Imbonitrice unica, lei e la figlia Stefania Nobile hanno ipnotizzato tanti italiani con un complice perfetto: la televisione Anni Ottanta.
Una docu-serie italiana di Netflix su Wanna Marchi, la più nota televenditrice di sempre. Una donna che, nel bene e nel male, ha segnato un’epoca della televisione italiana generalista.
Proprio Wanna è il titolo del docu-film a puntate prodotto da Fremantle Italia, dal 21 settembre 2022 sulla piattaforma di streaming Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.
Attraverso testimonianze e immagini di repertorio, la docu-serie crime in 4 episodi, racconta un’epoca precisa del nostro Paese.
Lo fa attraverso le vicende di quella che, per vent’anni, è stata la televenditrice più famosa della TV italiana, Wanna Marchi, e di sua figlia Stefania Nobile.
La docuserie di Netflix ripercorre il ventennio italiano, tra gli anni ‘80 e i primi anni 2000, caratterizzato da un grande cambiamento della TV generalista e dalla nascita delle prime televendite.
È in questo contesto che si sviluppa la vicenda che vede come protagoniste Wanna Marchi e sua figlia Stefania Nobile.
Dall’ascesa a titolo di regine incontrastate delle televendite alla caduta del loro impero. E alla successiva vicenda giudiziaria.
La docu-serie racconta, attraverso l’alternanza di testimonianze dirette e materiale d’archivio, gli aspetti più noti ma, soprattutto, quelli meno noti che riguardano questa storia. Racconta poi l’impatto travolgente che ha avuto sui telespettatori e sui media.
Siamo in quella che gli esperti chiamano la neotelevisione. Dopo la paleotelevisione della Rai, a fine anni settanta c’è il fenomeno delle “tv libere”. Ovvero le emittenti private che ottengono di poter trasmettere; e di fare concorrenza alla Rai.
TV PRIVATE: LA NEOTELEVISIONE
Le tv private si dividono fra notiziari locali, programmi caserecci, qualche incursione nell’erotismo a buon mercato. E ci sono ovviamente anche le televendite, perché una tv costa e per pagarla è necessaria la pubblicità.
In questa televisione abbiamo personaggi come Wanna Marchi e poi, accanto a lei, la figlia Stefania. Non sono le uniche protagoniste delle televendite e del tele-imbonimento, ma certo ne sono le figure emblematiche.
La docu-serie è stata realizzata attraverso 22 testimonianze, circa 60 ore di interviste e immagini tratte da oltre 100 ore di materiali d’archivio per ricostruire gli eventi in modo fattuale e accurato.
Wanna, cosa racconta la serie tv di Netflix
Lo stile aggressivo con cui Wanna Marchi si rivolge agli spettatori è il marchio di fabbrica degli show in cui propone creme dimagranti miracolose.
Per tutti gli anni ‘80 la sua immagine e i suoi prodotti impazzano, rendendola ricchissima e famosa, insieme al suo unico e vero braccio destro, la figlia Stefania.
Le due passano dal successo alla clamorosa caduta di inizio anni ‘90, quando “l’impero Wanna Marchi” si sgretola e le scaraventa sul lastrico. Un disastro che scatena nelle due la voglia di riscatto.
Dopo avere venduto l’illusione della forma fisica perfetta, passeranno a commercializzare l’unica cosa che nessuno aveva mai pensato di vendere: la fortuna.
Creme dimagranti e antirughe lasciano così il posto ad amuleti e numeri benedetti venduti insieme al Maestro di vita Do Nascimento.
Questa strepitosa macchina da soldi si sarebbe poi rivelata essere altro: una truffa clamorosa, realizzata grazie a una complice insospettabile, la televisione.
La docu-serie Wanna, di Alessandro Garramone, è scritta dallo stesso Alessandro Garramone e Davide Bandiera, diretta da Nicola Prosatore e prodotta da Gabriele Immirzi per Fremantle Italia.
Chi è la tele venditrice. E cosa le è successo
Su Wikipedia leggiamo che Wanna Marchi è nata nel settembre del 1942, sotto il segno della vergine, in provincia di Bologna. Inizia a lavorare, a soli 15 anni, come estetista, a seguito della morte del padre.
Separata dalla fine degli Anni Sessanta, ha due figli: Maurizio, il primogenito, e Stefania.
A cavallo fra gli Anni Settanta e gli Anni Ottanta, Wanna Marchi si fa conoscere per le televendite di prodotti dimagranti. Quelli per dimagrire sono prodotti che tirano, ma è lei – Wanna – che riesce a comunicarli al meglio.
