazioni criminali per un valore di 181.134.492
Ispezionati 26 cantieri in seno ai quali si è proceduto al controllo di 545 persone fisiche, 138 imprese e 353 mezzi. Eseguite 6.394 richieste di accertamenti antimafia a carico di 32.956 imprese e di 7.863 persone fisiche ad esse collegate.
Sono stati 364 i provvedimenti interdittivi emessi dagli Uffici territoriali del Governo e comunicati all’Osservatorio centrale appalti pubblici della Dia.
Sono un giornalista, scrittore e media analyst irriverente. Insegno Comunicazione Interculturale, Giornalismo e Multimedialità all’Università di Verona. Ti aiuto a capire i media e la comunicazione per poterli usare con efficacia e profitto. Come? Con il pensiero critico, la comunicazione autentica e l’approccio umanistico applicati al mondo del crimine e della giustizia. Iscriviti alla newsletter Crime Window & Media. Per contattarmi: direttore@ilbiondino.org