Un film sull’uso (e abuso) dei media per guardare e spiare gli altri, dimenticando noi stessi.

Il film The Voyeurs è stato definito un thriller erotico per alcune scene che, al giorno d’oggi, possiamo definire “da educande”. 

Proposto da Amazon Prime Video, il film ci racconta una storia accattivante, grazie anche ai riferimenti ad alcuni capolavori del cinema thriller e di quello thriller erotico.

L’aspetto più importante del film – di cui tratto nella seconda parte di questo articolo – è però quanto ci porti a riflettere sull’uso e sull’abuso dei media.

Convinti di poter essere meglio informati, poter meglio spiare, poter meglio conoscere grazie ai media – analogici o digitali che siano – ci dimentichiamo che davanti possiamo avere solo una messinscena. E che noi stessi possiamo essere vittima del gioco che pensiamo di condurre da padroni.

“THE VOYEURS”. LA TRAMA DEL FILM 

Una coppia di giovani, Pippa e Thomas, si è appena trasferita a Montreal (Canada) in un nuovo appartamento, coronando il sogno di vivere assieme. Lei lavora come oftalmologa in uno studio oculistico; lui lavora nel marketing e compone musiche.

Il loro è il classico loft con porte-finestre che danno un’ampia vista sull’esterno e sul palazzo di fronte.

La coppia Pippa (interpretata da Sydney Sweeney) e Thomas (interpretato daJustice Smith) per gioco e poi coinvolta nella vita degli altri, inizia a spiare gli inquilini del palazzo di fronte. Sono Giulia (interpretata da Natasha Liu Bordizzo) e XY (interpretato da Ben Hardy), lei modella e lui fotografo di moda e impenitente playboy che la cornifica con le giovani che posano nel suo studio fotografico.

L’appartamento della coppia di fronte diventa quindi il centro di attenzione di Pippa e Thomas che, poco attivi sul piano sessuale, trasferiscono il loro interesse alle relazioni sessuali dei vicini.

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I riferimenti a film come La finestra sul cortile, Omicidio a luci rosse e Basic Instinct sono evidenti.

Il paragone, fra The Voyeurs e quei capolavori del cinema thriller voyeur e di quello thriller erotico, non regge e The Voyeurs ne esce perdente.

La coppia di voyeur, Pippa e Thomas, scoprono che il fotografo si diletta con le proprie modelle all’insaputa della moglie Giulia.

La coppia Pippa-Thomas sviluppa così un’ossessione nei confronti dell’altra coppia, entrando prima a livello emozionale e poi con i fatti nelle dinamiche dei vicini. Ne arrivano a condizionare i destini, sino all’ineluttabile.

Dimenticano, però, sia Thomas che soprattutto Pippa, che se possiamo agevolmente guardare e ascoltare gli altri, a loro insaputa, grazie a una finestra e alle diavolerie dei media; possiamo essere altrettanto oggetto di sguardo.

Il regista Michael Mohan, autore anche della sceneggiatura, con The Voyeurs non regge il confronto con capolavori thriller sul voyeurismo verso i vicini come La finestra sul cortile e Omicidio a luci rosse; piuttosto che thriller erotici come Basic Instinct.

Il film, tuttavia, ci offre spunti di riflessione interessanti. Quegli spunti sui media che con La finestra sul cortile sono solo all’inizio.

Film thriller The Voyeurs: il trailer 

La recensione del film 

Alcuni critici dei maggiori magazine online sono severi nei confronti di The Voyeurs. Del resto, quando si osa sfidare i classici del genere c’è il rischio di perdere in modo evidente.

Non convince, secondo i critici, la struttura narrativa del film di Michael Mohan: dura un paio d’ore, ma fino a metà film non abbiamo i colpi di scena che ci si attende.

La presentazione e l’ambientazione, il profilo dei personaggi e le prime scene utili a inquadrare la storia – il set-up come viene chiamato – di solito dura il primo quarto di film. Poi vi è svolta che porta il protagonista al conflitto e alle battaglie perse (molte) e vinte (assai poche).

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In The Voyeurs, invece, come accade in altri film drammatici francesi, abbiamo la svolta verso il conflitto a metà film. Questo disorienta lo spettatore, che non capisce cosa attendersi.

La recitazione degli attori che interpretano la coppia guardona – Pippa e Thomas – non è convincente come ci si aspetta. Come coppia non funzionano proprio: Thomas, sopratutto, sembra recitare in un’altra storia.

Più convincenti Giulia e lo stallone Seb, che bene interpreta la parte del fotografo seduttivo e insidioso verso le modelle che fa posare nella sua casa studio.

Quanto a Giulia, un pizzico in più di ambiguità nel comportarsi quando si presenta nello studio di Pippa, per comprare un paio di occhiali, non sarebbe guastata.