Lo fa con stile aggressivo. Con determinazione. Una tele venditrice senza pietà. Tanto che la sua nota domanda finale (“D’accordo?”) è più un imperativo, che la richiesta di una risposta.
Al tono forte, determinato, da colonnello senza paura, Wanna Marchi – con il suo Wanna Marchi Show, in onda in seconda serata su Rete A e condotta insieme ai figli Maurizio e Stefania Nobile – aggiunge un’efficace gestualità.
Tono di voce alto e stridulo, assieme a una gestualità appariscente e incisiva: sono gli ingredienti di uno stile comunicativo unico. Tanto da meritarsi, ci dice ancora Wikipedia, l’appellativo di “regina delle televendite” e “teleimbonitrice”.
L’ARRESTO DELL’IMBONITRICE TELEVISIVA
Nel 1990 Wanna Marchi viene arrestata e poi condannata a 1 anno e 11 mesi di reclusione per concorso in bancarotta fraudolenta, a causa del fallimento della società “Wanna Marchi” a lei intestata, tramite la quale vendeva prodotti cosmetici.
Ritorna a vendere in televisione assieme alla figlia Stefania, su varie emittenti locali private.
Al 1996 risale la costituzione della società Ascié s.r.l. di Milano, tra i cui soci figurano la figlia Stefania Nobile e Mário Pacheco do Nascimento.
Il 27 novembre 2001 – ci dice Wikipedia – esce lo scoop della trasmissione Striscia la notizia a proposito di una serie di truffe che la vede coinvolta, al fianco della figlia e del sedicente mago do Nascimento.
Wanna Marchi, infatti, presenta una vendita televisiva di numeri fortunati per il gioco del lotto, talismani, amuleti e kit contro le influenze maligne (rito del sale, del desiderio, del danaro, del corallo, ecc.).
Il gioco dei numeri fortunati e degli amuleti anti-sfiga viene fermato dall’indagine della polizia tributaria, su incarico della magistratura, per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all’estorsione.
Ecco allora il rinvio a giudizio di Wanna Marchi, della figlia Stefania Nobile e di altri collaboratori. Nel gennaio 2002 Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile vengono arrestate con altre cinque persone legate a vario titolo alla società Asciè, che gestisce la televendita.
Wanna Marchi, la televenditrice al centro della docuserie “Wanna” di Netflix
Le condanne e la detenzione
Il 3 aprile 2006 la Marchi e la Nobile vengono condannate a due anni e sei mesi di reclusione nel processo-bis per truffa aggravata, al Tribunale di Milano.
Nel maggio 2006 la Marchi, Francesco Campana e la figlia vengono condannati in primo grado dal Tribunale di Milano per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, con condanne rispettivamente di 10, 4 e 10 anni.
Vi è poi la contestuale condanna al risarcimento delle vittime (oltre 2 milioni di euro). Il risarcimento è in buona parte possibile grazie al sequestro di varie proprietà immobiliari intestate a Stefania Nobile.
Il 27 marzo 2008 arriva la sentenza della Corte d’Appello che riduce le condanne: 9 anni e 6 mesi per Wanna Marchi, 9 anni 4 mesi e 9 giorni per Stefania Nobile e 3 anni 1 mese e 20 giorni a Francesco Campana, il convivente.
Il 4 marzo 2009 la Corte di Cassazione conferma le condanne.
Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sono poi condannate, ad aprile 2010, anche per bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Ascié.
Dino Marchi, fratello di Wanna, viene condannato per riciclaggio di parte dei proventi della Marchi.
L’8 ottobre 2011 Wanna Marchi ottiene il regime di semilibertà. E il fine pena per la Marchi stessa arriva nel settembre 2015.
Che fine ha fatto Wanna Marchi
Nel novembre e dicembre del 2015, Wanna Marchi torna in televisione, il suo habitat naturale, assieme alla figlia Stefania Nobile. Conduce il programma Ora parlo io sul canale iTV Italia.
Una serie di partecipazioni a programmi famosi – e addirittura a iniziative di formazione sulle tecniche di vendita – viene fermata dalle polemiche.
Una parte della pubblica opinione non ha dimenticato le accuse a Wanna Marchi e alla figlia Stefania Nobile di essere due truffatrici della peggior specie.
Siamo di fronte al doppio effetto dell’esposizione televisiva. E al classico canovaccio del “viaggio dell’Eroe”: prima la gloria, la notorietà, il fascino e l’adesione incondizionata alle due imbonitrici; poi la caduta e la rabbia di chi è rimasto deluso dalle false promesse.
