La vicenda dell’edicolante assassinato che ancora attende giustizia.
L’omicidio dell’edicolante Salvatore Corigliano, rimasto impunito, avvenuto oltre vent’anni fa a Milano è al centro del podcast di Davide Mascitelli, amministratore del gruppo Facebook “Crimini Italiani”.
Il podcast su Salvatore Corigiliano, allora giovane titolare di un’edicola, è intitolato “L’omicidio dell’edicola”. Lo puoi ascoltare, dal 3 maggio 2023, sul canale YouTube di “Crimini Italiani”.
Salvatore Corigliano, 27 anni, edicolante, viene ucciso da tre colpi di arma da fuoco: uno ad un braccio, uno al torace e quello fatale alla testa alla 6.30 circa del 4 gennaio 1999.
Il chiosco di Salvatore si trovava in piazza Esquilino a Milano. Una zona certamente non tra le più sicure della città, almeno a quel tempo.
Faceva parte di una periferia da un lato residenziale, dall’altro frequentato da più o meno piccoli criminali e indicata come una zona dove dilagava, nelle ore notturne, la prostituzione.
La dinamica dell’omicidio
A trovarlo in fin di vita proprio all’interno del suo chiosco è Maurizio Di Pietro, cliente abituale, che come tutte le mattine a quell’ora si recava presso l’edicola di Salvatore ad acquistare un quotidiano.
Giunto all’edicola l’uomo stranamente non vede il ragazzo dall’altra parte del banco, si insospettisce e decide avvicinarsi all’ingresso laterale del chiosco e di entrare.
Qui trova il corpo di Salvatore, riverso a terra in un lago di sangue. Il ricevitore del telefono è a terra di fianco a lui.
Pochi attimi e Di Pietro lancia l’allarme: sono le 6.31 quando chiama il 113. Alle 6.34 un’auto della volante è sul luogo della aggressione.
Ma ricostruiamo come è iniziata quella ultima e maledetta giornata di vita di Salvatore.
Come tutte le mattine quel giorno si alza intorno alle 4.30 e si reca alla sua edicola. Apre il chiosco ed inizia ad allestirlo, ma si rende conto di aver scordato a casa i soldi per il fondo cassa.
Per ovviare all’inconveniente alle 5.15 telefona ad un collega, che lo raggiunge in auto e gli porta duecentomila lire.
Alle 6.26 Salvatore riceve la telefonata di un’amica, che dura 2 minuti. Durante la telefonata l’amica lo sente rivolgersi a qualcuno e dire “È ANCORA PRESTO, NON C’È ANCORA” e pochi secondi dopo sente il ragazzo dire “NO!!!! NO!!! NO!!!!”
Sono queste le ultime parole di Salvatore, probabilmente rivolte al suo assassino.
Tre colpi ed il giovane si accascia.
Trasportato subito all’Ospedale San Carlo, Salvatore, dopo due giorni di agonia, circondato dai suoi familiari e dai tanti, tantissimi amici, spira alle 9.40 di mercoledì 6 gennaio 1999. I suoi organi, come lui avrebbe desiderato, vengono donati.
I dettagli del delitto di Milano
Salvatore è stato ucciso con una pistola calibro 38 Special, come rileva la perizia balistica.
Per la precisione l’arma del delitto è un revolver di marca Smith & Wesson. Si tratta di un’arma studiata per la difesa personale.
In quel periodo nel nostro Paese risultavano registrati almeno 12.000 pezzi di quella pistola in tutto il territorio, e contando le armi smerciate sul mercato nero il numero può essere tranquillamente raddoppiato.
Ma chi era Salvatore Corigliano? Come sempre si fa in queste situazioni la vita del ragazzo viene ripercorsa per trovare informazioni utili a motivare una morte così violenta.
Salvatore era un ragazzo allegro, sereno e spensierato. Frequentava un nutrito gruppo di amici, quelli della Parrocchia di San Giovanni Bosco, dove si dilettava, tra le altre cose, anche in spettacoli teatrali noti in tutto il quartiere.
Don Francesco Airoldi, sacerdote della Parrocchia frequentata da Salvatore, racconterà di quanto fosse stupito del fatto che, nonostante il ragazzo facesse un lavoro durissimo in termini di impegno orario e sforzo fisico, fosse sempre comunque presente nelle attività dell’oratorio e disponibile per i suoi amici.
Tutti ricordano quanto Salvatore amasse stare in compagnia, suonando la chitarra e cantando canzoni.
Non era mai triste né preoccupato. O almeno se lo era non lo dava mai a vedere.
Gli piaceva la musica, in particolare le canzoni del suo idolo Vasco Rossi, amava i classici della commedia italiana, e aveva una profonda devozione a San Francesco, del quale ammirava la vita e le opere di bene.
Salvatore pensava anche al futuro: stava costruendo un progetto di vita con la ragazza della quale era innamorato, Isabella.
Un giovane senza ombre e con grande generosità
Dopo il liceo scientifico Salvatore si era iscritto alla facoltà di Ingegneria, dove aveva sostenuto brillantemente 10 esami. Nel frattempo tra il 1992 ed il 1993 aveva svolto il servizio militare negli Alpini.
A partire dal luglio del 1996 si era concentrato sul lavoro, ma non rinunciava ai suoi numerosi interessi.
In tutta questa fase della sua vita non sono state trovate zone oscure. O le benché minime ombre che potessero far capire le ragioni che hanno portato alla tragedia.