La regia risente di una sceneggiatura che andava più lavorata e meditata. Purtroppo, quando un regista – con una certa dose di presunzione – decide di scrivere da solo la sceneggiatura, è un genio del racconto oppure si impantana qui e là.

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I GIUDIZI SU ROTTEN TOMATOES

Il magazine specializzato Rotten Tomatoes assegna un punteggio di 5.70/10 con le recensioni dei critici cinematografici; e di 3 stelle su 5 con i pareri del pubblico

Johnny Oleksinski, critico del The New York Times, scrive: “Era ora che Amazon entrasse nel mondo del porno softcore. Il gigante digitale ci permette già di ordinare uno sturalavandini per WC mentre guardiamo una TV prestigiosa. Perché non aggiungere anche un po’ di malumore?”.

“Questo è davvero tutto ciò che è il nuovo film The Voyeurs – malumore sventato“, rincara la dose il critico. “Il film drammatico dello sceneggiatore-regista Michael Mohan cerca di essere una moderna Finestra sul cortile (enfasi sul “retro”), ma Hitchcock non lo è. The Voyeurs è una sciocchezza a buon mercato e senza fine che si prende più sul serio di Amleto“.

LA RECENSIONE DEL GUARDIAN

Di diverso parere Charles Bramesco del Guardian: “Non c’è mai un momento di noia in queste due ore intere, che divampano tra affari, collegamenti, costumi sexy di Hamburglar, spiegazioni della fisica del laser, alcune morti e occasionali lampi di vera emozione con una perspicacia vincente“.

“Ogni volta che uno spettatore potrebbe pensare di sapere dove sta andando tutto, l’agile sceneggiatura fa un passo avanti“, osserva il critico del Guardian. “Più impressionante, il tono è stato calibrato alla perfezione, flirtando con l’assurdo mentre si ferma appena prima di una palese sciocchezza”.

Credo che la verità stia nel mezzo di questi due giudizi.

Se prendiamo The Voyuers come un film che tenta di posizionarsi al livello del film La finestra sul cortile o di Basic Instinct, allora la battaglia è persa. E il film crolla in modo misero e irritante.

Se guardiamo il film consapevoli che i capolavori del passato sono solo un pretesto per raccontare, con l’attrattiva del voyeurismo e dell’erotismo, una storia d’inganni e finzioni, allora possiamo gustarci due ore interessanti. 

In quest’ultimo caso, la narrazione che viola le regole canoniche dei film – con i tre atti: set-up 25% del tempo, conflitto 50% del tempo, risoluzione 25% finale del tempo della storia – ha un suo perché. 

Del resto, la vita non sempre ha i tempi classici dello storytelling. E non sempre le nostre esistenze sono modulate su tre atti.

L’analisi del film “The Voyeurs”

Colto subito l’ammiccamento al film La finestra sul cortile e a Basic Instinct, nel guardare The Voyeurs mi sono chiesto dove voglia portarci il regista, che è anche autore della sceneggiatura.

Quando ho visto il colpo di scena al centro del film, ho capito che Michael Mohan non aveva alcuna intenzione di coinvolgerci in un racconto classico.

La sua storia, a mio parere, va oltre il thriller con l’omicidio (o il presunto tale) visto da una finestra che dà su quella dei vicini. Va oltre l’erotismo del dramma che si snoda fra amplessi e tensione omicidiaria.

RIFLESSIONE SU CERTE NOSTRE ABITUDINI

Ho capito che la storia doveva essere funzionale a una riflessione su certe abitudini diffuse:

  • lo spiare la vita degli altri;
  • l’intrufolarci nell’altrui intimità;
  • l’attrazione per il sesso degli altri (come, dove e con chi lo fanno);
  • la partecipazione ai drammi altrui;
  • il senso di verità e di giustizia che ci portiamo dentro, anche da guardoni;
  • l’inganno che la realtà ci propina;
  • l’inganno stesso dei media, che aumentano solo in teoria la nostra capacità visiva e di conoscenza;
  • la miopia che è costitutiva del nostro essere umani;
  • la distrazione che ci impedisce di guardarci mentre guardiamo gli altri

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L’ILLUSIONE E L’INGANNO DEI MEDIA

I media ci illudono di portarci là dove da soli non riusciamo ad arrivare: ad esempio, a vedere come vedono gli uccelli, per citare la dottoressa dove lavora la protagonista Peppa; a sentire suoni lontani come se fossero in stanza con noi.

I media presenti nel film – binocolo per zoomare sui vicini, laser per catturarne le vibrazioni, mixer e computer per tradurre i suoni in parole comprensibili – danno l’illusione alla coppia Peppa e Thomas che la realtà aumentata ci porti maggiore conoscenza.