Chi è il marito della televenditrice?
Secondo la biografia raccontata da Wikipedia, Wanna Marchi sembra una donna solitaria nella sua cavalcata sull’onda del successo, prima. E sull’onda della caduta giudiziaria, poi. L’unica ad accompagnarla è la figlia, Stefania Nobile, classe 1964.
Il marito di Wanna Marchi si chiama Raimondo Nobile. I due si sono sposati nel 1960, quando Wanna aveva soltanto 18 anni. Va ricordato che, allora, la maggiore età era a 21 anni.
Dal matrimonio tra Raimondo e Wanna sono nati i figli Maurizio, classe 1961, e Stefania, nata nel 1964.
Le nozze di Wanna Marchi e Raimondo Nobile naufragano alla fine degli Anni Sessanta. La televenditrice ha definito, stando a Wikipedia, il marito un uomo violento e traditore.
Che lavoro fa adesso Wanna Marchi
Nella primavera del 2018 Wanna Marchi è protagonista assieme alla figlia Stefania del programma di RTB Network Le grandi sorelle, dove segue e commenta in diretta le puntate della quindicesima edizione del Grande Fratello.
Il 29 settembre 2021, la imbonitrice torna in televisione prendendo parte assieme alla figlia ad una maratona di 100 ore di diretta televisiva, trasmessa dal canale digitale GO-TV.
Per la stessa rete, dal 15 novembre 2021 affianca la figlia nel programma da lei condotto e ideato #noicreiamodipendenza, in onda il lunedì dalle 22.00 per otto ore di diretta consecutive.
Da gennaio 2022 ” #noicreiamodipendenza” torna in onda sul canale GO-TV in formato ridotto sempre con la conduzione di Stefania Nobile e Wanna Marchi.
Wanna e gli effetti della televisione
Quello che è interessante notare, nella figura di Wanna Marchi e nelle sue imprese con la figlia Stefania Nobile, è la tempesta perfetta che ha suscitato.
La tempesta perfetta è nata dall’incontro fra una venditrice e imbonitrice di talento – con la propensione per la bugia e la truffa, come dimostra il suo caso giudiziario – e la forza della televisione commerciale. Della neotelevisione.
LA NEOTELEVISIONE E LE SUE CARATTERISTICHE
Quella privata, nata a fine Anni Settanta ed esplosa poi negli Anni Ottanta, è stata chiamata neotelevisione. Questo per distinguerla dalla paleotelevisione.
La neotelevisione è quella tv dove lo spettatore che assiste a un programmalo fa sulla base di un palinsesto personale, composto di frammenti di vari programmi.
Nella paleotelevisione – impersonata dalla Rai, in Italia, con il suo monopolio – vi era invece un palinsesto, con orari prefissati e contenuti obbligatori. Al massimo si poteva scegliere fra due canali Rai, che diventeranno tre con la terza rete.
Ecco che la neotelevisione è un ponte, lungo e importante, che conduce all’attuale tv on demand. E alla televisione sui diversi schermi dello smartphone, del computer, del tablet o di altri mezzi in grado di mostrarci ciò che noi vogliamo vedere, quando lo vogliamo vedere. E come lo vogliamo vedere.
L’INFLUENZA DELLA NUOVA TV SU DI NOI
La neotelevisione accresce l’influenza di quel mass medium che è la tv. Se noi costruiamo il palinsesto personale, se lo fruiamo a livello personale (grazie ai diversi apparecchi disponibili), allora ciò che vediamo è più credibile perché l’abbiamo scelto noi.
Siamo insomma all’equivalente dell’inbound marketing: ricevo le proposte di contenuto e commerciali che voglio io; non che mi impone qualcuno. E quindi mi convertono di più alla scelta d’acquisto; o ad un certo voto politico.
Wanna Marchi – con la figlia Stefania Nobile – ha sfruttato appieno questa nuova e potente capacità di targetizzazione, di profilazione e di influenza del mezzo televisivo.
Di qui l’interesse con cui merita di essere visto Wanna, la docu-serie dal 21 settembre 2022 su Netflix.
Non si tratta solo della storia di un’imbonitrice, di un’incantatrice di serpenti che ha fatto fessi tanti spettatori creduloni.
Si tratta della storia di un pezzo di televisione che ci racconta il nuovo potere – non assoluto ma certo efficace – che i media visivi hanno su di noi. Nessuno escluso.
Maurizio Corte
corte.media
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Il trailer della serie tv Netflix Wanna
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org