La sporca guerra fra Mosca e Kiev smascherata in un’inchiesta che merita di essere letta.
La sporca guerra in Ucraina ha rivelato il suo vero volto. Oltre la verità fattuale dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022, atto criminale che viola il diritto internazionale, abbiamo una serie di verità storiche da far conoscere.
Scemi di guerra, il libro di Marco Travaglio sui “no pax”, nella guerra tra Russia e Ucraina, ci racconta molto di quelle verità taciute da tv, radio e giornali.
Non è un caso che il libro abbia scalato in fretta la classifica delle vendite.
Il titolo completo del libro dice tutto: “Scemi di guerra. La tragedia dell’Ucraina, la farsa dell’Italia. Un paese pacifista preso in ostaggio dai nopax”.
In un Paese, l’Italia, dove buona parte della pubblica opinione non crede alle narrazioni dei media sull’invasione russa, non sorprende che l’inchiesta di Travaglio abbia successo.
Oltre che ben scritto, com’è proprio dei lavori del giornalista Marco Travaglio, il libro ha almeno tre pregi:
- informa sulle radici del conflitto in Ucraina e aggiorna su fatti, dichiarazioni e posizioni che non sappiamo (o che abbiamo dimenticato);
- smaschera la propaganda dei media italiani, da Sinistra a Destra, e la retorica sull’unico criminale invasore (Putin è un dittatore, ma i vertici occidentali non sono santi illuminati);
- abitua a leggere con occhio critico le narrazioni dei media (del resto le notizie sono racconti sui fatti, non sono la loro riproposizione oggettiva)
Scemi di Guerra. I contenuti del libro
Il libro di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, parte in modo bruciante già con l’introduzione.
Il direttore del Fatto Quotidiano avverte come “in questo anno abbiamo subìto, accettato e digerito di tutto. Si cita spesso la massima di Eschilo: ‘In guerra la verità è la prima vittima’. Magari fosse soltanto quella”.
Prosegue Travaglio: “Se in Russia è vietato parlare di guerra (chi lo fa si becca 15 anni di galera), in Italia è vietato parlare di pace (chi lo fa finisce alla gogna, linciato e lapidato sulla pubblica piazza). Perciò sono state abolite tutte le basi del discorso pubblico di una democrazia evoluta”.
È interessante che Travaglio inizi il suo testo con una citazione di Winston Churchill sugli italiani e la guerra.
Non so se, nel citare il noto statista britannico, Marco Travaglio abbia voluto – con fine ironia – lanciare un messaggio a tutte le lettrici e i lettori che apprezzano il lavoro di ricerca del giornalista investigativo, Giovanni Fasanella, e del ricercatore d’archivi angloamericani, Mario José Cereghino.
Ebbene, l’ultimo lavoro di Fasanella e Cereghino – il libro Nero di Londra – documenti alla mano dimostra come Benito Mussolini sia una creatura della Destra conservatrice britannica.
Il libro rivela, poi, come proprio a Churchill sia stato rimproverato di aver aver flirtato con il fascismo.
Il lavoro di Fasanella e Cereghino – con la messe di libri sul controllo britannico dell’Italia dal Risorgimento al Caso Moro (e oltre) – ci è di aiuto anche per capire gli scenari internazionali. Compresso quello del conflitto russo-ucraino.
Insomma, Marco Travaglio cita proprio lo statista britannico – Winston Churchill – che con la sua politica segreta sull’Italia (ma non solo) ha dimostrato di essere un politico guerrafondaio, illiberale e manipolatore.
PILLOLE DI STORIA SUL CONFLITTO IN UCRAINA
Scemi di Guerra ha poi un capitolo – Pillole di Storia – assai utile per rinfrescarci la memoria. E per farci conoscere ciò che viene prima, in Ucraina e su altri scenari internazionali, dell’invasione russa del 24 febbraio 2022.
Apprendiamo così – oppure ci torna alla memoria – che l’Ucraina è un Paese illiberale, corrotto, con la presenza dei nazisti del battaglione Azov. Un Paese dove soldati e miliziani della peggior specie uccidono, torturano, violentano non meno dei mercenari e dei soldati russi.
