Come il destino del Duce dal 12 settembre 1943 è stato funzionale agli interessi del Regno Unito.

Quando in Italia sentiamo richiamare il nome di Winston Churchill come espressione di una Destra democratica antitetica al dittatore fascista Mussolini alziamo l’attenzione.

I casi sono due: chi contrappone, facendoli credere antitetici, Churchill e i suoi Conservatori britannici al fascista Benito Mussolini non sa di cosa parla. Oppure è in malafede.

Sulla nascita e formazione di Mussolini e del fascismo merita di leggere il libro di Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino, Nero di Londra.

PERCHÉ È IMPORTANTE L’INCHIESTA DI FASANELLA E CEREGHINO

L’inchiesta di Giovanni Fasanella, giornalista investigativo, e Mario Josè Cereghino, esperto degli archivi angloamericani, è importante perché si basa su documenti ufficiali che non sono stati studiati sin qui.

Il loro lavoro ha prodotto una serie di libri – documentati, rigorosi, basati su dati di fatto e testimonianze – che consentono di osservare la Storia d’Italia da un diverso punto di vista.

L’inchiesta di Fasanella e Cereghino, inoltre, non è utile solo per capire il passato – dal fascismo alla strategia della tensione. Ma anche per leggere con occhi diversi e disincantati la storia contemporanea, sia italiana che europea

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Benito Mussolini, l’8 settembre e la fuga dal Gran Sasso

A 50 anni dall’armistizio dell’8 settembre 1943, lo stesso anno della defenestrazione e dell’arresto di Benito Mussolini, il giornalista Fasanella e lo studioso degli archivi angloamericani, Cereghino, hanno ricordato il contesto e gli eventi di quei giorni.

“A 80 anni dalla destituzione di Benito Mussolini (25 luglio 1943) e dalla firma dell’armistizio tra Italia e Alleati (3-8 settembre 1943) sono ancora molte le domande senza risposta certa”, scrivono i due ricercatori.

“Alcune domande riguardano la fuga del Duce a Campo Imperatore e la sua liberazione da parte dei tedeschi con un blitz di paracadutisti delle SS guidati dal capitano Otto Skorzeny (12 settembre 1943)”, proseguono Fasanella e Cereghino.

Perché, si chiedono, pur potendo impedire la fuga di Mussolini sul Gran Sasso, il maresciallo Badoglio e i Servizi segreti inglesi lo “lasciarono andare”? Perché, pur avendo intercettato i piani nazisti per un blitz a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, e pur potendo prevenirli, i Servizi di intelligence inglesi “lasciarono fare”?

“Sono domande di grande importanza, alla luce degli eventi successivi”, sottolineano i due studiosi. “Se infatti il Duce del fascismo fosse stato catturato dagli inglesi, con ogni probabilità la guerra in Italia sarebbe finita molto prima, non ci sarebbe stata la Repubblica di Salò e ci saremmo risparmiati una dolorosa guerra civile”.

“Quel che è certo è che Winston Churchill mentì, come emerge dalla documentazione britannica”, fanno notare Fasanella e Cereghino, che hanno studiato gli archivi britannici sul periodo fascista.

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Il premier britannico Winston Churchill

Churchill, Mussolini e la Repubblica di Salò

In un ampio articolo – diviso in quattro parti e pubblicato su Facebook – il giornalista Fasanella e lo studioso Cereghino mettono in risalto alcuni punti importanti:

  • il rapporto tra Churchill e Mussolini dal 1917 al 1940;
  • le menzogne di Churchill su cosa gli inglesi sapevano del progetto nazista di liberare Mussolini dalla prigione dorata sul Gran Sasso;
  • la facilità con cui il Duce fu liberato dal commando tedesco il 12 settembre 1943;
  • come la monarchia italiana, Badoglio e il governo inglese si lasciarono soffiare Mussolini;
  • gli interessi britannici a che Mussolini non fosse processato, ma ucciso per non rivelare il suo passato di burattino degli ultraconservatori di Londra;
  • come l’Italia si sarebbe risparmiata una sanguinosa guerra civile (1943-1945) se Mussolini fosse stato processato e non fosse stato lasciato fuggire

Forti dei documenti declassificati degli archivi di Kew Gardens, a Londra, il giornalista Giovanni Fasanella e lo studioso Mario José Cereghino ci consegnano un contesto e dati di fatto che mettono in risalto tre importanti elementi:

  • il controllo del governo conservatore britannico, con Churchill in testa, sull’Italia;
  • la connivenza tra ultraconservatori britannici e fascismo;
  • la responsabilità britannica, oltre che dei Savoia e di Badoglio, nel lasciar fuggire Mussolini e quindi nel lasciar nascere la Repubblica di Salò

Questi elementi dimostrano – ribaltando certa narrazione della Destra democratica italiana – la connessione tra i Conservatori di Churchill e il fascismo. E la responsabilità di Londra nell’aver favorito le condizioni per una sanguinosa guerra civile in Italia che poteva essere evitata.

L’arresto prima e poi la fuga, il 12 settembre 1943, di Benito Mussolini, così come la nascita della Repubblica di Salò vanno quindi inquadrati in un contesto di controllo della Gran Bretagna sulla “Colonia Italia”. E consentono di leggere da una diversa angolazione la storia italiana dell’ultimo secolo.

Maurizio Corte
corte.media

Nero di Londra. Presentazione del libro

L’intelligence britannica e Mussolini

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