Il ruolo della comunicazione di massa nel farci conoscere il capo della Wagner assassinato da Putin.

Sappiamo bene che ci facciamo influenzare dai mass media, anche senza saperlo.

Tuttavia, anche quando siamo consapevoli dell’influenza dei mezzi di comunicazione, non riusciamo a coglierne i meccanismi. Le azioni. Il modo di operare.

Un passo in avanti può venirci da una serie di domande:

  • Come guardiamo alle figure rappresentate dai media?
  • Come e quanto conosciamo, grazie ai media, una persona piuttosto che un fatto oppure un certo tema?
  • Perché alcune notizie sono più importanti di altre ai nostri occhi?

Il dare risposta a queste domande già ci è di aiuto per capire l’azione dei media su di noi. E come noi possiamo agire sui media e attraverso i media per influenzare e farci sentire.

L’OMICIDIO DEL PRESIDENTE DELLA WAGNER

L’omicidio del presidente del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, e del suo braccio destro, il comandante Dmitry Utkin, sull’aereo in volo da Mosca a San Pietroburgo è l’occasione per riflettere sui meccanismi della comunicazione attraverso i mass media e i social.

La notizia, data dall’agenzia russa Tass e confermata dal canale Telegram della Wagner, porta con sé la certezza che si sia trattato di una strage: l’aereo è stato abbattuto dalla contraerea russa, in una zona poco o nulla abitata.

Sul velivolo di erano altri vertici militari del gruppo Wagner. Una ritorsione, così ci viene presentata, del Cremlino a distanza di due mesi dall’ammutinamento, il 24 giugno 2023, dei mercenari del gruppo Wagner. E del tentativo di colpo di Stato, con la marcia – poi interrotta – su Mosca.

Il generale Prighozin durante la rivolta contro Putin - giugno 2023

I media e la figura del generale Prigozhin

Il ruolo dei media lo registriamo subito nella costruzione della figura (e del mito osceno) del generale Prigozhin, quale leader dei mercenari del gruppo Wagner.
 
Tutto ciò che abbiamo saputo di lui ci è arrivato attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
 
Tutto ciò che pensiamo di lui è nato attraverso le notizie diffuse con i personal media (come Telegram) utilizzati con funzione “social”, grazie ai canali che il software di messaggistica istantanea consente di attivare. Notizie da un lato riprese e dall’altro rilanciate attraverso i mass media.
 
Nella costruzione delle notizie sulla vita personale e militare, le imprese sanguinarie e la morte del generale Prigozhin abbiamo l’applicazione della teoria della “dipendenza cognitiva” dai media.
 
È del resto di per sé evidente che noi dipendiamo dai media – dalle loro informazioni, cornici interpretative, angolazioni di visuale – in misura proporzionale a quanto sono distanti da noi le persone, gli eventi e i fatti di cui si parla.
 
Più quei fatti, eventi e persone ci sono estranei e lontani, più siamo influenzati dai media di massa.
 
Se guardiamo un video con il generale Prigozhin oppure una sua sola foto, leggiamo ogni suo gesto, parola ed espressione come la traduzione visiva della cattiveria, della crudeltà e della dannazione all’inferno di un sanguinario.
 
Questo accade perché così ci è stato presentato il capo dei mercenari della Wagner: un uomo cattivo, sanguinario, autore e mandante di uccisioni, torture e stragi.
 

TEORIA DELLA DIPENDENZA COGNITIVA DAI MEDIA

Per i cittadini delle società occidentali una quota crescente di patrimonio di conoscenze non proviene più da esperienze condotte in prima persona, ma dalle rappresentazioni offerte dai mezzi di comunicazione di massa.

 
Prighozin con Vladimir Putin

Il racconto sul leader dei mercenari

Interessante poi osservare – e qui entra in campo la teoria dell’agenda setting – gli argomenti che riguardano il generale Yevgeny Prigozhin.
 
Non voglio certo contestare il ritratto di un uomo cattivo e crudele. Già il ruolo che ha ricoperto e l’essere a capo di un’organizzazione di mercenari lo ha qualificato.
 
Quello che voglio far notare è che ogni informazione sul generale russo è stata concentrata su alcuni aspetti del suo carattere, del suo comportamento e delle sue scelte di vita. Nell’ordine delle informazioni che lo riguardano incide l’ordine delle informazioni scelto dai media.
 
È la teoria dell’agenda setting: la scala di priorità degli argomenti applicata dai mezzi di comunicazione di massa (l’agenda dei fatti raccontati) ha una corrispondenza con la scala di priorità degli argomenti del pubblico di lettrici e lettori (l’audience).
 
La teoria dell’agenda setting è interessante sia per quanto dicono i media su un certo tema o argomento o fatto. Sia per quanto non ci dicono.
 
Del generale Prigozhin come persona sappiamo solo che era il cuoco di Putin. E che aveva anche lui una famiglia. I suoi sentimenti, la sua visione del mondo, le sue idee sono passati in fondo all’agenda, alla scala di priorità.
 
Non si tratta di dare un giudizio di merito, quanto di rilevare un aspetto della comunicazione massmediale – che funziona anche a livello interpersonale: alcune persone, alcuni fatti, alcune situazioni o temi “fanno notizia” per certi aspetti.
 
Dopo essere state ricercate, le informazioni sono selezionate e poste in una certa gerarchia d’importanza. Questa gerarchia poi si riflette dai media che la propongono a chi fruisce dei media.
 
- Elena Del Pozzo - bimba uccisa - Catania - mass media - social media - magazine ilbiondino.org - Photo 55892060 : Mass Media © Khunaspix | Dreamstime
 

TEORIA DELL’AGENDA SETTING

Di fronte alla dipendenza cognitiva dai media, le persone tendono a prestare la loro attenzione soprattutto a quei temi che vengono trattati dai mezzi di comunicazione, escludendo quelli che invece vengono ignorati dai media.

La riflessione sui media di massa

L’uccisione del generale Yevgeny Prigozhin è quindi l’occasione di riflettere sulla rappresentazione che i media di massa – seguiti dai rimbalzi sui social media – ne hanno dato.
 
Si tratta di una rappresentazione del generale russo dei mercenari Wagner che mette in evidenza due aspetti fondamentali dell’azione dei media
 
  • la dipendenza cognitiva dai mass media (e anche da taluni social media);
  • l‘agenda setting con la messa in evidenza di alcune notizie e l’ignorarne altre
In entrambi i casi abbiamo un’influenza dei mezzi di comunicazione su di noi. E di noi, attraverso i media, sulle altre persone.
 
Quanto poi quell’influenza dei media si eserciti sul pubblico… beh questo dipende da una serie di “variabili intervenienti”. A cominciare dalle nostre idee politiche, la nostra cultura personale e le relazioni che abbiamo con gli altri fruitori dei media.
 
Maurizio Corte
corte.media

Il video della caduta dell’aereo di Prigozhin

Video emblematico sulla figura del generale Prigozhin

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