Importante, poi, la ricostruzione scomoda che Travaglio fa dell’espansione della Nato.
Leggendo, vediamo passarci davanti le promesse tradite, gli accordi violati, l’azione costante di aggressione contro la Russia sia ai suoi confini, che attaccando i regimi alleati: dall’Iraq alla Libia.
Il tutto, su azione angloamericana, complicando i conflitti e le ingiustizie sociali, anziché portare pace e democrazia.
Per quali scopi e con quali obiettivi? I soliti: il controllo delle fonti energetiche e dei minerali preziosi.
Con quali attori? Le multinazionali e i contractor che vessano le persone, massacrano e impoveriscono i Paesi che sono sotto il loro controllo.
Putiniani smemorati d’Italia: da Mattarella alla Meloni
Gustoso il capitolo sui “putiniani smemorati”: da Renzi a Letta, da Calenda al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Proprio Mattarella era vicepremier di D’Alema, quando nel marzo del 1994 – violando la Costituzione – l’Italia bombardava la Serbia, nell’ambito della politica aggressiva della Nato contro la Russia.
Tra i “putiniani smemorati” troviamo anche la Meloni e Salvini, Draghi e Gelmini.
Che dire poi dei media italiani? Putiniani erano La Stampa, il Corriere della Sera, la Repubblica, L’Espresso, il Sole 24 Ore e via fino alla stampa di Destra, con Libero e Il Giornale dalla parte di Putin.
Viene da pensare che il leninista Vladimir Putin – che in Russia ha fatto uccidere giornalisti e dissidenti, ed è da sempre una negazione della libertà e dei valori democratici – abbia nel suo archivio documenti da far crollare tanti imperi: dai segreti sull’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, nel 1963, agli affari di politici, industriali e media italiani.
Un anno di guerra vissuto in modo tragicomico
Il libro di Marco Travaglio, 464 pagine scritte con il solito stile frizzante e accattivante del direttore del Fatto Quotidiano, ha poi l’ampia sezione intitolata “Diario di un anno vissuto tragicomicamente”.
A dire il vero, l’anno tragicomico raccontato da Travaglio si compone di 13 mesi: da febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il giorno 24, a febbraio 2023.
Lungo i 12 mesi più uno, Marco Travaglio snocciola i fatti della sporca guerra in Ucraina – quella dove a morire sono le persone come noi, per un conflitto che si poteva evitare e non si vuole chiudere.
Ecco allora, giorno dopo giorno, il resoconto di Travaglio su cos’è accaduto in Ucraina e tra Kiev e Mosca. E su cosa ci hanno raccontato i media italiani. Il tutto condito da informazioni e retroscena che non ci sono stati detti; né evidenziati.
Lo scollamento tra “verità sostanziale dei fatti” e narrazione giornalistica italiana è evidente.
Assistiamo alla stessa messinscena che vediamo ogni anno con l’anniversario del sequestro e omicidio di Aldo Moro (16 marzo 1978, a Roma) e della strage della sua scorta.
Come con il Caso Moro, abbiamo una narrazione superficiale, mezza taroccata. Mentre le omissioni, le manovre nascoste, i fili tirati dai registi del dramma restano nell’ombra.
Eppure – nel Caso Moro come nella sporca guerra tra Russia e Ucraina – la verità e i fatti sono davanti a noi. Basta solo leggerli. Non attraverso i giornali, ovviamente.
Ecco come chiude il suo tredicesimo mese, febbraio 2023, il diario di Marco Travaglio.
Racconta gli esiti di quella pagliacciata che è stata l’annunciata presenza di Zelensky, presidente dell’Ucraina, a Sanremo. E che è finita con la lettura notturna della sua lettera al popolo italiano.
“È la metafora perfetta di questa sporca guerra“, scrive Marco Travaglio nel libro Scemi di Guerra. “Chi scrive i testi e chi le musiche. Chi mette i soldi e chi gli spot. E poi noi, nell’ambitissimo ruolo di spettatori. Paganti”.
Maurizio Corte
corte.media
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org