La serie crime esplora i confini tra civiltà e natura nel parco Yosemite.

La montagna non perdona. Un passo sulla roccia sbagliata e la vita può scivolare via in un istante.

È quello che accade a una giovane donna nei primi minuti di Untamed, serie thriller di Netflix, ambientata nello Yosemite National Park (California).

Tuttavia, il tragico incidente nasconde ferite troppo profonde per essere liquidate come una semplice caduta.

Un orso che si aggira attorno a un rifugio insanguinato. Un’aquila appollaiata sugli scarponi della vittima. La foresta è più viva che mai, mentre custodisce il segreto di una morte tutt’altro che accidentale.

A scoprire l’omicidio dietro il fatto è Kyle Turner, agente investigativo del Servizio Parchi Nazionali.

Tormentato da un trauma personale, Turner si lancia alla caccia di un assassino che conosce il territorio tanto quanto lui. E che potrebbe colpire ancora.

Nel corso dei sei episodi, la cronaca nera si fonde così con una natura selvaggia che trasforma il paesaggio in una trappola impregnata di sangue.

Untamed è una miniserie prodotta da Netflix Studios, Warner Bros. Television e John Wells Productions, firmata da Mark L. Smith (The Revenant).

Un titolo che accompagna lo spettatore in un viaggio senza scorciatoie tecnologiche, fino al cuore dell’enigma.

Untamed, omicidio nello Yosemite Park

“Untamed”: omicidio nello Yosemite National Park

La trama si apre con una premessa investigativa intrigante: un omicidio all’interno dello Yosemite National Park, landa selvaggia degli Stati Uniti.

Tra le aspre montagne della Sierra Nevada, l’agente dell’Investigative Services Branch (ISB) Kyle Turner è incaricato di questo caso, che si rivela più complicato del previsto.

La vittima è una giovane donna, la cui identità getta infatti un’ombra inquietante sulle ricerche: si tratta di Lucy, una bambina scomparsa nel 2010 all’interno dello stesso parco.

Questa rivelazione solleva un secondo interrogativo: come si conduce un’indagine in un’area che si estende per migliaia di chilometri quadrati di wilderness?

Di certo «le cose funzionano diversamente» in montagna. E se ne accorge presto Naya Vasquez, partner investigativa del protagonista, appena arrivata da Los Angeles.

Sospesi tra metodi investigativi urbani e regole di sopravvivenza, i due protagonisti dovranno unire i loro mondi per risolvere un crimine scolpito sui tronchi.

ERIC BANA E UN CAST DI STELLE

Il cast di Untamed è costruito con grande cura, grazie a volti noti del cinema hollywoodiano.

Eric Bana (Troy, L’altra donna del re) interpreta Kyle Turner, un investigatore segnato dalla perdita violenta del figlio.

Accanto a lui, c’è Rosemarie DeWitt (Mad Men, La La Land) nel ruolo di Jill Bodwin, ex moglie del protagonista e chiave emotiva per decifrare il suo passato.

A interrompere la solitudine dell’investigatore sono invece Naya Vasquez (Lily Santiago) — ranger idealista e mamma single — e Paul Souter (Sam Neill, Jurassic Park) — capo ranger.

Infine, Wilson Bethel (Hart of Dixie) dà il volto al ranger Shane Maguire: uomo di montagna che vive seguendo le sue regole.

Eric Bana e il cast di Untamed

LA NATURA COME CO-PROTAGONISTA

In Untamed, la natura non è solo sfondo pittoresco.

Il paesaggio californiano è infatti un personaggio a tutti gli effetti. Una presenza viva e silenziosa, che condiziona azioni e menti.

Così, il parco Yosemite — con i suoi tremila chilometri quadrati di estensione — non si limita a incorniciare il crimine: lo influenza, complica e amplifica. 

Le indagini richiedono quindi da subito un confronto corpo a corpo con la terra.

Ogni sentiero può infatti nascondere indizi. Ogni vetta, inganni. Ogni animale, un possibile testimone inconsapevole.

In un territorio vasto quanto lo stato del Rhode Island, l’assenza di orpelli tecnologici e l’isolamento geografico impongono infine un altro ritmo investigativo. Più lento e ragionato.

Importanti quanto una pistola, cavallo, bussola e istinto di sopravvivenza riusciranno a svelare il colpevole dietro il caso?

CIVILTÀ E NATURA: IL CONFINE SOTTILE NEL THRILLER

Untamed tocca corde profonde.

La miniserie mette infatti in discussione l’idea di civiltà, l’efficacia della legge e la fragile condizione dell’essere umano quando si misura con la natura.

Lo ricorda un ranger in una delle battute chiave della serie: «Nella natura selvaggia, la gente crede di non essere osservata. E fa qualsiasi bastardata gli venga in mente.»

È qui che il paesaggio passa dall’essere cornice a diventare agente attivo. 

La foresta modella infatti i pensieri e altera i comportamenti.

In questo contesto, lo spazio sotto le sequoie americane diventa una scena del crimine con regole tutte sue.

Oltre i selfie davanti alle cascate e le cartoline da sogno, il thriller ci mette infine davanti agli occhi una verità spesso rimossa: la natura è selvaggia per definizione.

Un regno verde dove il pericolo è costante. E dove la morte è parte delle regole del gioco.

