La canzone di Fabrizio De Andrè – Nella mia ora di libertà – sul palco del Festival di Sanremo 2022.
A interpretare il pezzo dirompente del cantautore genovese il cantautore napoletano Giovanni Truppi, classe 1981, con Vinicio Capossela, grande esponente della musica d’autore italiana.
La canzone Nella mia ora di libertà bene si concilia con il lavoro culturale, di ricerca e giornalistico di questa magazine – Il Biondino della Spider Rossa – che stai leggendo.
È interessante la coincidenza di questa canzone di Fabrizio De Andrè – dove i temi della giustizia e del carcere, del trattamento dei detenuti e di quello degli imputati vengono in primo piano – con l’imminente prison drama Il Re.
La serie televisiva Il Re – un prison drama con Nicola Zingaretti come protagonista – racconta da marzo 2022 su Sky la particolare e personale concezione della giustizia, dell’applicazione delle leggi e della gestione della vita del direttore di un carcere italiano.
La fiction, specie per il grande pubblico, di rado tematizza il mondo del carcere, le ingiustizie in taluni processi penali, la necessità di un diverso modo di fare politica carceraria e procedura penale.
Nella mia ora di libertà. Il testo della canzone di De Andrè
Qui il testo della canzone, del 1973, inserita nell’album Storia di un impiegato.
D’un secondino non mi va
Perciò ho deciso di rinunciare
Alla mia ora di libertà
Se c’è qualcosa da spartire
Tra un prigioniero e il suo piantone
Che non sia l’aria di quel cortile
Voglio soltanto che sia prigione
Che non sia l’aria di quel cortile
Voglio soltanto che sia prigione
E un’ora dopo era già finita
Ho visto gente venire sola
E poi insieme verso l’uscita
Uomini e donne di tribunale
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare
Ma in mezzo al fuori anche fuori di là
Ho chiesto al meglio della mia faccia
Una polemica di dignità
Tante le grinte, le ghigne, i musi
Vagli a spiegare che è primavera
E poi lo sanno, ma preferiscono
Vederla togliere a chi va in galera
E poi lo sanno, ma preferiscono
Vederla togliere a chi va in galera
Poche le facce, tra loro lei
Si sta chiedendo tutto in un giorno
Si suggerisce, ci giurerei
Quel che dirà di me alla gente
Quel che dirà ve lo dico io
Da un po’ di tempo era un po’ cambiato
Ma non nel dirmi amore mio
Da un po’ di tempo era un po’ cambiato
Ma non nel dirmi amore mio
Da una ginnastica d’obbedienza
Fino ad un gesto molto più umano
Che ti dia il senso della violenza
Però bisogna farne altrettanta
Per diventare così coglioni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni
In mezzo agli altri vestiti uguali
Tranne qual è il crimine giusto
Per non passare da criminali
Verso la gente che ruba il pane
Ora sappiamo che è un delitto
Il non rubare quando si ha fame
Ora sappiamo che è un delitto
Il non rubare quando si ha fame
Dei secondini non ci va
E abbiam deciso di imprigionarli
Durante l’ora di libertà
Venite adesso alla prigione
State a sentire sulla porta
La nostra ultima canzone
Che vi ripete un’altra volta
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
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Sono un giornalista, scrittore e media analyst irriverente. Insegno Comunicazione Interculturale, Giornalismo e Multimedialità all’Università di Verona. Ti aiuto a capire i media e la comunicazione per poterli usare con efficacia e profitto. Come? Con il pensiero critico, la comunicazione autentica e l’approccio umanistico applicati al mondo del crimine e della giustizia. Iscriviti alla newsletter Crime Window & Media. Per contattarmi: direttore@ilbiondino.org