Ti piacciono le storie ufficiali? O anche tu ami il dissenso?

Crime Window & Media è la newsletter che ti dà uno sguardo irriverente sul mondo del crimine e della giustizia. Puoi così vedere film, serie tv e leggere libri con l'occhio addestrato di chi non si ferma alle verità di comodo. Ti arriva ogni mese con contenuti unici, con il pensiero critico delle persone libere e l'umanità di chi rispetta la dignità delle persone. ISCRIVITI SUBITO! Nessun costo, niente spam, ti cancelli quando vuoi.

La serie televisiva thriller Black-out -Vite Sospese sulla Rai è un fumettone crime in salsa destrorsa. 

Possiamo definirlo “un fumettone in salsa destrorsa” la serie tv della Rai Black-out – Vite Sospese divisa in otto puntate. 

È un fumettone, perché c’è poco o nulla di credibile in quanto ci viene raccontato. Ed è un peccato, dato che l’ambientazione, i personaggi e alcuni temi si sarebbero prestati a una grande narrazione.

È una serie in salsa “destrorsa” perché sia l’intreccio thriller che i temi evocati – la criminalità organizzata e la tratta dei migranti – sono trattati con la superficialità tipica della Destra politica italiana. Una Destra assai lontana dalle tradizioni liberali e democratiche.

LA TRAMA DELLA SERIE TV RAI

Siamo nella classica ambientazione vacanziera di montagna. Clima natalizio, quando tutti ci vogliamo bene. Relax dopo un anno duro di vita e di lavoro. Contesto, certamente, da signori di ceto sociale medio-alto.

È purtroppo quando tutto sempre indicare che siamo nel posto giusto, al sicuro, tra gente fidata che l’imprevisto accade. E ha le sembianze del disastro imminente, della minaccia e dell’alta tensione.

La serie televisiva thriller della Rai ci porta allora all’interno del pericolo incombente, in una storia costruita per coinvolgerci e sorprenderci e affascinarci. 

Siamo davanti a una storia non solo avvincente, almeno sulla carta. È anche una narrazione che ci tocca da vicino, che può capitare a ciascuno di noi; e che ha come tema di fondo l’importanza del restare uniti di fronte alle tragedie che ci colpiscono.

Peccato che l’ambientazione, i personaggi e i temi evocati producano – alla fine – una specie di telenovela thriller da deludere anche il più sprovveduto dei telespettatori.

---Black-Out Vite Sospese - serie tv thriller - Rai

Trama della serie tv sui canali Rai

Un gruppo di persone si trovano isolate in uno sperduto paesino di montagna a seguito di una slavina.

La tragedia è avvolta dal mistero sin dall’inizio, visto che si sarebbe potuta evitare.

A stravolgere gli equilibri, è la consapevolezza che qualcuno del gruppo non abbia detto tutta la verità.

Tra loro, infatti, si nasconde un assassino. Chi può essere la persona che ha intenzione di fare del male agli altri?

È la vigilia di Natale e il distacco di un’imponente slavina isola la Valle del Vanoi impedendo i soccorsi tramite l’unico passo che porta alla valle.

Il paese è isolato, l’elettricità saltata, le comunicazioni interrotte. I clienti del lussuoso albergo nel piccolo ed esclusivo polo sciistico rimangono tagliati fuori dal mondo.

In attesa dei soccorsi, senza la possibilità di poter comunicare con il mondo esterno e alle prese con dell’esaurimento delle scorte, scopriranno presto che quella è solo una parte di un più complesso meccanismo ad orologeria.

Un meccanismo che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Black-Out - Vite Sospese - serie tv thriller - Rai - 2-min

DALLA PIACEVOLE VACANZA ALLA TRAPPOLA CON SEGRETI

In quella che sarebbe dovuta essere una piacevole vacanza, restano invece intrappolati personaggi con segreti da nascondere.

Vi sono testimoni di giustizia sottoposti ad un programma di protezione e ambigui professionisti pronti a tutto.

Il problema è che tra di loro c’è anche un assassino. Un rischio mortale pesa così sui vacanzieri di montagna.

Gli ospiti in vacanza e i residenti si ritrovano a vivere un’esperienza unica che li costringerà a fare i conti con sé stessi e con gli altri.

Potranno venirne fuori, solo se supereranno le loro paure, i loro pregiudizi e impareranno ad essere una comunità.

La serie è scritta da Valerio D’Anunzio, Michelangelo La Neve, Peppe Millanta, Michela Straniero, Andrea Valagussa.

È prodotta da Rai Fiction ed Èliseo Entertainment, con la partecipazione di Viola Film.

IL RACCONTO DI ALESSANDRO PREZIOSI, EROE NEGATIVO

La vita può cambiare in una frazione di secondo, da una vacanza di lusso passi all’incubo, ma è stato interessante notare come proprio quando si crede di aver perso tutto, spesso, si ritrovi sé stessi e il coraggio di combattere per ciò che conta davvero e si scoprano le persone per quello che sono”.

A dirlo è Alessandro Preziosi, ancora una volta nei panni di un padre (dopo la recente esperienza della Vita Bugiarda degli Adulti, in onda su Netflix), protagonista di Black Out – Vite sospese.

“Qui sono Giovanni Lo Bianco, un papà vedovo con due figli che per riprendersi ha deciso di prenotare una vacanza in montagna con loro. Sono un broker, ma anche questa volta ho un passato segreto dal quale pensavo di essermi allontanato. Sono
un uomo in difficoltà”, prosegue l’attore.

