Affetti, persone e sentimenti di una figlia sull’omicidio del padre Maurizio Gucci.

Il libro di Allegra Gucci – Fine dei giochi, il titolo – è un dialogo immaginario con il padre Maurizio, morto a Milano il 27 marzo del 1995.

Maurizio Gucci era erede del noto marchio del fashion della doppia G. È stato assassinato nel portone di casa, da un killer assoldato dalla ex moglie Patrizia Reggiani.

La Reggiani è stata condannata quale mandante di quel delitto.

Dopo 27 anni, Allegra Gucci, figlia della coppia, con la primogenita Alessandra, racconta per la prima volta la sua verità, il suo vissuto, la sua elaborazione e la sua nuova vita nelle 208 pagine del libro Fine dei giochi.

Il libro è in libreria per l’editore Piemme. Lo puoi acquistare nella tua libreria di fiducia oppure – attraverso questo link di affiliazione – su Amazon Libri.

L’INTERVISTA A VANITY FAIR

A Vanity Fair Allegra Gucci ha concesso una doppia intervista (stampa e video) e l’anticipazione in esclusiva del libro.

È un’intervista in cui Allegra racconta il suo dramma familiare con la dolcezza, la consapevolezza e la determinazione di una donna che molto ha sofferto; e che molto ha lavorato su stessa e quanto ha passato.

Ne emerge, già dall’intervista, un ritratto umano di rara bellezza. Che non ti aspetti, soprattutto in una persona nata in un mondo – quello dell’alta moda – impalpabile e ineffabile. 

Nata nel 1981, laureata in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, Allegra Gucci ha dedicato gran parte della sua vita alla difesa della madre, ritenendola per molti anni innocente.

È la secondogenita della famiglia Gucci. La sorella Alessandra è nata nel 1977. I genitori – Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci – si sono separati nel 1992.

Allegra ha provato a proteggere la sua vita privata, travolta dal caso di cronaca nera e dalla morbosità dei media. Adesso vive in Svizzera ed è madre di due figli.

Libro Fine dei giochi. Il racconto di Allegra Gucci

“Ho fatto questa intervista, ho scritto questo libro perché ho due figli piccoli”, ha dichiarato Allegra Gucci. “Vedendo il clamore suscitato dal film House of Gucci, non volevo crescessero senza sapere la verità”.

Ho ricostruito i ricordi pezzo per pezzo“, prosegue l’autrice del libro Fine dei giochi. “A volte ho provato dolore, altre un senso di liberazione. È la mia lettera a mio padre Maurizio. Perché mio padre Maurizio è sempre qui”.

Il libro Fine dei giochi è dedicato al padre, perso a 14 anni.

Così si esprime la figlia: “È venuto il momento di condividere le mie parole non più soltanto con te, caro papà. C’è molto da dire. La mia verità, la tua verità, la nostra verità“.

“Quella storia che è lì che aspetta di uscire allo scoperto da troppo tempo”, scrive poi Allegra Gucci.

La molla per raccontarsi è stato proprio il film di Ridley Scott House of Gucci, con Lady Gaga nel ruolo di sua madre Patrizia e Adam Driver in quello di suo padre Maurizio.

Allegra Gucci, sul Corriere della Sera, ha definito il film ”una pessima caricatura”.

ll successo del film, carico di candidature ai Golden Globe, ai Bafta, ai Critics’ Choice e per trucco e acconciatura anche agli Oscar, ha riportato all’attenzione della pubblica opinione quel caso clamoroso.

DIALOGO IMMAGINARIO FRA UNA FIGLIA E IL PADRE

Il libro Fine dei giochi è un dialogo immaginario tra la figlia e il padre. Allegra Gucci ricorda il rapporto con il papà, con la madre, oggi 73enne, passata per una lunga carcerazione; con la nonna tiranna.

Allega Gucci ricorda poi il rapporto controverso con Paola Franchi, la compagna del padre all’epoca del delitto.

“Tra mio padre e mia madre ci fu una storia bellissima durata 13 anni e interrotta dalla separazione avvenuta nel 1985”, racconta Allegra Gucci. “Il loro matrimonio non è finito a causa della Franchi, come spesso riportato dai giornali: l’allontanamento risale ad almeno 7 anni prima della loro relazione”.

La Convenzione di convivenza – un documento riportato nel libro e agli atti – “attesta la volontà di mio padre di non volersi sposare più”, spiega Allegra Gucci nell’intervista a Vanity Fair.

Franchi non era la moglie di mio padre, non era mia madre né tantomeno era un’amica”, sottolinea Allegra Gucci.

“Quando nel 1998 mia madre è stata giudicata colpevole, Franchi si è rivolta al Tribunale per i Minorenni indicando che io e il mio patrimonio eravamo ‘allo sbando’ e che lei si offriva per tutelare me e i miei interessi”, ricorda Allegra Gucci.

È stato un altro schiaffo. Io, figlia di un padre assassinato e di una madre incarcerata, dovevo subire anche questo”, evidenzia Allegra Gucci. “Paola Franchi non ci ha mai dato tregua”.

UNA NONNA MANIPOLATRICE

Altre parole, ancora più dure, sono per la nonna materna che definisce manipolatrice: “Per lei esistevano solo il denaro e il potere che ne discende”.

