Vostro Onore, la serie tv sulla Rai pone un dilemma a un giudice integerrimo, costretto a scegliere fra la coerenza etica del suo ruolo e la necessità di salvare la vita al proprio figlio.
È l’attore Stefano Accorsi a interpretare il ruolo del protagonista in Vostro Onore, la nuova serie televisiva thriller in quattro episodi, in prima serata, su RaiUno, da lunedì 28 febbraio 2022.
La serie è disponibile in streaming anche su RaiPlay, che ha messo il primo episodio come anteprima proprio sulla piattaforma della Rai.
Tra i protagonisti della serie tv legal thriller, con la regia di Alessandro Casale, anche Remo Girone, Francesco Colella, Betti Pedrazzi, Barbara Ronchi.
La serie tv Vostro Onore è l’adattamento italiano della serie israeliana Kvodo, di cui Showtime ha anche realizzato la versione americana, Your Honor, con Bryan Cranston.
Il personaggio del giudice milanese, Vittorio Pagani, interpretato da Accorsi. ha tuttavia alcune sfumature che lo distinguono dall’omologo americano.
L’attore italiano riesce meglio a interpretare il tormento di un “padre latino”, portato a proteggere un figlio problematico. Un figlio scosso dalla morte tragica della madre che adorava.
Vostro Onore. La trama della serie tv
La serie tv ha inizio con Vittorio Pagani, un giudice milanese, conosciuto e rispettato per la sua integrità, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano.
Entriamo subito nel vivo del personaggio vedendo – severo ma anche empatico e comprensivo – mentre Pagani presiede il processo a carico di un giovane straniero, imputato di uno scippo.
Nel mentre prendiamo le misure del giudice, con un montaggio in parallelo assistiamo anche all’incidente stradale che vede coinvolto il figlio Matteo e il figlio di un boss della malavita.
La recente scomparsa della moglie ha segnato dolorosamente la vita del giudice e complicato il già difficile rapporto con il figlio Matteo.
Quando il giovane Matteo – ancora senza patente – investe con la macchina il giovane esponente di una famiglia criminale, i Silva, il giudice Vittorio Pagani si trova costretto a fare una scelta.
I Silva sono una vecchia conoscenza del giudice: è stato Pagani, infatti, quando era pubblico ministero, a smantellarne l’organizzazione, arrestandone il capoclan.
Il giudice è ben consapevole che, se scoprono il responsabile dell’incidente, i Silva non esitano a vendicarsi, uccidendo Matteo.
Per questo il giudice tanto integerrimo si avvia a infrangere quella “Legge” della quale è da sempre paladino.
Preso dal panico, il giudice denuncia all’ispettrice Vichi il furto dell’auto coinvolta nell’incidente. E si rivolge all’amico ispettore della Dia (la direzione investigativa antimafia) Salvatore Berto, per farla risultare rubata.
Salvatore, in debito d’onore con Vittorio, non si tira indietro e chiede a sua volta aiuto al giovane cugino della moglie, Nino Grava. Questi, poco dopo, viene però fermato a bordo della vettura e arrestato.
Vittorio fa in modo che ad assumersi la difesa di Nino venga scelta Ludovica, una promettente ex-tirocinante, per la quale prova un sentimento sincero ma represso, a causa della sua delicata situazione professionale ed emotiva.
In commissariato le indagini vedono spuntare anche il nome del boss mafioso Filippo Grava, imparentato con Nino e fratello di Maddalena, la moglie di Salvatore.
Matteo, intanto, seguendo le indicazioni del padre, cerca di comportarsi normalmente, anche se è tormentato dall’ansia e dai frequenti attacchi d’asma.
Con l’intento di non coinvolgere le persone a lui vicine, il figlio del giudice, Matteo, diventa scontroso e prende le distanze dalla nonna Anita, che lo aveva accolto in casa dopo la morte della madre, dalla fidanzata Chiara, e da Dario, il suo migliore amico.
Stringe invece un rapporto sempre più stretto con Camilla, appena arrivata a Milano e nella sua scuola, con la quale si sente a suo agio.
Purtroppo la ragazza è la figlia del nuovo dirigente del commissariato, Paolo Danti, che guida le indagini sull’incidente.
Da qui la situazione per Vittorio e per il figlio si fa sempre più compromettente: le scelte del giudice provocano una reazione a catena. Una reazione che finisce per travolgere anche le altre persone coinvolte.
In una vera e propria discesa agli inferi, Vittorio deve fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. Il tutto nel costante e disperato tentativo di proteggere la vita di Matteo.
L’OPINIONE DELL’ATTORE STEFANO ACCORSI
“È la storia”, spiega Stefano Accorsi, “del conflitto morale, drammatico e assoluto, di un uomo che deve fare una scelta”.
La scelta, ci spiega Accorsi, è “tra la fedeltà ai principi etici di giustizia sui quali ha modellato la sua vita personale e professionale, diventando un esempio di
rettitudine e affidabilità; e l’istinto più ancestrale di difesa degli affetti più cari, in pericolo d’essere annientati”.
Va ricordato che Vittorio Pagani è un giudice conosciuto e rispettato per la sua integrità.
Ha poi una certa ambizione: è in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano.
Suo figlio Matteo ha sbagliato e lui lo spinge a prendersi le sue responsabilità. Fino a quando si rende conto che, così facendo, la vita del figlio è rischio.
Qui sorge il dilemma: che fare? Come reagirebbe un qualsiasi genitore?
