Sul canale YouTube “Anna True Stories” la storia raccontata con Davide Mascitelli di “Crimini Italiani”.

La vicenda di Lucia Annibali, sfregiata al volto con l’acido nel 2013 dall’ex fidanzato Luca Varani, viene raccontata in un podcast sul canale YouTube Anna True Stories.
 
La realizzazione vede la partecipazione – nell’ambito dell’appuntamento di Anna True Stories – di Davide Mascitelli, amministratore del gruppo Facebook “Crimini Italiani”. E la collaborazione di Giovanni Langella.
 
Lucia Annibali - Anna True Stories-min
 

Lucia Annibali, sfregiata al volto con l’acido

Le lesioni inferte a Lucia Annibali, sfregiata al volto con l’acido, erano tanto gravi da mettere in “pericolo la sua vita”.
 
La stessa scelta di sfregiare con l’acido nel 2013, e anche il “regime di vita, l’assunzione di stupefacenti, la condotta processuale e l’assenza di pentimento” hanno portato i giudici a emettere una pena alta e a non considerare attenuanti nei confronti dell’autore del gesto.
 
Lo scrive la Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui, nel 2016, ha condannato in via definitiva l’ex fidanzato di Lucia, Luca Varani, a 20 anni per tentato omicidio e stalking, e a 12 anni per Altistin Precetaj e Rubin Talaban esecutori dell’attacco con l’acido.
 
L’uomo era stato condannato a 20 anni con il rito abbreviato in primo grado e in appello.

LUCA VARANI, MANDANTE DELLA VIOLENZA SULLA DONNA

“Le sentenze di merito indicano tutti gli elementi che in progressione evolutiva delle investigazioni hanno indotto a ritenere provato con certezza il ruolo dell’imputato nella sua qualità di mandante”, prendendo le mosse dalle stesse dichiarazioni della vittima che subito aveva rivelato il suo sospetto.
 
La Cassazione evidenzia che gli elementi di prova “sono molteplici”, comprese le tracce di acido trovate nella macchina che Varani stava per rottamare, e vanno nella stessa direzione della “confessione” che l’uomo aveva fatto al suo compagno di cella allo scopo di prendere contatto coi due albanesi per concordare una versione.
 
I giudici di merito, hanno ricostruito “ampiamente il fatto, collegandolo alla relazione sentimentale” tra Varani e Lucia che era finita nell’ottobre 2012, qualche mese prima dell’attacco.
 
La Cassazione, sottolinea come nel processo si sia dimostrato il reato di atti persecutorio: si è dato conto “della continua presenza del Varani nello stabile della Annibali, delle incursioni presso la struttura sportiva frequentata dalla ragazza e dello stato d’animo che comportamenti siffatti avevano ingenerato nella vita” di Lucia.
 
Lucia Annibali - Luca Varani
Luca Varani, a sinistra, e Lucia Annibali
 

SERIE DI AZIONI PER “CONTROLLARE” L’EX FIDANZATA

Varani era arrivato, come ricostruito in sentenza, a iscriversi nella piscina frequentata dalla donna, dando un nome falso, Marco Guerra, e un numero di cellulare inesistente al solo scopo di tenerla sotto “controllo” ed entrare negli spogliatoi femminili dove teneva le sue cose.
 
Poi si era impossessato delle sue chiavi. Lucia aveva una copia in macchina ma non le aveva più trovate.
 
Aveva infine manomesso la cucina della ragazza, provocando una fuga di gas, episodio che ha aggiunto l’aggravante della premeditazione alla sua condanna.
 
La prima sezione penale della Cassazione nelle motivazioni depositate ha definito “immune da ogni censura” il percorso seguito dai giudici di secondo grado sulla mancata concessione delle attenuanti “valorizzando” elementi come “la gravità delle lesioni inferte alla persona offesa, il pericolo per la sua vita, la scelta di mezzi commissivi insidiosi, oltre che l’intensità del dolo”.

GRAVISSIMI DANNI FISICI, MORALI E PSICOLOGICI

I 20 anni di reclusione inflitti a Varani, dunque, tengono conto della “scelta del mezzo utilizzato” per aggredire Lucia Annibali, “la parte del corpo della vittima attinta” (i giudici sottolineano come si trattasse di una “giovane donna sfigurata nel volto”), i “gravissimi danni fisici, morali e psicologici indotti dal gesto.
 
Questo, osserva la Corte, per lo sfregio permanente del visto e la deformazione dei lineamenti del volto. Fino all’esito caratterizzato da una fisionomia assolutamente diversa da quella precedente”, nonché i “danni alla vista”.
 
I giudici della Suprema Corte osservano che quello di Varani è stato “un comportamento di crescente invasione della vita privata della donna con atti finalizzati prima al controllo e, successivamente, alla sopraffazione.
 
Varani è poi giunto – come scrive la Cassazione – a un intento punitivo, per la decisione non revocabile assunta” da Lucia Annibali “di interrompere la relazione, decisione che – si evidenzia nella sentenza – Varani non aveva accettato”.
 
“È un messaggio per tutti, la mia è una storia di speranza. Significa che non è mai finita”, aveva detto Lucia Annibali il 10 maggio 2016, giorno della decisione dei giudici della prima sezione penale della Cassazione. 
 
I giudici avevano respinto i ricorsi e confermato le condanne inflitte in Appello nei confronti del suo ex fidanzato, Luca Varani.
 
Articolo a cura del gruppo Facebook “Crimini Italiani”: persone scomparse, omicidi risolti e omicidi irrisolti, amministrato da Davide Mascitelli
 
* Foto di copertina. Thanks to Christina di #WOCinTechChat (Unsplash)

Il podcast sul canale Youtube Anna True Stories

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