Video e fotografie che ritraggono donne e uomini, di tutte le età – ma per lo più giovani – mentre fanno l’amore

Il digitale che, grazie al web e ai social media, consente una rapida diffusione delle produzioni multimediali. I personal media, come lo smartphone, che ci consentono di essere attori e registi, personaggi e narratori della nostra stessa vita.

Poi il fenomeno del sexting, ovvero lo scambio messaggi, audio, immagini o video – specialmente attraverso smartphone o chat di social network – a sfondo sessuale o sessualmente espliciti, comprese immagini di nudi o seminudi.

Infine, il Revenge Porn: la diffusione di video e foto di persone (soprattutto donne) in momenti privati di intimità sessuale. Una diffusione che è legata più al disprezzo verso la figura femminile, che alla “vendetta”.

Questi fenomeni – e altri ancora legati al rapporto fra vita privata e uso dei media – meritano di essere studiati. Meritano di essere compresi, spiegati e che vi sia un’educazione all’uso dei media. E un superamento di pregiudizi contro le persone vittime dell’esposizione mediatica (non voluta) della loro vita privata,

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