Il 13 gennaio 1999 si svolgono nella Parrocchia di San Giovanni Bosco i funerali di Salvatore Corigliano.
Centinaia sono le persone, gli amici, che si stringono attorno alla famiglia in questo momento di devastante dolore.
Il sacerdote dal pulpito tuona contro l’ignoto o gli ignoti criminali che hanno messo fine alla vita di questo ragazzo così tanto amato da tutti.
Le indagini sull’atto criminale
Subito dopo l’omicidio iniziano le indagini, guidate dal vice-questore aggiunto Giuseppe De Angelis.
La prima cosa che gli inquirenti evidenziano è che sono ben 9 gli omicidi che nei primi 9 giorni di quel gennaio del 1999 colpiscono rappresentanti delle categorie più a rischio in varie zone della città.
Si tratta di edicolanti, tabaccai e altri lavoratori particolarmente esposti al rischio di aggressioni o peggio, come in questi casi, di omicidio.
Questi numeri esorbitanti, considerando il breve lasso di tempo in cui accadono, allarmano le autorità.
La prima ipotesi, quella della rapita finita male, viene subito scartata in quanto sia i soldi presenti nella cassa dell’edicola, sia il telefono cellulare di Salvatore assieme ad altri oggetti di un certo valore non sono stati sottratti dall’assassino.
Gli ultimi minuti di vita di Salvatore sono stati ricostruiti al minimo secondo dagli inquirenti, e non emerge nulla che possa ricondurre all’assassino.
I pochi clienti che hanno acquistato presso l’edicola prima del delitto non notano alcuna anomalia né preoccupazione in Salvatore.
Verso le 6 del mattino Salvatore manda alcuni messaggi, via cellulare, alla fidanzata Isabella.
Anche in questi, che sono normali messaggi scambiati tra due innamorati, non emerge nulla che possa far pensare alla tragedia imminente.
Alle 6.26 Salvatore riceve la chiamata, al telefono fisso dell’edicola, di una sua amica.
TRE COLPI DI ARMA DA FUOCO CONTRO L’EDICOLANTE
Telefonata che dura due minuti e che si interrompe, come già anticipato, perché alle 6.28 il ragazzo viene raggiunto da tre colpi di arma da fuoco.
Alle 6.31 viene chiamato il 113 per dare l’allarme. Lo fa un cliente e amico di Salvatore che lo trova agonizzante dentro l’edicola.
In sostanza emerge che il delitto e la fuga dell’assassino si sono consumati in non più di 120 secondi.
Sono stati ascoltati dagli inquirenti tutti i condomini di tutti i palazzi che danno sulla piazza Esquilino.
Tuttavia, non solo nessuno ha visto nulla, ma cosa ancora più strana nessuno ha sentito gli spari.
Non si può ipotizzare che la pistola avesse un silenziatore in quanto l’arma utilizzata non consente l’applicazione del dispositivo che silenzia il rumore del colpo.
Nemmeno l’amica che era al telefono con Salvatore sente gli spari e questo rende il tutto ancora più misterioso.
Infatti, l’amica stessa dichiara di essere stata lei a chiudere la comunicazione, che era ancora attiva nei secondi successivi all’omicidio.
In queste situazioni l’arma del delitto spesso viene abbandonata subito dopo le azioni omicidiarie. Gli inquirenti cercano l’arma in tutti i cestini della zona, spostano le auto, fanno di tutto ma l’arma non c’è.
IL RACCONTO DEL TESTIMONE
Viene individuato un testimone, che quella mattina, come tutti i giorni, prima di andare al lavoro si ferma ad acquistare il giornale da Salvatore.
Il testimone riferisce che al suo arrivo trova Salvatore con la cornetta del telefono in mano e gli sente dire “AH, CIAO!”.
Si deduce quindi che si tratta dell’inizio della già citata telefonata delle 6.26 con l’amica.
Salvatore, con la cornetta in mano, prende il quotidiano che è solito dare al cliente abituale e lo saluta con un cenno del capo.
Questo testimone riferisce un dettaglio importante: ricorda che mentre aspetta il giornale alla sua sinistra, quindi alla destra di Salvatore, c’era un uomo, in attesa, che sembrava guardare i prodotti esposti in edicola.
La sensazione che ha il testimone, che dà una descrizione fisica sommaria di questa persona, è che costui non fosse all’edicola per acquistare qualcosa, ma addirittura fosse infastidito dalla presenza del testimone stesso.
Il 14 gennaio 1999 abbiamo un colpo di scena: la giornalista del quotidiano Il Giorno, Stefania Pansa, riceve una lettera anonima, manoscritta.
Cosa c’è scritto nella lettera può avere un significato che merita di essere indagato.
Nel podcast il seguito di questa vicenda che lascia sconcertati. E che chiede giustizia.
Testo a cura di Davide Mascitelli
(Foto di copertina. Thanks to New York Public Library – Unsplash)
Crimini Italiani. Podcast sull’omicidio di Salvatore Corigliano
Il podcast di Davide Mascitelli, del gruppo Facebook “Crimini Italiani”, è su YouTube.
Il podcast su Salvatore Corigiliano, allora giovane titolare di un’edicola, è intitolato “L’omicidio dell’edicola”. Lo puoi ascoltare, dal 3 maggio 2023, sul canale YouTube di “Crimini Italiani”.
Podcast disponibile dalle ore 21 del 3 maggio 2023
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