Vostro Onore è co-prodotta da Rai Fiction con Indiana Production.
L’etica e l’istinto di un padre
“Qui”, fa notare l’attore Accorsi, “non si tratta di pensare che cosa si è disposti a fare per raccomandare un figlio. Ma caso mai per salvargli la vita, una cosa sulla quale non credo ci siano due risposte. Secondo me ce n’è solo una”.
Prosegue Accorsi: “Io credo che l’istinto primordiale di un genitore sia quello di salvare la vita di un figlio, è qualcosa di atavico. Questo dilemma è quasi qualcosa
che attiene alla tragedia greca”.
Siamo davanti a un padre vedovo, che ha costruito tutta una vita in assenza perché praticamente pensava solo al lavoro: un lavoro che a che fare con l’etica, con la giustizia, con un ruolo pubblico.
Per un caso della vita, quel padre si trova a dover rimettere in discussione tutto, a mentire per salvare il figlio.
Il Palazzo di Giustizia di Milano fa da sfondo a questo thriller action.
La serie tv Vostro Onore gioca su questo dilemma morale sin dal primissimo episodio.
La trama della serie televisiva è adattata alla realtà italiana. Questo con l’aiuto di consulenti magistrati, che hanno permesso di trasporre il format nel contesto delle leggi e del sistema giuridico del nostro Paese.
L’ATTORE STEFANO ACCORSI TORNA ALLE SERIE TV
Stefano Accorsi – che interpreta il giudice e padre protagonista della fiction Rai – con Vostro Onore è tornato alla serialità televisiva dopo un lungo periodo dai tempi della trilogia Sky 1992, 1993 e 1994 e dopo un’assenza dalle reti generaliste di più di 10 anni: in mezzo tantissimo cinema.
Bolognese, classe 1971, Stefano Accorsi ha varcato da pochi mesi la soglia dei 50 anni.
Vanta trent’anni di carriera, compresa una Coppa Volpi e un David di Donatello.
Serie tv Vostro Onore e il caso di Lorenzo Bozano
Già il primo episodio della serie tv Vostro Onore mi ha portato a fare un confronto con il caso di Lorenzo Bozano.
Lorenzo Bozano, per chi segue questo magazine, è una persona ben conosciuta. Nel 1971 fu arrestato con l’accusa di aver rapito e ucciso Milena Sutter, 13 anni, a Genova, il 6 maggio 1971.
A differenza del giudice Vittorio Pagani di Vostro Onore, il padre di Lorenzo – Paolo Bozano – è stato il Grande Accusatore del figlio.
Paolo Bozano, uomo d’altri tempi, dai fermi principi morali, laureato in Giurisprudenza, ha una serie di punti in comune con il giudice della serie tv Vostro Onore.
Anche Paolo Bozano ha perso la moglie: non perché sia morta, ma per una separazione parecchio conflittuale.
Anche Paolo Bozano si trova di fronte un figlio problematico: Lorenzo ne combina di tutti i colori. Anche se non arriva di sicuro a commettere, almeno prima del maggio 1971, un omicidio come accade invece al giovane Matteo di Vostro Onore.
Altra coincidenza fra la serie tv Vostro Onore e la vicenda dei Bozano, il fatto che Lorenzo Bozano abbia un giorno preso l’auto di uno zio e, senza patente, sia andato fuori strada. Ha così causato un incidente, senza tuttavia fare mare ad alcuno.
LA CRIMINALIZZAZIONE DI UN FIGLIO
Sia il giovane milanese Matteo Pagani della serie tv, che il giovane genovese Lorenzo Bozano hanno in comune:
- la perdita (fisica o come presenza stabile) della figura materna;
- il rapporto conflittuale con la figura paterna;
- le crisi esistenziali di giovani con loro profonde fragilità;
- il commettere atti (da lievi a gravi, a gravissimi nel caso di Matteo) contro la legge
La differenza fra i due giovani – Matteo e Lorenzo – è che si trovano di fronte due padri opposti.
Il padre di Matteo compromette tutto, a cominciare dai suoi principi, per difendere un figlio che ha trascurato. E che ora vuole proteggere.
Il padre di Lorenzo Bozano criminalizza il figlio per esorcizzare proprie tensioni. E per far portare al giovane figlio pesi che si sarebbe dovuto assumere sulle sue spalle.
La condanna all’ergastolo di Lorenzo Bozano deve molto alle denunce, con qualche fondamento, e al profilo psicologico, del tutto fuori luogo, che il padre Paolo ha mosso contro il figlio.
Mi ha sempre stupito come Lorenzo Bozano – che ho conosciuto molto da vicino, per oltre dieci anni – abbia sempre rispettato la memoria del padre Paolo.
Lorenzo Bozano ha persino chiesto di togliere una notarella nel libro Il Biondino della Spider Rossa, in cui – scrivendo la verità – mettevo, senza volerlo, in una luce negativa il padre Paolo.
La serie tv Vostro Onore è così uno spunto di riflessione anche sul ruolo e le responsabilità di noi padri.
La legge, certo, va rispettata. Su questo non vi sono dubbi. I valori etici sono fondamentali.
Tuttavia, compito di un padre – specie se attaccato a profondi ideali – è di non nuocere a un figlio. E, certo, è suo dovere non scaricare su un figlio le proprie contraddizioni.
Maurizio Corte
corte.media
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Vostro Onore. Il trailer della versione americana
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org