La sindrome di Bosch, ultimo romanzo di Roberto Bassoli è una storia che si gioca sul doppio livello del tempo: la Germania nazista e la contemporaneità.
Il tutto in un quadro avvolto dal mistero. Perché è dal mistero che sgorgano le verità, anche quelle più sorprendenti.
Nel romanzo La sindrome di Bosch due storie che si intrecciano, nonostante il peso degli anni che le separa, in questa nuova opera di Roberto Bassoli, giornalista, esperto di comunicazione e musicologo modenese. Un romanzo edito da Intrecci Edizioni.
La sindrome di Bosch è un romanzo thriller che rispecchia, proprio come il suo titolo, la struttura di un’opera d’arte.
Come per i differenti livelli di colore, qui i diversi livelli della storia iniziano in parallelo come due definite pennellate, per poi mescolarsi “a regola d’arte” come nella più omogenea delle tavole.
Chi legge viene rapito dalla storyline e dai personaggi creati dall’autore: personaggi che troviamo immersi nel più profondo dei chiaro-scuri. E chi legge viene conquistato anche dagli eventi, così ritmati da lasciare senza fiato anche il più preparato delle lettrici e dei lettori.
Lo scrittore Bassoli si destreggia in uno stile di alto profilo. La sua è una scrittura che abbraccia non solo due pilastri della nostra cultura – storia e storia dell’arte – ma sostiene al contempo un ritmo narrativo rapido e coinvolgente.
Siamo insomma davanti a una struttura tanto precisa da ricordare la sceneggiatura di un film.
Completano il cerchio una buona dose di intrighi, inganni e incredibili rivelazioni, che colpiscono gli appassionati di questo genere letterario, di storia, di arte. E non solo.
La sindrome di Bosch. La storia
Inverno 1944. Jacob Roosendaal, un ebreo olandese internato nel campo di concentramento di Mauthausen, viene – senza motivo apparente – prelevato da Reinhard Gruhner, un ufficiale nazista che fa parte dell’Ahnenerbe.
L’Ahnenerbe è una sezione speciale. E’ stata istituita con lo scopo di svolgere ricerche sulla storia antropologica e culturale della “razza germanica”. E con lo scopo di intraprendere studi storico-archeologici.
Si coglie fin dall’inizio del romanzo che Roosendaal nasconde un segreto, di cui non rivela alcun dettaglio. Lascia tuttavia intuire che di quel segreto abbia messo al corrente la famiglia, fuggita in Inghilterra prima dell’invasione tedesca dell’Olanda.
Il segreto di Roosendaal è un qualche cosa che ha giurato di tacere e di difendere a costo della vita. Quanti segreti possiamo noi dire di voler celare al prezzo della vita? Forse qualcuno sì…
L’ufficiale nazista Gruhner, assieme a due subordinati, porta via Roosendaal dal lager, in una foresta dove si appresta a sparargli alla testa.
Fin qui la parte che appartiene al passato. L’azione si sposta poi ai giorni nostri. All’inquieta nostra contemporaneità.
Lo svizzero Alexander Keller si trova nello museo del Prado, a Madrid, per analizzare un quadro.
Keller è forse il massimo esperto mondiale nel campo dell’attribuzione di dipinti antichi. E’ un tipo d’uomo presuntuoso e arrogante, lo si coglie subito. Con lui c’è la collega francese Yvonne Daladier, di cui lui è segretamente innamorato,
Al termine del suo lavoro, Keller viene invitato a una riunione da un dirigente del museo spagnolo. Nella riunione viene presentata, a lui e ad altri esperti, una tavola appartenente forse a un trittico dipinto dal grande pittore fiammingo del Quattrocento, Hieronymus Bosch.
Dal dipinto ai colpi di scena
Il dipinto è il Trittico di Antwerpen. E’ un’opera scomparsa da secoli, di cui tutti dubitano. I dubbi non solo solo della mano di chi ha l’ha dipinto; ma persino dell’esistenza di quell’opera.
Keller e la Daladier vengono coinvolti assieme agli altri esperti in un progetto per l’attribuzione della tavola. A malincuore, il presuntuoso e arrogante Keller accetta.
Da quel momento hanno inizio le sue disavventure: la tavola del Trittico di Antwerpen (e il resto del trittico, che non si sa dove sia finito, né se esista davvero) è diventata l’obiettivo di un’organizzazione di ladri di opere d’arte e di un misterioso e potente personaggio chiamato “Il Signore”.
Hanno così inizio le disavventure di Keller, che in Italia sfugge a un tentativo di rapimento, mentre l’amata Yvonne Daladier finisce nelle mani dei sequestratori.
Fra presente e passato la storia si snoda lungo il mistero del Trittico di Antwerpen, in una serie di colpi di scena e di svolte. A confermarci che le opere d’arte, le loro origini e i loro destini sono più misteriosi di quanto potremmo mai pensare.
Lo scrittore Roberto Bassoli
Roberto Bassoli (Modena, 1961, nella foto) è un esperto in marketing e comunicazione, pianista, giornalista e autore di articoli specialistici apparsi su riviste settoriali e direttore responsabile di testate tecniche.
Nell’ambito della narrativa ha pubblicato romanzo il thriller Le idi di Luglio, la raccolta di racconti Sette danze francesi e il thriller Il figlio del tramonto.
(In copertina, il trittico “Temptation of St. Anthony” di Hieronymus Bosch)
Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org