La battaglia di una donna contro un sistema giudiziario che vuole condannare senza prove.

“Una intima convinzione” è un film legal thriller che racconta, traducendolo in narrazione cinematografica, il Caso Viguier, un fatto di cronaca di vent’anni fa in Francia.

La vicenda vide coinvolto Jacques Viguier, un professore di diritto accusato della morte della moglie Suzanne in seguito alle rivelazioni dell’amante della donna. Il corpo non stato mai ritrovato.

Nel film, grazie all’ostinazione di Nora (l’attrice Marina Foïs), convinta dell’innocenza dell’uomo, e a un avvocato di grido (l’attore Olivier Gourmet), il processo d’appello potrebbe essere l’occasione per ribaltare quella che appare come una verità inattaccabile.

La figura di Nora è inventata e consente di entrare nel caso e nel tema della verità con un processo di identificazione con la donna, a cui non possiamo sfuggire.

Nora stessa incarna l’interrogativo di fondo del film d’esordio di Antoine Raimbault: vale la pena rischiare tutto – affetti, lavoro, serenità – per la battaglia per la verità?

La stessa Nora, poi, incarna quella volontà di giustizia che serpeggia fra noi gente comune. Noi che siamo insofferenti ai tecnicismi giudiziari e pensiamo che basti il giusto intuito, l’intima convinzione appunto, per assolvere o condannare.

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Il film thriller, della serie giudiziaria, “Una intima convinzione”, con la regia di  Antoine Raimbault, disponibile su Prime Video di Amazon, mi ricorda molto il caso del Biondino della Spider Rossa a cui è dedicato questo blog.

Il punto di contatto stretto fra la vicenda di un marito che si vuole condannare in appello sulla base del pregiudizio – l’aver ucciso e fatto sparire il corpo della moglie, senza prova alcuna – e quella di Lorenzo Bozano sta in un punto dell’arringa finale dell’avvocato dell’imputato.

L’avvocato Maître Eric Dupond-Moretti pronuncia una frase che fa accapponare la pelle: “L’errore giudiziario non è mai un incidente. E’ un gioco intenzionale che si insinua nei nostri principi. Se voi condannate in totale assenza di prove, di sicuro avrete giudicato. Ma non avrete reso giustizia”.

E poi l’avvocato dell’imputato Jacques Viguier, il marito assolto dal tribunale e ora processato in Corte d’Assise per la sparizione e morte della moglie, il cui corpo non è mai stato trovato, fa un’altra affermazione che si ricollega al Caso Sutter-Bozano: “Esiste una sola prova della colpevolezza dell’imputato? Non sta a voi giurati considerare le ipotesi. Questo lavoro fatto doveva essere fatto, con le maniche rimboccate dalla nostra polizia”.

Sulla polizia e sulla rinuncia alla giustizia imparziale, l’avvocato lancia il j’accuse più inquietante: “Quando la convinzione della polizia sarà sufficiente, allora la giustizia morirà. E noi non avremo più motivo di esistere”.

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La recensione del film “Una intima convinzione”

Questa la trama del film “Una intima convinzione”, secondo la presentazione che ne fa MYmovies.

“Dopo aver assistito in prima persona al processo di Jacques Viguier, accusato dell’omicidio della moglie (di cui non si è ritrovato il cadavere) e poi assolto, Nora, una madre e lavoratrice come chef di un ristorante, decide di sostenerne la causa quando viene fatto ricorso contro la sentenza”.

“La vicenda si trascina ormai da 10 anni e la donna riesce a convincere l’avvocato Dupont-Moretti, un principe del Foro, ad assumerne la difesa”.

“L’avvocato accetta a patto che sia lei a sbobinare le innumerevoli ore di intercettazione del suo principale accusatore, l’amante della moglie.

“Nora finisce con il mettere in secondo piano sia il figlio che il lavoro per dedicarsi all’aiuto di uno sconosciuto della cui innocenza ha l’intima convinzione”.

“Nel film Nora inizialmente accetta di mettersi al servizio di Dupont-Moretti fornendogli materiale prezioso di riflessione. Poi diventa il suo stimolo, se non la sua spina nel fianco, quando il legale sembra più incline ad ascoltare ciò che gli detta l’esperienza rispetto a quei segnali quasi istintivi che potrebbero fare la differenza”.

Ho selezionato due recensioni per questo film thriller francese del 2020, proposto su Prime Video di Amazon.

