Caso Sutter-Bozano /9
L’avvocato di Bozano smentisce una conoscenza con Milena. Dubbi della Questura sul sequestro.
Caso Milena Sutter, l’avvocato di Lorenzo Bozano, Francesco Marcellini, dichiara ai giornali genovesi dell’epoca, che il suo cliente non ha mai conosciuto la giovane sparita all’uscita della Scuola Svizzera di Genova, il 6 maggio 1971.
Intanto, dalla Questura – per voce del capo della Squadra Mobile, Angelo Costa – filtrano i dubbi sul fatto che quello di Milena sia davvero un sequestro. I presunti rapitori non si sono più fatti vivi.
Questi i due punti importanti della nona puntata della ricerca Cronaca & Storia sul Caso Sutter-Bozano, attraverso i giornali del tempo.
Bozano nega ogni contatto con Milena Sutter
La dichiarazione dell’avvocato Marcellini sul fatto che Bozano non ha mai conosciuto o incontrato Milena Sutter ha un suo perché.
La presa di posizione del legale è a seguito della notizia che Lorenzo Bozano sarebbe stato visto in compagnia di Milena Sutter.
Un testimone confermerebbe l’ipotesi degli inquirenti che il cosiddetto “biondino della spider rossa” e la giovane studentessa si conoscessero.
Data la grande riservatezza che avvolge il caso, questa indiscrezione non è stata confermata né smentita.
Il sostituto procuratore della Repubblica, Nicola Marvulli, ha ascoltato Bozano per poco più di mezz’ora nel suo ufficio di Palazzo Ducale. Pare ci sia stato un confronto con il ‘supertestimone’.
“Nessun confronto, solo un interrogatorio” commenta l’avvocato Marcellini ai giornalisti del Corriere Mercantile.
“Il mio cliente si è ripetutamente dichiarato estraneo al rapimento di Milena Sutter. Egli ha smentito nel modo più assoluto di avere mai avuto contatti sia con la ragazza, sia con la famiglia”, continua l’avvocato.
“Non vedo perché dovrebbe aver taciuto su un particolare così determinante, come quello costituito da un suo eventuale incontro, sia pure occasionale, con la giovane”, conclude Marcellini.
Poco dopo, dallo stesso ufficio del magistrato Marvulli, è uscita una signora bionda, ritenuta essere la testimone.
“Mi auguro che la vicenda della povera Milena si chiarisca al più presto e nel migliore dei modi”, ha affermato la sconosciuta sempre al Corriere Mercantile.
Gli inquirenti si sono limitati a dire che la signora è solo una delle tante persone interrogate.
La testimone è una signora bionda, titolare di una lavanderia. Incalzata dalle domande, dice di non ricordare nulla.
Le viene chiesto se Bozano le ha portato un paio di calzoni sporchi di fango, qualche giorno prima del rapimento di Milena Sutter, come da lui sempre sostenuto.
“Non so, non so. Io lavo solo a secco, non ho la macchina per fare certi lavori”, conclude la testimone.
Continuano le ricerche di Milena
Non si placano le ricerche da parte di polizia e carabinieri per trovare Milena Sutter, 13 anni, figlia del noto industriale della cera, Arturo Sutter.
Dopo la svista della villa di Sarissola di Busalla, le indagini si sono concentrate nello specchio d’acqua antistante il palazzo dei Congressi alla Fiera del mare di Genova.
Si è sparsa voce infatti che i sommozzatori stessero cercando Milena. Ciò farebbe crollare l’ipotesi di rapimento a scopo di estorsione.
Gli inquirenti smentiscono, “si trattava solo di un’esercitazione”, a detta del capo della Squadra Mobile Angelo Costa, da quanto si legge in prima pagina sul Secolo XIX del 14 maggio 1971.
Inoltre, sono state fatte altre due perquisizioni. Le forze dell’ordine si sono recate a Cuneo, in una stanza dove ha alloggiato Lorenzo Bozano.
