Le serie televisive sul crimine e la giustizia ci conquistano e ci affascinano. Perché?
Le serie televisive thriller sul crimine e la giustizia hanno avuto un ampio sviluppo con l’avvento di piattaforme per lo streaming.
Pensiamo a Netflix, a Prime Video, a Now Tv e alle altre che dedicano una parte importante della loro programmazione alle serie Tv.
Perché i delitti e i processi interessano il pubblico?
La risposta è in una tradizione di giornalismo di cronaca nera che ha avuto un impulso considerevole, negli Stati Uniti, con i tabloid popolari della penny press.
Si trattava di giornali dal prezzo assai contenuti e che puntavano ad argomenti a portata di tutti: al posto del commercio e della finanza, al posto della politica e dei temi internazionali, la vita quotidiana delle persone. A cominciare dai delitti.
La cronaca nera, quella del crimine e dei grandi processi sollecita la curiosità delle persone.
C’è che vuole soddisfare la propria sete di novità: la notizia, anche noir, diventa un fatto attrattivo potente.
C’è chi vuole capire l’essere umano, tentare un approccio psicologico alla comprensione delle persone e delle relazioni fra esseri umani.
C’è chi si sente investito di una certa propensione per l’investigazione, per la ricerca della verità.
E cosa c’è di più affascinante di un delitto, di un processo indiziario, di un crimine da risolvere come un mistero invalicabile?
Tutto questo non ha nulla di negativo.
A patto che l’interesse per il crimine e la giustizia, attraverso i media, sia sostanziato da informazioni corrette, dal rispetto delle persone coinvolte. E da un approccio meditato e attento.
Spesso, invece, in trasmissioni popolari ci si abbandona al chiacchiericcio, al pregiudizio, al processo in televisione prima ancora che in aula.
Serie televisive su crimine e giustizia
Le serie televisive sul crimine, sui delitti e sui processi penali attraggono e coinvolgono ancor più dei giornali.
Nei quotidiani e nelle riviste possiamo avere – oltre alle motivazioni che ho indicato più sopra – anche una spinta all’intrattenimento.
Possiamo avere, addirittura, una forma di catarsi. Di liberazione.
Qualcosa di grave è accaduto ad altra persona, verso cui va il mio dolore e la mia partecipazione. Ma nel contempo il “mostro”, il colpevole, l’assassino marca il territorio.
Il colpevole designa colui che – delinquente – è diverso da me. E siccome mi è inferiore, merita una punizione severa. Meglio se irrevocabile e senza fine pena, come l’ergastolo.
La serie televisiva porta a un livello maggiore di consapevolezza del crimine e del sistema giudiziario, rispetto alla mera informazione.
La serie tv crime ha dalla sua il tempo lungo – anche se ritmato in modo incessante e rapido – delle puntate, degli episodi che si snodano in 6, 9 o 12 appuntamenti. E magari in più stagioni.
Questo dipanarsi nella narrazione seriale televisiva, servita anche in streaming, consente di riflettere. Di fermarsi a pensare.
La narrazione delle serie televisive, però, svolge anche un’altra funzione che va ben oltre l’intrattenimento: ci fa compagnia, diventa l’alleata fedele dei nostri giorni, dei vuoti da riempire, delle consolazioni da cercare.
Come spettatori ci affezioniamo ai personaggi, anche quando li detestiamo.
Tant’è che, finita la serie televisiva, ci sentiamo un poco orfani. E andiamo a cercare un’altra serie che ci faccia vivere un’altra avventura.
Nelle serie televisive abbiamo poi una rivincita del documentario, che sta peraltro conoscendo un considerevole ritorno di interesse.
Oltre alla fiction seriale abbiamo anche il docu-film.
In qualche caso, ricostruzioni tipiche della fiction – ma su fatti veri – si mescolano con documentazioni dal vero (o dal repertorio).
In altri casi, il docu-film è tutto basato sul racconto della realtà. Sullo scavo nella vita, nelle relazioni, nelle situazioni della vicenda da rappresentare.
Con la pandemia vi è stata, come sappiamo, un’esplosione del consumo di film e di serie televisive in streaming.
Da alcuni anni assistiamo a una decostruzione dei palinsesti televisivi.
Dopo l’affermazione della televisione e dei video on-demand, su richiesta, ora con le piattaforme di streaming come spettatori possiamo costruirci la nostra programmazione.
La serialità televisiva – con cui indichiamo anche le webserie pensate con puntate di una ventina di minuti da vivere solo sul web – ci consente di seguire un nostro percorso di fruizione dei contenuti filmici.
La narrazione nelle serie televisive thriller
La scansione dei tempi del film trova una sua corrispondenza nelle serie televisive.
Vi sono però alcune differenze di struttura e di profilo dei personaggi.
Un film ha di solito la classica struttura in tre atti:
- la definizione del contesto (il set-up);
- il mondo straordinario del conflitto;
- infine quello della risoluzione con il ritorno dell’Eroe con tanto di elisir
Nel caso della serie televisiva, la prima puntata funge di solito da set-up. Serve a definire il contesto entro cui la vicenda si colloca.
Abbiamo anche nella serie televisiva sul crimine e la giustizia il Protagonista, che si confronta con un Antagonista (esterno o interno, a tutti e due), che può contare su un mentore e/o su alleati.
La differenza è che il nostro Protagonista, nella serie televisiva, cambia molto lentamente.
La sua è una trasformazione assai ridotta, rispetto al Protagonista (e agli altri personaggi) della narrazione filmica.
