Su Sky Tv e la piattaforma di streaming Now il primo prison drama targato Sky Original.
Il protagonista della serie tv Il Re è Luca Zingaretti nel ruolo di Bruno Testori, direttore del San Michele, carcere dove esercita la sua personale idea di giustizia, al di sopra della legge dei tribunali e dei codici di procedura penale.
La serie, in otto episodi diretti da Giuseppe Gagliardi (1992, 1993, 1994, Non Uccidere), è disponibile dal 18 marzo 2022.
Prodotta da Sky Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco,
Il Re, vede Zingaretti protagonista in un ruolo lontanissimo da quelli che ne hanno fatto uno dei volti più conosciuti e amati della Tv e del cinema italiani.
Nel trailer della serie tv si sente la inconfondibile voce in sottofondo di Zingaretti: “Mio padre diceva sempre che di fronte alla morte bisognava rimanere in silenzio per darci il tempo di pensare. E in questo il carcere assomiglia alla morte: il tempo non manca per pensare”.
Accanto a Luca Zingaretti, Isabella Ragonese nei panni di un’agente della polizia carceraria del San Michele, e Anna Bonaiuto, che interpreta il pubblico ministero che indaga sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori.
Vi sono poi, Barbora Bobulova che nella serie è l’ex moglie del personaggio interpretato da Zingaretti,;e Giorgio Colangeli nei panni di Iaccarino, comandante della prigione e grande amico di Bruno Testori.
SERIE TV IL RE. AUTORI E COLPO DI SCENA
La sceneggiatura di serie de Il Re è di Stefano Bises, Peppe Fiore, Bernardo Pellegrini e Davide Serino.
Dentro il San Michele, il direttore Testori è un sovrano assoluto. Spietato con chi lo merita, e inaspettatamente misericordioso con altri, sempre seguendo i principi della propria distorta e oscura morale.
Tuttavia, quando il regno rischia di crollare, minacciato da un pericolo imminente, Bruno si troverà a combattere la guerra più difficile.
La presentazione della serie tv con Zingaretti
Quasi un film nel film. Lo spettatore della serie tv Il Re ha modo di vedere le immagini del carcere attraverso i video di sorveglianza che il protagonista ha fatto installare nel suo “regno”.
Il direttore del carcere – Bruno Testori – così spia i detenuti, ascolta tutto quello che dicono grazie alle cimici piazzate ovunque.
Luca Zingaretti, nei panni del padre padrone del carcere, questa volta è spietato, cinico, e senza pudore, anche se nasconde le sue fragilità molto bene.
Nella serie tv Il Re di Sky, visibile anche sulla piattaforma Now, veste i panni di
un personaggio – il direttore Bruno Testori appunto – che a un “certo punto decide di farsi dio” con un’idea tutta sua della giustizia.
La serie è dal 18 marzo in tv e online. È un prison drama ambientato in un carcere di massima sicurezza.
LA FIGURA DEL DIRETTORE DEL CARCERE
Luca Zingaretti è il controverso direttore di un carcere di frontiera, sovrano assoluto di una struttura – il San Michele – in cui nessuna delle leggi dello Stato ha valore, perché il bene e il male dipendono unicamente dal suo giudizio.
Alla domanda se è un malvagio assoluto, Zingaretti replica: “Testori è un uomo che si sente superiore alla giustizia, anche se io non sono così netto nel giudizio”.
Zingaretti sottolinea poi: “Mi sono sempre dato la regola di non giudicare i personaggi che interpreto. Cerco di coglierne le sfumature, l’umanità, i conflitti. E in questo Testori è personaggio straordinario. Una sfida per un attore. In fondo nessuno di noi è completamente buono o cattivo”.
Ma chi è davvero Testori? “Un uomo che è partito con una missione, ha poi perduto la bussola. Si è proprio perso, finendo con il compere azioni profondamente sbagliate. E andando avanti continua a fare errori”.
Il direttore Testori è spietato con chi lo merita ma anche all’occorrenza misericordioso. Si identifica nelle biografie deragliate dei detenuti.
Lo fa perché lui stesso, per primo, è un uomo spezzato dalla vita.
“L’umanità che emerge, del personaggio, finisce per creare sintonia con il pubblico. Pur profondamente negativo, Testori resta un punto di riferimento”, aggiunge Zingaretti.
Il male è contagioso? “Lo è”, risponde Zingaretti. “Lo dice la storia del mondo dall’Antico Testamento a oggi”.
Zingaretti rivela che per costruire il personaggio di Testori ha visitato due istituti carcerari.
“Ho parlato con magistrati, detenuti ed ex detenuti, agenti penitenziari”, dice l’interprete del direttore del carcere. ” Fa parte del lavoro di documentazione. Alla fine l’idea che tutti abbiamo del carcere è molto diversa dalla realtà“.
GLI ALTRI PERSONAGGI DELLA SERIE IL RE
Nel cast, Isabella Ragonese veste i panni di un’agente della polizia carceraria del San Michele. Anna Bonaiuto è il pubblico ministero che indaga sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori.
“Il mio pubblico ministero è una donna con la bilancia della giustizia in mano“, dice l’attrice Anna Bonaiuto. “Ha rinunciato a tutto per questa sua ossessione. Ha una sorta di corazza e va avanti come un tank. È una donna sarcastica, a volte irritante”.
Barbora Bobulova è l’ex moglie del personaggio interpretato da Zingaretti: “Gloria è il lato intimo di Bruno, il ponte”.
Inevitabile una domanda su Montalbano e un paragone con il commissario di Vigata (che al momento Zingaretti considera un capitolo chiuso da tempo), e la sua idea di giustizia.