Se posso vedere in primo piano la coppia dei vicini Giulia e Seb, se posso ascoltarne le parole e quindi assistere a tutta la loro vita – scena in cui recitano e retroscena – allora posso comprenderli meglio.

L’illusione è che la realtà aumentata che ci danno i media possa cogliere a fondo la vita di qualcuno, sapere chi è costui e addirittura determinarne l’andamento. 

L’illusione è che i media ci consentano addirittura di decidere i destini nostri e degli altri.

L’illusione è che l’onnipotenza dei media noi si passa esercitarla nel buio della nostra stanza. Ci illudiamo di poter agire senza essere visti, senza metterci in gioco, senza entrare in comunicazione con gli altri che spiamo e vogliamo controllare.

Purtroppo è solo un’illusione che nasconde un inganno.

QUELLO CHE I MEDIA CI FANNO CREDERE

L’inganno consiste in questo: i media mi fanno credere – con la mia complicità di crederli oggetti magici – di poter conoscere, penetrare e governare la realtà che ho di fronte.

I media mi fanno credere di poter plasmare la realtà che osservo, sia essa materiale o realtà umana. I media mi fanno pensare di fare tutto questo senza sporcarmi le mani. Senza entrare in partita.

Non mi pongo il problema se ciò che vedo aumentato è davvero la realtà; oppure è solo una messinscena, un imbroglio, un dramma recitato apposta per me.

Non mi pongo neppure il problema forse più importante: se io posso spiare te, e pensare di conoscerti a fondo e controllarti e orientarti; tu puoi fare altrettanto.

È la comunicazione che ci rende visibili a tutti, bellezza. Perché la comunicazione attraverso i “nuovi media” è a due vie: rende potente me nel guardare te; ma rende potete pure te nel guardarmi.

Giornalismo investigativo e giornalismo d'inchiesta - Blog sul sequestro di Milena Sutter - Il Biondino della Spider Rossa - Agenzia Corte&Media Verona - photo by João Silas

LA PRIGIONE DEI MEDIA

Perché è una prigione quella in cui si chiudono Pippa e Thomas, con la prima che si ammanetta in sé stessa anche dopo essersi accorta di essere vissuta in una prigione senza sbarre?

È una prigione, quella della coppia voyeur, perché tutte le abitudini che non ci fanno vivere altro ci rendono detenuti dietro sbarre invisibili.

È una prigione perché la dipendenza dai media, nel leggere la realtà e le altre persone, ci costringe in un’area limitata. È l’area che i media stessi ci assegnano e che ci consentono di praticare.

CHIUSI IN UN RECINTO

Convinti di essere potenti nel guardare, nel superare i limiti di spazio e di privacy; convinti di essere al riparo da ogni sguardo altrui, Pippa e Thomas – la coppia voyeur – si sono chiusi nel recinto che il binocolo, il laser, il mixer e il computer hanno costruito per loro.

Il film thriller The Voyeurs ha assai poco dell’erotismo di Basic Instinct, perché anche l’erotismo come le idee e le passioni cammina sulle gambe delle persone. E qui non abbiamo una Sharon Stone e un Michael Douglas a farlo passare, quell’erotismo.

The Voyeurs ha assai poco anche del film La finestra sul cortile. Non c’è una Grace Kelly e non c’è un James Stewart al posto giusto, fra intuizioni azzeccate e goffi impedimenti.

Il film thriller The Voyeurs ha però un merito – senza essere un capolavoro – che gli altri due capolavori del cinema non hanno: sbatterci davanti la nostra impotenza e stupidità e cecità di fronte all’inganno dei media.

The Voyeurs e il tema del crimine nei media

Dietro ogni crimine c’è un inganno. Chi uccide, o ruba, o manipola, non vuole essere scoperto. Anche quando confessa, non dice tutto quello che conosce.

Il film thriller The Voyeurs ci offre l’inganno servito in prima fila. In questo mi ricorda il caso giudiziario al centro di questo magazine: la vicenda di Milena Sutter e Lorenzo Bozano (Genova, maggio 1971).

Chi mi conosce, sa che in ogni film crime cerco le connessioni con il Caso Sutter-Bozano.

Cosa accomuna The Voyeurs e la vicenda genovese del 1971, con il (presunto) rapimento e il (presunto) omicidio di Milena Sutter? 

La risposta è semplice, quasi scontata: l’inganno, l’imbroglio. Ciò che è stato raccontato sul caso di Milena Sutter può essere solo una messinscena per coprire altro.

Ne parlo nel ciclo di articoli Caso Sutter-Bozano: 50 imbrogli contro la verità.

Il film thriller The Voyeurs è disponibile su Amazon Prime Video

Maurizio Corte
corte.media