Un Poirot insolito alle prese con un thriller classico tratto dal romanzo di Agatha Christie.
C’è un Hercule Poirot che affascina, nella nuova versione di Assassinio sul Nilo. È il solito investigatore belga, ma farà storcere il naso ai puristi. Mentre accontenterà chi voleva saperne di più della sua umanità.
Trovo che l’operazione sia riuscita: umanizzare Poirot, partendo addirittura da una sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale e alla perdita del suo unico grande amore.
Basterebbe questo a consigliare la visione di un film thriller che – per quanto abbia anche momenti di stanca – seduce per l’ambientazione. E per un Egitto mostrato in tutto il suo mistero e il suo fascino.
IL FILM AL CINEMA E IN STREAMING
Il film thriller Assassinio sul Nilo è uscito a febbraio 2022 in sala in Italia. È anche disponibile in streaming sul sito Chili.
Assassinio sul Nilo è distribuito da Disney. Viene diretto e interpretato, nei panni di Hercule Poirot, dal cinque volte candidato Premio Oscar Kenneth Branagh.
Kenneth Branagh nel 2022 con il film Belfast ha centrato la statuetta, con il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Da parte sua il film 20th Century Studios, Assassinio sul Nilo, è il prosieguo ideale dell’Assassinio sull’Orient Express sempre diretto da Branagh nel 2017 e che è stato interpretato da un cast stellare (da Depp a Pfeiffer).
Entrambi i film sono tratti dai gialli di Agatha Christie.
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Assassinio sul Nilo. La trama e l’ambiente egiziano
L’attore Kenneth Branagh è ancora il detective belga Hercule Poirot, questa volta in vacanza in Egitto a bordo di un elegante battello a vapore.
Il relax si trasforma in una terrificante ricerca di un assassino quando l’idilliaca luna di miele di una coppia perfetta viene tragicamente interrotta.
Ambientata in uno scenario epico, caratterizzato da ampi panorami desertici e
dalle maestose piramidi di Giza, questa drammatica storia di un amore finito male presenta un gruppo cosmopolita di viaggiatori dal look impeccabile.
Il tutto con colpi di scena che lasciano il pubblico con il fiato sospeso fino alla scioccante rivelazione finale.
Basato sul romanzo del 1937 di Agatha Christie, Assassinio sul Nilo è un audace mystery-thriller sul caos emotivo e sulle fatali conseguenze scatenate dall’amore ossessivo.
Nel cast con Kenneth Branagh, troviamo Tom Bateman, la quattro volte candidata all’Oscar Annette Bening, Russell Brand, Ali Fazal, Dawn French, Gal Gadot, Armie Hammer, Rose Leslie, Emma Mackey, Sophie Okonedo, Jennifer Saunders e Letitia Wright.
La sceneggiatura è stata scritta da Michael Green. Girata con una macchina da presa 65mm Panavision alla fine del 2019, la pellicola trasporta il pubblico negli Anni Trenta del Novecento.
Il film Assassinio sul Nilo ricrea molti dei luoghi che hanno ispirato l’affascinante thriller di Agatha Christie.
La recensione del film tratto da Agatha Christie
Scrive Simone Emiliani sul magazine Sentieri Selvaggi: “Tranne in una scena di inseguimento action, un pezzo di roccia che cade o la tempesta di sabbia, la lettura monotona di questa nuova versione di Assassinio sul Nilo non si discosta molto da quella firmata da John Guillermin del 1978 dove Poirot era interpretato da Peter Ustinov. Forse è un cinema vagamente vintage che può somigliare a una puntata di Colombo”.
Prosegue l’articolo: “C’è molto Agatha Christie ma non c’è più la curiosità dell’adattamento precedente. Assassinio sul Nilo è solo una nuova escursione nelle tante identità di un cineasta che alterna film molto riusciti ad altri impeccabili su commissione fino a quelli visibilmente svogliati“.
Scrive Raffaele Meale sul magazine Quinlan: “Molte e di peso sono le modifiche rispetto al romanzo, tutte o quasi dettate dalla volontà di Branagh di rendere il racconto il più possibile contemporaneo. Ecco dunque il formarsi di coppie omosessuali, o l’intrecciarsi di relazioni sentimentali fra persone di etnie diverse: nulla che appesantisca in alcun modo la narrazione, o spinga il mood espressivo in direzioni dissimili da quelle esplorate nel romanzo”.
LA PSICOLOGIA DI POIROT
Quanto alla figura di Poirot, ecco il giudizio del magazine Quinlan: “Branagh approfitta della sortita nella terra dei faraoni per tentare di approfondire la psicologia di Poirot, infallibile investigatore belga in grado di risolvere il più intricato dei casi. Operando una scelta che farà storcere i baffi (mustacchi?) a buona parte dei cultori della scrittrice, Branagh riscrive la storia del suo personaggio, al punto da farlo prender parte, in qualità di soldato ma già di eroe e risolutore, anche alla Prima Guerra Mondiale”.