IL FINALE DI “UNTAMED”: ATTENZIONE, SPOILER

Il finale della serie lega tre grandi misteri: la morte di Lucy, il passato oscuro di Turner e un traffico di droga che attraversa i boschi.

Le indagini rivelano infatti che Maguire è coinvolto in un mercato clandestino, che sfrutta il parco e le sue miniere abbandonate come centro di produzione e spaccio. 

Quando Turner affronta il ranger, la situazione degenera. Maguire gli spara e lo insegue tra gli alberi, ma viene ucciso da Vasquez proprio mentre sta per sparare l’ultimo colpo.

La verità su Lucy inoltre sconvolge tutte le ipotesi iniziali: la ragazza è figlia illegittima di Souter, nata da una relazione con una dipendente del parco. 

Il capo ranger l’aveva sottratta a un padre violento, affidandola a una casa famiglia in Nevada, subito dopo la morte della madre per cancro.

Anni dopo, Lucy torna nel parco per riallacciare i rapporti, però le cose peggiorano in fretta.

L’incontro padre e figlia si trasforma infatti in tragedia: lui le spara, e lei — ferita e terrorizzata — si getta nel vuoto. 

Dopo aver confessato tutto a Turner, Souter si toglie la vita.

Anche la morte violenta di Caleb — figlio di Turner e Jill — trova infine risposta. 

Anni prima, un video di una fototrappola aveva rivelato il colpevole dell’omicidio: un certo Sean Sanderson, che viene a sua volta ucciso da Maguire su ordine di Jill. Pura vendetta.

Scoperchiati i tre vasi di Pandora, il cerchio intorno allo Yosemite Park alla fine si chiude, lasciando profonde cicatrici su tutti i protagonisti della storia.

Untamed, i ranger protagonisti della serie

Investigative Service Branch: l’FBI delle terre selvagge

Il vero cuore di Untamed è l’Investigative Services Branch (ISB), corpo investigativo dei Parchi Nazionali statunitensi.

Quasi sconosciuto al grande pubblico internazionale, l’ISB conta appena 35 agenti speciali per 424 parchi.

A differenza dei ranger in uniforme — che si occupano di pattugliamenti e primo soccorso — questi agenti operano in borghese su crimini federali: dal bracconaggio di animali, agli omicidi.

I COLD CASE NELLA NATURA SELVAGGIA

L’incontaminato paesaggio americano nasconde anche molti misteri irrisolti. E l’ISB è l’ultima speranza e risorsa per trovare delle risposte.

Questa squadra gestisce infatti i cold case dei parchi nazionali: dalle persone scomparse, ai delitti senza colpevoli, fino ai resti umani senza identità, sepolti sotto l’ombra degli alberi.

Tutte vicende che hanno affollato gli archivi lungo i decenni, lasciando vite sospese nel vuoto dell’incertezza.

Tra i casi più noti, sul sito dell’ISB si leggono le storie di:

  • James Pruitt (28 febbraio 2019): 70 anni, scomparso nel Rocky Mountain National Park.
  • Arman B. Johnson (2005): ucciso con un colpo d’arma da fuoco all’Hawai’i Volcanoes National Park.
  • Paul Braxton Fugate (1980): ranger sparito dal Chiricahua National Monument.
  • Robert “Bobby” Bizup (1958): bambino scomparso, i cui resti sono stati trovati un anno dopo nel parco delle Montagne Rocciose.

Casi di cronaca che mostrano come anche il paradiso naturale in terra possa nascondere un volto oscuro.

La vittima di omicidio di Untamed

L’OMICIDIO DI TONI HENTHORN: IL CASO PIÙ FAMOSO

Tra i crimini più noti dei parchi nazionali c’è l’omicidio di Toni Henthorn.

Il 24 settembre 2015, durante un’escursione al Rocky Mountain National Park, la donna muore precipitando in un dirupo, davanti agli occhi attoniti del marito Harold.

Da subito, il coniuge della vittima parla quindi di un incidente.

Tuttavia, le indagini svelano un’altra verità: Toni è stata spinta da Harold per ben nove volte prima di precipitare nel vuoto. Un crudele uxoricidio.

Le ricerche svelano anche il movente dietro il delitto: una polizza assicurativa da 4 milioni di dollari, pronta per essere intascata dal vedovo.

Con il caso chiuso, oggi questa vicenda resta un esempio della competenza dell’ISB nel far emergere la verità, anche nei territori più wild e inospitali degli Stati Uniti d’America.

Il respiro lento di un omicidio nella natura

Con Untamed, il crime torna alla sua forma più primitiva e brutale.

La miniserie porta in scena un lavoro legato al territorio, all’istinto e al silenzio, dove indagare significa anche sopravvivere.

Lontano da grattacieli e laboratori forensi, il mistero si fa così ancestrale: va cercato con pazienza, fiuto e capacità di ascoltare ciò che la natura dice o nasconde.

Nel panorama televisivo saturo di procedure high-tech, questo thriller ci ricorda inoltre che anche la giustizia, a volte, deve sporcarsi gli scarponi.

Per chi ama il crime e i paesaggi che tolgono il fiato, Untamed è alla fine la bussola adatta per orientarsi nella parte più selvaggia dell’animo umano.

E anche per perdersi nei suoi labirinti più oscuri.

Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 20.07.2025

“Untamed”: trailer della miniserie thriller Netflix

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