La ragazza di Brembate trovata senza vita in un periodo segnato da due altre tragedie.

Il periodo da novembre 2010 a gennaio 2011 è un anno di macabre casualità che si verificano a Chignolo d’Isola e nella zona limitrofa.

Sono i mesi in cui scompare Yara Gambirasio (il 26 novembre) e in cui il suo corpo viene trovato nel campo di Chignolo (il 26 febbraio).

Il cadavere di Yara viene ritrovato, come sappiamo, in un campo incolto vicino a alla discoteca “Sabbie Mobili”. Siamo a febbraio 2011 e tre mesi dopo, il 26 maggio, a Brembate di Sopra saranno celebrati i funerali.

Yara Gambirasio e gli altri casi di giovani morti

Sarbjit Kaur, una ragazza indiana di 21 anni da Martinengo (frazione a pochi km da Brembate di Sopra, Bergamo) scompare il 24 dicembre del 2010: appena un mese dopo Yara.

La giovane è stata vista l’ultima volta dai suoi famigliari la vigilia di Natale: “La sera prima ci aveva detto che sarebbe andata a lavorare per quattro ore nella ditta di pantaloni dove era assunta da qualche tempo, qui a Martinengo”, ha raccontato il fratello Lovepreet.

“Non sappiamo altro. Se n’è andata con la sua auto e non l’abbiamo più vista”, ha aggiunto il fratello. Il corpo di Sarbjit Kaur viene ritrovato senza vita sei giorni dopo, il 30 dicembre, a una ventina di chilometri di distanza da Martinengo.

Il suo corpo è in un tratto in secca del fiume Serio a Cologno. Agli investigatori si presenta in posizione prona, senza pantaloni con una vistosa ferita alla testa, una grossa ecchimosi al volto, la frattura di una gamba e un polso tagliato.

Gli slip di Sarbjit Kaur sono abbassati, ha i calzini indossati; mentre i suoi jeans allacciati vengono trovati distanti alcuni metri.

L’autopsia stabilisce che il decesso è avvenuto per annegamento; e il caso viene poi archiviato come suicidio.

L’auto della ragazza è stata ritrovata a Seriate, chiusa a chiave, posteggiata all’ingresso dell’Oasi verde, un grande parco attrezzato che si estende su entrambe le sponde del Serio.

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INSPIEGABILE IL SUICIDIO DI SARBJIT KAUR

La ragazza aveva un lavoro e non era depressa, a detta dei famigliari che non hanno mai creduto al suicidio. “Secondo noi Sarbjit non si è tolta la vita“, hanno spiegato sabato primo gennaio 2011 il padre e il fratello. “Lei non aveva nessun tipo di problema. Temiamo che possa essere stata uccisa, anche se non riusciamo a immaginare chi e perché possa averlo fatto”.

Il fratello ricorda la sorella come una ragazza riservata, al momento non aveva relazioni sentimentali. “Secondo noi Sarbjit è stata assassinata, non aveva nessuna ragione per togliersi la vita”, ha insistito il fratello Lovepreet. “Lavorava, era serena e aveva poche frequentazioni al di fuori della nostra famiglia, non possiamo pensare che abbia deciso di farla finita”.

Inoltre perché mai avrebbe dovuto togliersi i pantaloni? Perché chi sceglie di suicidarsi si porrebbe in una condizione di degrado e di esibizione del corpo? Il pudore di solito si associa a questi gesti e anche alla cultura della vittima.

Il corpo della vittima viene cremato per volere della famiglia e delle loro credenze religiose.

Il caso è stato seguito da Letizia Ruggeri, lo stesso pubblico ministero che ha seguito il caso di Yara. Anche Yara, come la ragazza di Martinengo, aveva i medesimi tagli ai polsi.

Eddy Castillo - Chignolo d'Isola - Yara Gambirasio - magazine ilbiondino.org - ProsMedia - Agenzia Corte&Media
Eddy Castillo, ucciso vicino alla discoteca Sabbie Mobili di Chignolo d’Isola (Bergamo)

L’OMICIDIO DI EDDY CASTIGLIO

Il 20 novembre 2010, Eddy Castiglio giovane domenicano di 26 anni, residente ad Almenno San Bartolomeo (Bergamo), viene pestato a sangue. Torna a casa con il naso rotto, un dito tagliato quasi di netto così come i capelli anch’essi tagliati.

Eddy dice alla madre che aveva chiesto un passaggio a delle persone di origine marocchina. Un testimone conferma il racconto di Eddy, aggiungendo un particolare: l’auto dov’era salito il ragazzo era di colore rosso.

Il giovane giustifica l’incidente ai famigliari dicendo di essere stato coinvolto in una rissa. Si rifiuta di sporgere denuncia e dopo quella sera non esce di casa per un mese.

Il 16 gennaio 2011, intorno alle 11, Eddy Castiglio viene trovato senza vita da un signore che porta a passeggio il suo cane. Il suo corpo è in via Bedeschi, a Chignolo d’Isola, nella zona industriale, vicino al campo in cui Yara Gambirasio è rinvenuta senza vita il 26 febbraio dopo.

Massacrato e con il volto sfigurato, il suo corpo è collocato vicino a una cabina telefonica, non distante dalla discoteca Sabbie Mobili di Chignolo d’Isola, a pochi passi da dove il 26 febbraio viene rinvenuto il corpo di Yara.

Eddy Castillo è di origine dominicana e quindi si è pensato a un regolamento di conti tra bande rivali nel traffico della droga.

La madre del ragazzo si è sempre battuta contro questa ipotesi. Inoltre, da un esame tossicologico sul cadavere non è risultata l’assunzione di nessun tipo di droga.

Attraverso l’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza della discoteca Sabbie Mobili, a maggio del 2013 viene dato un nome alla sagoma che i filmati mostrano in compagnia di Eddy Castillo: Nicola Comi, operaio di 31 anni residente a Carvico, con precedenti per lesioni.

Rimane poco chiara la causa della lite, anche se l’avvocato della famiglia di Eddy Castillo, Adele Cammareri, ha dichiarato: “Nicola Comi ha sempre mantenuto il silenzio sulle ragioni del suo gesto, ma si suppone che tutto possa essere scaturito da un mancato passaggio”.

“Alcuni testimoni dicono che Eddy Castillo si trovava fuori dal locale intorno alle 3 di notte, e stava cercando di avere un passaggio dagli amici di Comi”, racconta l’avvocato del giovane. “Loro si sono tuttavia rifiutati. Da lì potrebbe essere nato un bisticcio che poi è degenerato in tragedia“.

È stata comunque respinta l’idea che l’assassino possa essere implicato anche nella rissa in cui Castillo era stato coinvolto a novembre 2010. Sempre secondo la legale, infatti “i due non si erano mai visti prima di quella sera; ed è esclusa la possibilità che si sia trattato di un regolamento di conti”.

Nel luglio del 2014, Nicola Comi viene condannato a vent’anni di reclusione, al processo davanti al giudice per l’udienza preliminare, con l’imputazione di avere ucciso Eddy Castillo.

Laura Baccaro
www.laurabaccaro.it

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