A proposito del prologo su Poirot protagonista nella Grande Guerra, scrive Adriano Ercolani sul magazine Cinefilos: “Dietro l’implacatura del giallo da risolvere si cela infatti un melodramma doloroso che riflette sull’amore e le sue varie sfaccettature, agli atti estremi a cui può condurre e al modo in cui sa segnare una vita intera, soprattutto quando perso”.
Prosegue l’articolo: “Branagh può anche essere un regista discontinuo, ma rimane senz’ombra di dubbio un attore formidabile: dietro le facezie, i lazzi e la leggerezza con cui in certo momenti tratteggia il suo Poirot riesce a restituire tutto il dolore di un uomo che vorrebbe condurre una vita normale, magari addirittura monotona, ma che si trova costretto a perseguire la verità per colmare i vuoti incolmabili della sua anima”.
L’analisi del film e l’attualità di Poirot
Ci sono tre elementi che meritano di essere ricordati, quando si tratteggia la figura di Hercule Poirot:
- l’attenzione ai dettagli, ai fatti, agli elementi concreti;
- la logica ferrea che presiede alla dimostrazione (o alla falsificazione) di ogni ipotesi;
- la passione per la verità sostanziale dei fatti
Hercule Poirot ha una grande onestà intellettuale e un metodo infallibile di fare ricerca. Dovrebbero tenerlo a mente, e seguirne le orme, gli investigatori e i magistrati che conducono le indagini sui delitti che insanguinano la nostra società.
Abbiamo casi – e tanti racconti – che ci dimostrano come molti inquirenti si innamorino delle proprie idee, delle proprie intuizioni, delle proprie ipotesi. E poi cerchino di stressare tutti gli indizi per dimostrarle.
A questi inquirenti non interessa la verità dei fatto. Abbiamo la sgradevole sensazione che siano interessati ad acciuffare “un colpevole”, anziché “il colpevole”.
Ho avuto modo di verificarlo nello studiare il caso giudiziario di Milena Sutter e Lorenzo Bozano, a cui è dedicata una sezione di analisi di questo magazine che stai leggendo.
La raccolta dei dati. La dimostrazione logica del loro collegamento. L’impegno per una verità definitiva. Hercule Poirot fa indagine come si fa ricerca scientifica. Con la stessa fredda determinazione.
IL LATO UMANO DI POIROT
La novità interessante del film Assassinio sul Nilo, per merito del suo interprete e regista Kenneth Branagh, è il lato umano, intimo dell’investigatore belga.
Il film ha inizio con un prologo in bianco e nero che ci riporta alle trincee della Prima Guerra Mondiale. In questo si dimostra di una modernità inquietante: impossibile non pensare alla guerra della Russia in Ucraina.
Assistiamo al dolore di Poirot per la perdita di un comandante d’armi. All’apparizione della donna – un’infermiera – che ama e che lo va a trovare perché ferito in guerra. Un’atmosfera che ci ricorda l’Ernest Hemingway di Addio alle armi. Perché la guerra è uguale in tutti i racconti, purtroppo.
Il prologo ci fa comprendere come dietro il razionale Poirot vi sia un uomo che porta con sé il rimpianto di un amore perduto.
Proprio quel suo aspetto umano lo porta ad essere sensibilissimo ai dettagli. Ad essere vigile rispetto ai rischi. A combattere il mistero e il delitto per far vincere la verità sopra ogni cosa. E ci riesce, ovviamente.
I TEMI DEL RAZZISMO E DELLA DIVERSITA’
L’attore e regista Kenneth Branagh introduce due novità interessanti, rispetto al romanzo originale di Agatha Christie.
Senza rendere pensate la storia e senza uscire dal meccanismo del giallo, con brevi pennellate, Branagh ci introduce il tema del razzismo, attraverso il rapporto di due persone di etnie diverse. E quello della diversità sessuale, con un rapporto lesbico che non c’è nel romanzo.
La scelta di rendere più contemporanea la vicenda è, se vogliamo, coerente con quella di rendere più umano l’investigatore belga.
In questo, le scelte di sceneggiatura – affidata a Michael Green – cambiano registro rispetto a un romanzo come Dieci piccoli indiani.
In Dieci piccoli indiani, come si nota dall’analisi scritta su questo magazine, non vi è nulla di “politicamente corretto”: i personaggi sono bianchi, europei, quasi tutti maschi. Mentre le poche donne sono in ruoli secondari.
In Assassinio sul Nilo abbiamo un film che fa entrare la contemporaneità nella vicenda. O, meglio, rende visibile – rapporti interetnici, omosessualità – ciò che vi era anche ai tempi di Agatha Christie. Ma che non si mostrava.
L’operazione di Kenneth Branagh di “modernizzare” le coinvolgenti storie thriller di Agatha Christie, a mio parere è riuscita. E dà una certa freschezza a un classico che, riproposto uguale alla storia scritta nel romanzo, non avrebbe avuto altrimenti senso.
Maurizio Corte
corte.media
Assassinio sul Nilo. La video recensione
Assassinio sul Nilo. Il trailer del film giallo
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