“Una intima convinzione, recensione: thriller giudiziario eccellente che esalta il dubbio”, è il titolo della recensione di Raffaella Mazzei sul magazine online Spettacolo.Eu.
Il sottotitolo: “Una intima convinzione è un thriller giudiziario che alimenta la suspence scena dopo scena: la recensione dell’elegante film diretto da Antoine Raimbault, con una splendida Marina Foïs e un imperturbabile Olivier Gourmet“.
https://www.spettacolo.eu/una-intima-convinzione-recensione/

Una intima convinzione, di Antonie Raimbault. Sospeso tra l’ansia del verdetto e la spasmodica tracciabilità di una verità invisibile da fare emergere, l’esordio di Raimbault diventa un legal thriller appassionante”, è il titolo dell’articolo di Tonino De Pace sul magazine online Sentieri Selvaggi.

Nell’articolo si sottolinea che “Una intima convinzione, senza perdere di vista l’ambientazione e la libera ricostruzione dei fatti, ha l’ambizione di essere qualcos’altro, di essere un altro film in cui la ricerca della verità diventa tema dominante, percorso tortuoso, faticoso, disarmante. La verità sembra diventare una specie di scommessa e per soddisfare la scommessa devi rischiare del tuo, essere disposto a perdere tutto, o quasi”.
https://www.sentieriselvaggi.it/una-intima-convinzione-di-antonie-raimbault/

Su Coming Soon trovi la scheda con i nomi dei personaggi e degli attori di questo legal thriller che si rifà alla struttura e allo stile dei classici del genere “legal thriller”, salvo poi aggiungervi quel tocco di originalità che lo rende una grande pellicola. 
https://www.comingsoon.it/film/una-intima-convinzione/58851/scheda/

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“Una intima convinzione” e il Caso Sutter-Bozano

La grandezza del film thriller “Una intima convinzione”, come rilevato anche nelle recensioni che ho proposto qui, sta nel presentare un caso vero, singolo, particolare e nel renderlo universale.

Il regista Antoine Raimbault esordisce con un lungometraggio in cui possiamo riconoscere le dinamiche, i temi, i dubbi atroci, le inquietudini e le miserie di tanti casi giudiziari basati su indizi. Ma che non hanno prove oltre ogni ragionevole dubbio.

Uno di questi casi è la vicenda al centro di questo blog: il caso di Milena Sutter, 13 anni, scomparsa e poi trovata senza vita a Genova nel maggio del 1971, e la vicenda giudiziaria di Lorenzo Bozano, prima assolto nel 1973 e poi condannato nel 1975 per la sparizione e la morte di Milena.

Anche contro Lorenzo Bozano, come nel caso Viguier al centro del film, non vi erano prove. Vi erano tanti indizi e tanti dubbi.

Le certezze che mi hanno manifestato, nelle interviste, il pubblico ministero del processo a Bozano nel 1973, Nicola Marvulli, valente magistrato, e gli avvocati di Parte Civile, Gustavo Gamalero e Alfredo Biondi, principi del Foro di Genova, erano di fatto “intime convinzioni”.

Non vi è una prova, oltre ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza di Lorenzo Bozano:

  • nessuno può affermare con certezza che la cintura da sub trovata sul corpo della vittima fosse sua; 
  • le sue soste davanti alla Scuola Svizzera, frequentata dalla ragazzina, sono l’esatto contrario di quanto fa un rapitore;
  • il piano di rapimento scritto da Lorenzo Bozano non corrisponde a quanto accaduto a Milena Sutter e fu scritto in stato di ebbrezza;
  • la telefonata del presunto rapitore presenta incongruenze e dimostra semmai di essere una forma di depistaggio.

A questo si aggiunga la ferma convinzione – pagata cara – dell’amica di Milena Sutter, Isabelle, che Lorenzo Bozano non c’entri con il tragico destino della ragazzina di origini svizzere.

Milena-Sutter-Rapimento-e-omicidio-Genova-maggio-1971---

Il parallelo fra il Caso Sutter-Bozano e il film “Una intima convinzione” si gioca anche sul fronte del destino delle due vittime.

Nel caso francese, l’affaire Suzanne Viguier, che vede imputato il marito Jacques Viguier (interpretato dall’attore Laurent Lucas), vi è la sparizione di una donna, la moglie Suzanne.

E’ sparita di sua volontà, lasciando marito, amante e figli? Oppure è stata uccisa dal marito o dall’amante o da qualcun altro? Non lo sappiamo. 