Dice Luca Zingaretti: “È impossibile un paragone. Quello è un mondo delle favole. È una maschera creata da Camilleri. È commedia dell’arte che abbiamo lavorato per rendere reale”.
L’ADDIO A MONTALBANO
Zingaretti chiarisce una volta per tutte un concetto già espresso in passato: “Montalbano è stata un bellissima cavalcata, che ci ha fatto conoscere e amare in tutto il mondo. E c’è nessun desiderio di riscatto, di volerlo dimenticare”.
“Mi sono sentito semplicemente di voler chiudere quell’esperienza con il personaggio di Montalbano perché sono venuti a mancare alcuni compagni”, dice Zingaretti.
Questo progetto di Sky è nato ancora prima della chiusura di Montalbano.
Sottolinea così Luca Zingaretti che “raccontare questo personaggio di Bruno Testori è stato un regalo per me come attore. Per questo ringrazio Nils Hartmann: perché da tempo volevo lavorare con Sky che ha cambiato il modo di fare serialità in Italia“.
Il mondo del carcere e la vita di tutti noi
La presenza di Luca Zingaretti, nei panni del direttore del carcere, attrae tutta l’attenzione dello spettatore.
Del resto, la serie televisiva Il Re è tutta centrata su questo monarca che controlla, guida e determina tutte le dinamiche di una prigione.
Non riesce a prevedere tutto. Talvolta è costretto a subire. Ma non gli scappa nulla. Tant’è che sa usare bene i prigionieri come pedine di un gioco dove a voler vincere c’è solo lui.
La storia raccontata nella serie tv Il Re non fa sconti sulla realtà del mondo carcerario:
- lo spaccio della droga, sia per fare soldi (con le guardie compiacenti) e sia per controllare i detenuti; la piccola corruzione;
- gli scontri fra gruppi etnici strumentalizzati per mantenere il controllo;
- la gerarchia formale e quella sostanziale all’interno della polizia penitenziaria;
- la cultura della violenza;
- i soprusi ai danni dei più deboli;
- un ambiente che anziché educare ai valori sociali rende ancor peggio chi vi viene rinchiuso;
- la mancanza di servizi di qualità, non perché manchino i soldi ma per assenza di volontà politica;
- la gestione del potere fine a se stesso, per cui sono solo il monarca e i suoi servitori a trarne beneficio (l’élite)
Come possiamo constatare – ed è questo che dà valore alla serie televisiva Il Re – sono rappresentate dinamiche incontriamo anche nella vita fuori del carcere.
La prigione è allora presentata per quella che è: una riproposizione, in un ambiente controllato, della società di cui è specchio.
Nessuno può ritenersi, così, al sicuro. Se la prigione vive male; anche la società senza sbarre apparenti vive male: schiacciata dal potere di pochi che decidono il destino di tutti.
Su Sky Tv e Now la serie televisiva Il Re, ambientata in un carcere, si sviluppa su otto episodi. Un prison drama che di certo ci fa riflettere.
Maurizio Corte
corte.media
La vita in carcere nella canzone d’autore: Dalle Capre (Claudio Lolli)
Nella serie televisiva Il Re, nella prima puntata, una guardia carceraria Davide Piras (Alessandro Gazale), nel parlare con il direttore della prigione, Testori (Luca Zingaretti), dice di essere sardo.
C’è allora la battuta che lui, in quanto sardo, aveva una sola scelta: fare il pastore di capre; oppure il carceriere.
Di carcerieri che vengono dalle capre parla una canzone di Claudio Lolli, cantautore bolognese, incisa a metà Anni Settanta. S’intitola Dalle Capre. È contenuta nell’album Canzoni di Rabbia, del 1975.
Lo so, lo so che vieni dalle capre, fin qui a fare questo bel mestiere.
Lo so che forse neanche a te poi piace, di vivere facendo il carceriere.
Perché si sa i coglioni che ti fanno, per darti un po’ di libera uscita.
Perché si sa che razza è di vita, e vino e pane è quello che ti danno.
E poi … se a casa noi non ci torniamo più, dentro tutta la vita ci sei anche tu, dentro tutta la vita ci sei anche tu.
Lo so, lo so ti han dato la divisa, cioè un vestito buono e senza odori.
Lo so ti han detto guarda di far bene, perché portare questa è un onore.
Lo so, lo so ti han dato per la testa, l’idea che c’è qualcosa da salvare.
E che chi sbaglia poi deve pagare, evviva l’Italia e la giustizia è questa.
Però … se a casa noi non ci torniamo più, dentro tutta la vita ci sei anche tu, dentro tutta la vita ci sei anche tu.
Lo vedo che la faccia ti diventa, giorno per giorno sempre più carogna.
Man mano che la vita si consuma, tutto il tuo tempo dentro a questa fogna.
Lo vedo che la faccia ti diventa, giorno per giorno sempre più smarrita.
Man mano che ti accorgi che ti manca, proprio la chiave della tua vita.
Perché … se a casa noi non ci torniamo più, dentro tutta la vita ci sei anche tu, dentro tutta la vita ci sei anche tu.
Per quelli come te la strada è una, puoi prenderla di giorno o di sera.
O ladro o carceriere che finisci, comunque vai a finire in galera.
Finisci a far la guardia a un tuo compare, per quattro soldi un po’ di vino e pane.
Finisci che se prima eri pastore, ti trovi dopo a fare solo il cane.
E poi … se a casa noi non ci torniamo più, dentro tutta la vita ci sei anche tu, dentro tutta la vita ci sei anche tu.
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