Nella serie televisiva thriller Netflix uno dei più spietati serial killer degli Anni Settanta.
La serie televisiva The Serpent racconta la vita e i crimini dell’assassino seriale Charles Sobhraj che ha agito dagli dal 1963 al 1976 nell’Estremo Oriente, là dove figli della ricca borghesia occidentale e statunitense andavano a cercare se stessi.
La trama: un sedicente commerciante di gemme preziose, seduttivo manipolatore, individua e circuisce fragili turisti occidentali in visita a Bangkok, sottraendo loro documenti e denaro.
Sulle sue tracce si mette, con ostinazione, un giovane segretario dell’ambasciata d’Olanda.
The Serpent è una produzione britannica del 2021, messa in scena in otto episodi da Mammoth Screen per BBC One e Netflix.
Ecco come Netflix presenta la serie televisiva crime thriller The Serpent: “Lo spietato killer Charles Sobhraj adesca i turisti lungo la ‘rotta hippie’ nell’Asia meridionale degli anni settanta: Thailandia, Nepal e India.
Basato su eventi reali, vede come attori Tahar Rahim, Jenna Coleman e Billy Howle.
Il protagonista è l’inquietante truffatore e pluriomicida francese di origini indo-vietnamite, Charles Sobhraj, noto all’inizio come bikini killer.
Viene chiamato “il serpente” per la capacità di raggirare le sue vittime e di sfuggire ai controlli e alle autorità.
Il killer avrebbe ucciso una dozzina di turisti occidentali sul sentiero hippie del continente asiatico. Tutte le storie narrate si basano su vicende reali.
La recensione della serie televisiva “The Serpent”
Come scrive il magazine Cinematographe, “The Serpent restituisce bene la figura di un serial killer sociopatico ma dotato di grandi capacità manipolatorie, guidato da un ego smisurato e da un’indomabile sete di potere e di vendetta: verso quei figli della upper class bianca da cui è stato, in tempi non sospetti, emarginato e bullizzato perché vietnamita”.
La vendetta del serial killer sociopatico e bullizzato
Sul magazine Wonder Channel, Alessandro Aru nel recensione la serie televisiva di Netflix scrive: “Nonostante l’ottima performance del cast e la bella storia, tuttavia, la serie – alcune volte – si perde in una narrazione che salta continuamente nel tempo in modo complesso. (…) Le ambientazioni sono bellissime e ti riportano magicamente negli anni ’70”.
Prosegue la recensione di Wonder Channel “Alcuni scenari e gli abiti dell’epoca meritano da soli la visione di The Serpent. Oltre a questo, anche le sottotrame che coinvolgono le vittime del serpente, danno un qualcosa in più a questa serie Tv e ci aiutano a capire quanto fosse inquietante e privo di sentimenti il signor Sobhraj”.
Le imprese negli Anni ’70 del serial killer indo-vietnamita
Scrive il magazine Telefilm Central, in un articolo di Winny Enodra: “The Serpent mostra come le vittime di un serial killer non siano solo quelle che malvagiamente lui uccide. Ma anche coloro che nel suo mondo sono costretti a vivere per le più diverse, ma sempre drammatiche ragioni”. Facendogli da complice, da passivi spettatori, da impotenti astanti o da antagonisti.
The Serprent mostra, prosegue l’articolo, “come il male non sia qualcosa che puoi isolare nella dolorosa, ma rassicurante convinzione che tocchi solo chi lo fa e chi lo subisce. Al contrario, proprio come quelle di un boa, le sue spire si stringono anche intorno a chi con esso non pensava di aver nulla da condividere”.
Il serial killer e la nefasta spira del male che avvolge
I video sulla serie televisiva “The Serpent”
Qui puoi vedere il trailer ufficiale di The Serpent, in lingua italiana, una recensione video della serie televisiva, un video con alcune scene tratte dalla produzione britannica.
Infine, eccoti un documentario in lingua inglese sulla vera storia del serial killer Charles Sobhraj – il truffatore e omicida indo-vietnamita con ascendenze francesi – che è stata raccontata anche in un libro scritto da due giornalisti.
La recensione in video da YouTube:
Alcune scene dalla serie Tv The Serpent
Qui il documentario, in lingua inglese, sulla storia del serial killer Charles Sobhraj
Il cast della serie televisiva di Netflix
Quello dei serial killer è un argomento che attrae sia il pubblico che gli studiosi.
L’obiettivo di entrambi, con strumenti e competenze diverse, è di capire che cosa spinga un uomo (sono quasi sempre maschi) a uccidere a ripetizione.
Di serial killer bene si intende David Canter, britannico, padre della Psicologia Investigativa.
Ho avuto l’onore di intervistarlo nel 2011 all’Università di Huddersfield, in Inghilterra, parlando con lui del caso di Milena Sutter e Lorenzo Bozano di cui trattiamo in questo magazine.
Il professor David Canter nel 1985, grazie al gepgraphical profiling, ha fatto catturare da Scotland Yard i “serial killer dei treni”, a Londra. Killer che violentavano e uccidevano donne.
Secondo Canter, quattro sono i personaggi al centro delle narrazioni interiori di un killer, sia esso seriale o accidentale. E comunque di chi compie un delitto: dall’uccidere all’incendiare.
Una è la figura del Professional, che mira solo ai soldi: un rapimento a scopo di estorcere denaro.
La seconda è la figura della Vittima delle Circostanze, che è guidato da un proprio impulso irrefrenabile o dal gruppo dei pari.
La terza figura è quella dell’Eroe, che vuole compiere – uccidendo o rubando o violentando – una certa impresa. Pensiamo a uno studente che apre il fuoco in un campus statunitense.
Infine, la figura del Vendicatore, colui che ha un torto da far riparare. E’ il caso di un marito che uccide la moglie perché si è sentito tradito; e vuole fargliela pagare.
Queste quattro figure non sono “pure”. Sono spesso mescolate, in una narrazione da parte dell’autore di reato – ma anche di noi stessi quando compiamo certe azioni del tutto legali – però una di esse prevale.
Nel serial killer indo-vietnamita, che ha vissuto a Parigi, Charles Sobhraj, possiamo trovare tutte e quattro le figure:
- è un Professional nel puntare ai soldi, per fare la bella vita, dei ricchi giovani occidentali in viaggio spirituale in Estremo Oriente;
- è una Vittima delle Circostanze nel non riuscire a smettere lungo la scia di delitti che commette;
- è un Eroe tronfio dei propri successi, quando sente di riuscire nell’impresa dell’ingannare, del manipolare, del derubare e del togliere la vita a giovani ignari della trappola che è stata loro tesa dal serpente;
- è un Vendicatore, nel voler riscattare – con i suoi omicidi seriali, lenti e dolorosi, accompagnati da manipolazione, furto e costrizione delle vittime – le sue condizioni infantili e giovanili di “meticcio” bullizzato e preso in giro dai coetanei della buona borghesia francese.
Quale di queste figure vediamo prevalere nel serial killer della serie televisiva crime The Serpent?
Dal mio punto di vista, prevale il Vendicatore, come rileva una delle recensioni che ho citato prima.
I soldi non sono sufficienti a fermarlo.
L’atto eroico a volte è una mera azione omicidiaria, brutale nella sua banalità.
L’essere vittima delle circostanze non è una condizione che lo soggioghi: riesce, infatti, in alcuni casi a rinunciare ad uccidere.
E’ la vendetta, a mio parere, il tema che sta sotto la narrazione della serie televisiva thriller The Serpent.
Maurizio Corte
www.corte.media
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org