Allegra dice la sua verità sull’amica di famiglia Giuseppina Auriemma, detta “la maga”, la cui influenza su Patrizia Reggiani fu, secondo la Gucci, fondamentale per il delitto; e su Loredana Canò, compagna di cella della Reggiani.

Tuttavia il cuore del libro è proprio la madre. “Per 17 anni sono andata a trovarla ogni mercoledì e venerdì che Dio ha mandato in terra”, racconta la figlia Allegra.

Patrizia Reggiani, secondo Allegra, è una donna che è “come il negativo di una falena: è attratta dal buio. Per molti anni io e mia sorella abbiamo creduto nell’innocenza di nostra madre”.

Le due figlie, Allegra e Alessandra, sono arrivate poi “a scoprire dalla televisione e da sue mezze frasi che non era così . È stato terribile”, dice Allegra Gucci.

“Mi sono arrabbiata, e dopo la rabbia ho provato a capire se quella donna fosse mia madre oppure no”, prosegue Allegra. “Ma non riesco mai a capire chi sia veramente. E ogni volta che provo a cercare uno spiraglio, fallisco”.

Che cosa sogna oggi Allegra Gucci? “La serenità”, risponde al Corriere della Sera. “E che mia madre un giorno mi abbracci e mi dica: Ti voglio bene“.

- libro Fine dei giochi - Allegra Gucci - copertina---
Allegra Gucci intervistata da Vanity Fair

Il libro Fine dei giochi, il caso Gucci e i media

Come osserva Allegra Gucci, autrice del libro Fine dei giochi, nelle interviste rese con l’uscita del suo dialogo immaginario con il padre Maurizio, i media hanno svolto un ruolo importante nel racconto della vicenda.

Legittimo e sacrosanto l’interesse dei giornali per un delitto che ha toccato il mondo della grande imprenditoria italiana, quella nota in tutto il mondo.

Meno legittimo è il modo in cui i media trattano vicende criminali.

Si tratta di vicende che vedono, fra le vittime secondarie, giovani donne, come le figlie Allegra e Alessandra Gucci. Tant’è che proprio dalla televisione hanno saputo della colpevolezza della madre, con uno shock che è facile comprendere.

IL FILM “HOUSE OF GUCCI” E LA CARICATURA DEL REALE

Quanto al film House of Gucci, il giudizio che ne dà Allegra fa nascere il sospetto che la finzione cinematografica – che ci sta nel racconto di una vicenda – si sia sostituita alla verità sostanziale dei fatti.

Tant’è che Allegra Gucci, nell’intervista video a Vanity Fair afferma che il film House of Gucci “dice tante falsità”. E “ha perso una buona occasione per raccontare una bella storia”.

“Con il clamore del film, mi sono detta”, sottolinea Allegra Gucci, “come posso lasciare ai miei figli la verità?”.

Quello che possiamo trarre, dalla testimonianza di vita di Allegra Gucci, è che un conto è l’adattamento drammaturgico, a fini narrativi, di una storia vera. Serve per renderla al meglio con il linguaggio cinematografico.

Ben diverso è l’invenzione di angolazioni, presunte verità e osservazioni su un caso che ha segnato l’esistenza di persone che meritano rispetto.

Il libro Fine dei giochi dà così modo di confrontare il racconto dall’interno di una protagonista involontaria del dramma – la figlia Allegra Gucci, con la sorella Alessandra – con la versione cinematografica del Caso Gucci.

Non ho dubbi che – alla luce del lavoro che abbiamo fatto sul caso giudiziario a cui è dedicata parte di questo magazine – lo scarto fra vita vera e sua mediatizzazione sia, ahimè, considerevole.

Questo scarto non è giustificabile. Un giornalismo e una narrazione di qualità – sia essa pure di mera fiction – non possono in alcun modo offendere i sentimenti delle persone con la caricatura del reale.

Né le narrazioni e il giornalismo possono stravolgere quanto di vero è accaduto. 

Alla fine dell’articolo trovi il trailer del film, la polemica su House of Gucci e l’intervista video che Allegra Gucci ha concesso a Vanity Fair.

Maurizio Corte
corte.media

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Il trailer del film House of Gucci

In un’intervista, Allegra Gucci definisce il film House of Gucci una “caricatura”. Basta questo per guardare il film con occhio critico. E per capire dal libro Fine dei giochi, di Allegra Gucci, lo scarto tra normale drammatizzazione cinematografica e invenzione da storyballing.

L’intervista a Patrizia Reggiani e la polemica sul film

Libro Fine dei giochi. L’autrice Allegra Gucci

Allegra Gucci racconta a Vanity Fair il suo libro Fine dei giochi.

Si tratta di un dialogo immaginario con il padre Maurizio Gucci, ucciso nel 1995 da un killer incaricato dalla moglie Patrizia Reggiani, madre di Allegra.

Nel libro, Allegra Gucci dà uno spaccato di vita su quel dramma personale e familiare.

Oltre le drammatizzazioni dei media e oltre il film House of Gucci – che viene definito “una caricatura” – Allegra Gucci mette in campo quello che più conta: l’umanità di una donna, il suo dolore, lo smarrimento di fronte a una tragedia come la perdita violenza di un padre.

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