Nella serie televisiva sul crimine e la giustizia, abbiamo frequenti sorprese e svolte narrative. Servono per tenere alto il ritmo del racconto.
Ogni episodio, poi, finisce con un colpo di scena (il cliffhanger) che ci fa pensare: cosa succederà nella prossima puntata?
Questa curiosità sul futuro della serie televisiva crime ci porta a guardare – se disponibili – gli episodi in rapida successione. Vogliamo sapere cosa accadrà e come la storia andrà a finire.
Oppure ci troviamo ad attendere il prossimo appuntamento, contando i giorni e in attesa trepidante come alla vigilia di un incontro galante.
In questo, la serie televisiva – soprattutto quella con una storia giudiziaria o con delitti – aggancia in modo profondo lo spettatore.
I personaggi della serie Tv diventano familiari. Diventano anzi parte della nostra famiglia, del nostro mondo.
Possiamo pensare che la serie televisiva crime sia un modo efficace di vincere la solitudine. Oppure di cercarla, volendoci isolare con una storia che sentiamo nostra.
Crimine e giustizia nelle serie televisive
Il tempo lungo della serie televisiva crime – o centrata su un procedimento giudiziario – consente allo spettatore di mettere a fuoco i problemi, le relazioni fra le persone coinvolte.
E consente allo spettatore di sentire nel profondo il tema che sottende il racconto, la vicenda narrata.
- Vale la pena rischiare tutto per scoprire la verità?
- Possiamo mettere a repentaglio le nostre sicurezze per una battaglia giudiziaria contro forze di potere che ci sovrastano?
- Può l’orrore del delitto più atroce essere affrontato con determinazione, con impegno, per arrivare a dimostrare cos’è accaduto alla vittima?
- La realtà è ciò che ci appare? Oppure la possiamo trovare e capire oltre il velo delle apparenze?
Sono alcune delle domande, e alcuni dei temi, delle serie televisive crime.
Il tema può ripetersi in più serie Tv e in più storie.
Ciascuna narrazione televisiva seriale, però, affronta un certo tema con un proprio stile.
In linea con l’approccio umanistico alla ricerca scientifica e al giornalismo, la serie televisiva The Investigation è quella che preferisco. E in cui mi riconosco.
Contesto, come ho fatto in un articolo sulla serie The Investigation, la scelta investigativa e la tecnica di indagine del capo della Squadra Omicid, Jens Moller: dà per certo un delitto e un colpevole ancor prima di avere gli elementi di fatto in mano.
Un’inchiesta che voglia arrivare alla verità e a catturare “il” colpevole (e non qualsiasi presunto colpevole) non può che agire in modo scientifico. Con aderenza ai fatti, a cominciare dalle risultanze medico-legali.
L’umanità di Jens Moller, il capo degli investigatori sul caso della giornalista KIm Wall, però è quanto di più rassicurante vi sia.
Nel suo smarrimento troviamo il nostro rischio di perderci nell’orrore della violenza.
Nella sua determinazione a continuare a investigare riflettiamo l’impegno per la verità, come sto facendo – come studioso innanzi tutto – con il caso di Milena Sutter e Lorenzo Bozano.
Nel dolore muto di due padri – quello della giornalista svedese uccisa e quello del capo della Squadra Omicidi danese – ritrovo il dolore che come padre posso aver provato di fronte al rischio di perdere una figlia.
La serie televisiva mette in moto una serie di riflessioni che si prolungano nel tempo.
Vi è un’estensione temporale e uno scavo dei personaggi più lunghi. In questo la serie Tv crime supera in profondità il film.
Una pellicola che mi ha molto colpito – nell’ambito dei film su crimine e giustizia – è I segreti di Wind River.
Anche qui, una giovane donna fatta morire. Anche qui il dolore di due padri. Anche qui una forma di ingiustizia sociale, di prepotenza contro i più deboli.
Ebbene, quanto avrei voluto che I segreti di Wind River – il cui paesaggio dello Wyoming innevato è reso al cinema in modo ineguagliabile – si fosse trasformato in una serie televisiva.
La serie televisiva sul crimine e la giustizia consente di andare a fondo delle storie.
Permette di sviscerare in modo approfondito, sfaccettato e meditato il tema che sottende la storia.
Possiamo così affermare che nelle serie televisive sul crimine e la giustizia ritroviamo – se ben condotte – una tematizzazione di storie, situazioni, nodi problematici che consente di trattare in modo serie un ambito assai delicato.
Alla superficialità dei talk-show. Alle spettacolarizzazioni di certo giornalismo. Alla carenza di analisi di certa pubblicistica. A tutto questo, una serie televisiva crime può contrapporre lo scavo, l’approfondimento, il delineare i personaggi con attenzione e maggior partecipazione umana.
Non sempre accade, sia chiaro. Ci sono serie Tv che sono film con il brodo allungato.
Non è così che si fa serialità televisiva, mi ha insegnato Angelo Pastore, sceneggiatore e docente della scuola di cinema Sentieri Selvaggi, a Roma.
La stessa partecipazione dello spettatore – nelle serie Tv thriller e giudiziarie – si amplia. E le reazioni emotive possono, se la narrazione è seria ed efficace, lasciare il posto alla riflessione matura.
Quali serie televisive thriller guardare? E come? Ecco una guida
Se serie televisive thriller di qualità, eccoti l’articolo su Serie televisive crime da vedere: Guida ai migliori telefilm online
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Maurizio Corte
corte.media
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org