Come spiega l’avvocato difensore, nell’arringa al processo contro Jacques Viguier, sappiamo solo che la donna è uscita di casa, a 38 anni, il 27 febbraio 2000, ed è scomparsa nel nulla. Il resto non lo conosciamo. Possiamo solo formulare ipotesi.

Nel caso di Milena Sutter, sappiamo che è morta. Non conosciamo le cause del decesso, perché la perizia medico-legale dei professori Franchini e Chiozza non ha fondamento scientifico.

Checché ne dicano i giudici (quello istruttore e i giudici dei processi a Bozano) non è vero che Milena Sutter fu uccisa, con azione di strozzamento e di probabile soffocamento.

Abbiamo, anche qui, solo ipotesi. E abbiamo convinzioni non scientifiche che servono solo a distorcere il quadro della vicenda.

Al centro del film “Una intima convinzione” vi è il tema della verità:

  • la verità giudiziaria, quella dei tecnicismi giuridici legati ai processi e ai riti legali;
  • la verità della gente, creata e alimentata dai giornali e dalla mediatizzazione dei casi di cronaca nera;
  • la verità intima, convinta (l’intima convinzione) di chi vuole cercare una verità alternativa a quella ufficiale;
  • la verità intima, convinta (altri intima convinzione) di chi vuole condannare perché sente che l’imputato è colpevole;
  • la verità della polizia, che cerca di imporre il proprio punto di vista anziché lavorare per la verità oltre ogni ragionevole dubbio

Tutte queste verità le ritroviamo anche nel libro che ho scritto con Laura Baccaro: Il Biondino della Spider Rossa. Crimine, giustizia e media.

Nel libro abbiamo presentato queste verità:

  • la verità storico-fattuale, ovvero gli eventi e i dati di cui siamo certi;
  • la verità medico-legale che smentisce quella ufficiale;
  • la verità psicologica, che smentisce i pregiudizi contro Bozano; la verità mediatica che ha costruito il mostro.

Jacques Viguier è innocente o colpevole? Lorenzo Bozano è colpevole oppure è innocente?

Queste domande sono legittime. Il film di Antoine Raimbault ci porta oltre questi interrogativi, che sono interessanti ma anche fuorvianti.

La domanda cogente è una sola: se sia giusto condannare una persona pur in presenza di ragionevoli dubbi.

Il sistema giudiziario, in una società democratica, si gioca su questo punto.

Milena Sutter, Lorenzo Bozano, analisi dei media - sequestro e omicidio - Genova - 1973

Magistrale arringa dell’avvocato nel film “Una intima convinzione”

Il film “Una intima convinzione” tocca il suo punto più alto – rivelando la cura del regista e l’attenzione della sceneggiatura al ritmo filmico – nell’arringa dell’avvocato difensore, Maître Eric Dupond-Moretti, interpretato dall’attore Olivier Gourmet.

Alcuni passaggi del suo discorso sono sufficienti a illuminare il tema della verità oltre ogni ragionevole dubbio:

  • voi, giurati, tornerete a casa, avendo segnato le sorti di un uomo;
  • non mi piace questo processo perché debbo combattere contro l’immaginazione;
  • questo processo, a causa della cecità e della carenza delle indagini, è diventato un campionato mondiale delle ipotesi differenti;
  • l’errore giudiziario non è mai un incidente. E’ un gioco intenzionale che si insinua nei nostri principi;
  • se voi condannate in totale assenza di prove, di sicuro avrete giudicato. Ma non avrete reso giustizia;
  • non sta a voi giurati considerare le ipotesi. Questo lavoro doveva essere fatto, con le maniche rimboccate, dalla nostra polizia”.

Queste considerazioni dell’avvocato di Jacques Viguier, nel film “Una intima convinzione”, possiamo applicarle al processo in Corte d’Assise d’Appello a Lorenzo Bozano, nel 1975.

Fu, quello, un errore giudiziario? Non posso affermarlo, perché cadrei nello stesso errore dei colpevolisti.

Un dato è certo: non vi è stata, sulla vicenda di Milena Sutter, la pronuncia di una verità “oltre ogni ragionevole dubbio”.

E’ per questo, per i valori liberaldemocratici alla base della nostra democrazia, che il lavoro di ricerca, di studio, di riflessione di ProsMedia su questa vicenda ha un senso.

Così come ha un senso profondo – quello del capolavoro – il film “Una intima convinzione”.

Per non fermarsi alle verità apparenti, emotive, mediatizzate, personali o frutto del tecnicismo algido del giudiziarismo che deresponsabilizza le scelte umane.

Maurizio Corte
www.corte.media

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