La terza stagione di Making a Murderer, il docu-film di Netflix – che tratta il caso di Teresa Halbach e la condanna all’ergastolo di Steven Avery – preoccupa la Corte Suprema del Wisconsin?

Se lo chiede Kathleen Zellner, l’agguerrita avvocato, esperta in revisione delle condanne, che da alcuni anni sta assistendo Steven Avery, condannato per l’omicidio della giovane donna Teresa Halbach sulla base di elementi considerati dalla Zellner infondati.

La vicenda di Steven Avery, nel Wisconsin (Stati Uniti), è stata trattata in due stagioni del docu-film Making a Murderer, a cui abbiamo dedicato un articolo e un’analisi nella sezione Serie Televisive Thriller di questo magazine.

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Kathleen Zellner, avvocato di Steven Avery

LE CONTRO-INDAGINI DELL’AVVOCATO ZELLNER

L’avvocato Zellner ha svolto una serie di contro-indagini sull’omicidio di Teresa Halbach, basate su perizie scientifiche.

Ha inoltre denunciato la corruzione in alcuni settori della Polizia del Wisconsin e il comportamento del procuratore speciale Ken Kratz che ha sostenuto l’accusa contro Avery. Quest’ultimo è stato condannato poi all’ergastolo da una giuria popolare.

Da parte sua, il procuratore speciale Kratz – giusto per inquadrare il personaggio – si è successivamente dovuto dimettere per essere stato accusato di molestie sessuale a danno di una donna che era stata a sua volta oggetto di violenza di genere.

Il comportamento della Corte Suprema del Wisconsin viene denunciato in un articolo pubblicato dal giornalista investigativo John Ferak sul magazine online Patch Media.

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L’auto di Teresa Halbach, uccisa il giorno di Halloween del 2005. Sull’auto alcune delle incongruenze e degli errori nell’investigazione sul caso

L’omicidio di Teresa Halbach e le prove manomesse

“Nonostante la forte possibilità di manomissione delle prove nell’omicidio di Teresa Halbach, i giudici del Wisconsin devono ancora concordare sul fatto che l’assassino condannato Steven Avery e il suo avvocato Kathleen Zellner meritino un’udienza probatoria in piena regola davanti a un giudice locale”, scrive il giornalista Ferak su Patch.

“Anche se Zellner indica diversi esempi di illeciti dell’accusa da parte del procuratore speciale Ken Kratz durante il primo processo per omicidio del suo cliente”, sottolinea il giornalista nel suo articolo, “i giudici del Wisconsin continuano a concordare sul fatto che non vogliono nemmeno condurre un’udienza probatoria in tribunale su questo argomento”.

Da parte sua, l’avvocato Zellner – come mostrato nella seconda stagione del docu-film di Netflix, Making a Murderer – sostiene di aver scoperto prove sostanziali che puntano a Bobby Dassey, uno dei nipoti di Steven Avery.

Nell’articolo di Patch, magazine del Wisconsin, si fa notare che era il barile bruciato di Bobby Dassey, non quello di Steven Avery, dove venivano smaltite le ossa carbonizzate di Halbach.

L’avvocato Kathleen Zellner ha trovato inoltre un testimone che ha identificato Bobby Dassey per aver spinto l’auto RAV-4 di Teresa Halbach dopo la sua scomparsa il giorno di Halloween del 2005.

“In trent’anni di lavoro post-condanna in tutti gli Stati Uniti, ci sono state concesse udienze probatorie nel 99% dei nostri casi”, ha dichiarato l’avvocato Zellner al giornalista Ferak. “L’altro 1% è stato negato e poi annullato in appello”.

La domanda che l’avvocato di Steven Avery pone è inquietante: perché il Wisconsin ha così tanta paura di avere un’udienza pubblica sull’integrità di questa condanna?

LA DOCU-SERIE MAKING A MURDERER

La docu-serie Making a Murderer nelle prime due stagioni racconta prima la vicenda di Steven Avery, condannato negli anni ottanta per un delitto mai commesso. Poi scagionato e in procinto di chiedere i danni e denunciare gli investigatori per le prove manomesse.

Proprio nel corso di quest’iniziativa contro la Polizia della contea, vi è stato l’omicidio di Teresa Halbach e una serie di prove che hanno tutta l’aria di essere state costruite contro Avery per incastrarlo.

Al di là pregiudizi sui comportamenti della Polizia o di posizioni innocentiste che guardino solo a una parte della vicenda, resta un dato di fatto. Viene negata a Steven Avery – pur di fronte a una serie di perizie scientifiche, a nuove prove e a un testimone importante – di poter vedere riesaminato il proprio caso giudiziario.

Maurizio Corte
corte.media

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