Non sono noti i motivi che hanno spinto gli inquirenti a fare quel controllo. Come non sono noti gli esiti di tale perquisizione.
Perquisito senza successo anche un casolare abbandonato in una zona sopra Pieve Ligure. L’abitazione è molto isolata, in una stradina interna che dal mare porta alla costa.
Infine, sono stati resi noti i risultati della perizia effettuata dal professor Giorgio Chiozza, riguardo alla natura di un graffio sulla mano del sospettato; e di una macchia di sangue trovata sui calzoni del giovane.
Gli esiti sembrano confermare le tesi di Bozano. Il graffio non è stato causato da un’azione di difesa e il sangue appartiene al giovane.
Dubbi sul rapimento di Milena Sutter
Avvicinato dai giornalisti, il capo della Mobile, Angelo Costa, nutre ancora fiducia sulla possibile liberazione della ragazza.
“Vorrei scartare l’ipotesi del maniaco sessuale, è la più preoccupante”, commenta Costa ai cronisti del Secolo XIX.
Il capo della Squadra Mobile spera che i rapitori attendano che si calmi il clamore sulla vicenda e si facciano vivi.
Tuttavia l’ipotesi del sequestro di persona non trova più unanimi consensi, anche negli stessi investigatori, secondo quanto si legge sui giornali genovesi del 14 maggio 1971.
Il silenzio dei rapitori dura da diversi giorni. Non si hanno più notizie dalla telefonata, effettuata prima che il caso diventasse di dominio pubblico, che ricevette Arturo Sutter all’indomani della scomparsa della figlia Milena, la mattina del 7 maggio 1971.
“Fu una richiesta veloce. Da allora non si sono fatti più vivi”, commenta agli stessi cronisti Angelo Costa.
“Ma non perdiamo la speranza. Ci sono dei sequestri in Sardegna che durano trenta o quaranta giorni. Noi non interferiremo con la famiglia”, continua il capo della Mobile.
Lascia dubbi e perplessità anche il fatto che Milena sia sparita in pieno giorno a Genova, in strade affollate. “Secondo logica sembra impossibile“, conclude Costa.
Gli inquirenti dicono che la giovane studentessa potrebbe aver accettato un passaggio da un conoscente che le dava fiducia.
L’ipotesi va tuttavia a scontrarsi con le dichiarazioni dei genitori di Milena, i quali sostengono che Milena non sarebbe mai salita in macchina di sconosciuti o semplici conoscenti.
Lorenzo Bozano: “Tutto si ritorce contro di me”
Intervistato dal Secolo XIX, Lorenzo Bozano accusa i recenti testimoni che si sono presentati al pubblico ministero Marvulli per sostenere di aver visto il giovane della spider rossa da qualche parte.
“Saltano fuori come i funghi. Dopo una settimana loro ricordano improvvisamente tutto: io ero qui, io ero là”, esordisce Bozano.
Afferma che sono degli irresponsabili e che la loro leggerezza può causargli molti problemi.
“So di essere al centro dell’attenzione generale. Mi sento addosso gli occhi di tutti. Sono innocente, ma non posso dimostrarlo“, sostiene il giovane.
Fra i testimoni si è presentato Flavio Burlando, l’amico di Bozano che aveva sostenuto di averlo visto il pomeriggio del 6 maggio 1971, quando scomparve Milena.
Burlando è stato accusato di falsa testimonianza prima di ritrattare davanti al magistrato Marvulli. Si era sbagliato sul giorno in cui aveva incontrato Bozano in via XX Settembre.
Davanti agli inquirenti è stato lo stesso Lorenzo Bozano a negare quanto dichiarato da Burlando.
“Se fossi colpevole, mi sarei aggrappato a te come un’ancora di salvezza. Invece ho detto subito che ti sbagliavi”, commenta Bozano ai giornalisti del Secolo XIX.
“Questa in fondo si potrebbe anche considerare una prova della mia innocenza“, conclude il giovane.
Andrea Brando
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Foto di copertina: thanks to Sorin Cicos (Unsplash)
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org