“Quando tutto sembra più o meno risolvibile, un incontro (con Marco Rossetti) lo catapulta in un black-out forte, finché le vicende personali vengono assorbite dal disastro che attende tutti i personaggi”, spiega Preziosi.

UN MISTERY-DRAMA AD ALTA QUOTA

Come possiamo vedere, Black-Out – Vite Sospese è un mistery-drama ambientato in alta quota. Un racconto spettacolare, fatto di suspense, ma anche di sentimenti e umanità.

I clienti di quel lussuoso albergo – nel piccolo ed esclusivo polo sciistico nella Valle del Vanoi, in Trentino – sono costretti a misurarsi con una situazione estrema. E proprio nelle feste di Natale.

La terra trema e il distacco di un’imponente slavina isola la valle. E impedisce i soccorsi possibili dall’unico passo che la collega con il resto del mondo.

Il paese è isolato, l’elettricità è saltata, le comunicazioni interrotte.

La vacanza natalizia diventa, per un ribaltamento deciso dal caso, un contesto inquietante in cui restano intrappolati personaggi con segreti da nascondere, identità celate e ambigui professionisti pronti a tutto.

Tra di loro c’è la figura minacciosa. Colui che vuole uccidere. Anche lui, come tutti gli altri, è però costretto a fare i conti con sé stesso e con gli altri. Perché la salvezza è raggiungibile solo cambiando lo schema egoistico del proprio tornaconto.

Un mistery – con qualche colpo di scena e poca profondità umana – diretto da Riccardo Donna.

La serie tv – ci viene detta – è stata girata in grande formato 6 K utilizzando importanti VFX e grandi effetti digitali. Peccato che alle meraviglie tecniche non corrisponda una narrazione di pari livello.

Black-Out - Vite Sospese - serie tv thriller - Rai - 1-min

Quando il lavoro di squadra ci salva la vita

Dietro e dentro ogni storia thriller c’è un tema che ci dice qualcosa di importante su di noi, sulla nostra vita e sulle relazioni con gli altri.

Nel caso di Black-Out – Vite Sospese il tema è quello della cooperazione, della solidarietà, del lavoro di squadra per battere un nemico che può essere mortale.

Il richiamo alla pandemia da Coronavirus viene spontaneo, in questo senso.

È un dato di fatto che – mi riferisco innanzi tutto all’Italia – siamo passati da una società fondata sulle famiglie allargate, sulla solidarietà e l’aiuto reciproco, tipico delle società contadine, a una società individualista.

Il problema, tuttavia, non è l’individualismo e la rinuncia alla vecchia società solidale. Perché, a dirla tutta. non è che la società contadina sia l’Eden incontaminato e perfetto; o il paese delle fiabe.

Il problema è che – tra individui, tra persone singole – non facciamo squadra.

Sin dalla scuola, a parte lodevoli esperienze soprattutto alle elementari, non ci viene insegnato quanto l’unire la forza e potenza dell’individuo a quella degli altri, e quindi a un lavoro di team, porti a grandi risultati.

L’ILLUSIONE DI CAVARCELA DA SOLI

Siamo portati a pensare di cavarcela da soli o, al massimo, con la nostra ristretta cerchia familiare o di amicizie.

Il senso di comunità, l’astuzia del pensare che ci si salva e si ha successo in gruppo, la visione strategica di cosa può darci una squadra… tutto questo ci manca.

È quando il pericolo si fa imminente. È quando siamo schiacciati. È quando un nemico subdolo, invisibile e pericolosissimo ci attacca… è allora che comprendiamo come – per ripetere una frase nota ma poco assimilata – “non ci si salva da soli”.

La nota importante che ci viene dalla serie thriller Black-Out – Vite Sospese – che ha il ritmo, la tensione e le componenti ambientali e dei personaggi tipici del genere drammatico – è che insieme non solo ci si salva. Ma si vince, si ha successo e, soprattutto, si vive assai meglio.

Serie televisive crime britanniche - news - magazine Il Biondino della Spider Rossa - ProsMedia - Agenzia Corte&Media -- photo NeONBRAND---

La “Borghesia Mafiosa” nella serie tv della Rai

Black-Out – Vite Sospese è una serie thriller di grande presa. Spettacolare. Ben filmata. E ben recitata, a parte qualche passaggio più da melodramma che da film.

Si tratta di una serie che potrebbe essere di grande insegnamento, per i temi che sottende in tutta la sua narrazione.

Tuttavia, siamo di fronte a una storia che si guarda bene dall’andare oltre la superficie. Si guarda bene, oltre alle vicende personali, di mettere in scena anche un affresco sociale.

Non c’è affresco sociale quando ci si richiama alla criminalità organizzata, che a Napoli vuol dire camorra. E, pur con questo richiamo, la criminalità sia ridotta a comparsa, a figura che passa per caso dalla storia.

Non c’è affresco sociale quando si inserisce il riferimento al traffico di migranti, di esseri umani. E proprio un tema così forte e drammatico – quello dello sfruttamento delle persone – sia soltanto un pretesto tanto per creare qualche colpo di scena.

Il personaggio negativo – Giovanni Lo Bianco, interpretato da Alessandro Preziosi – resta, ad esempio, un banale criminale finanziario che per soli motivi familiari fa affari con la criminalità mafiosa.

Non si tenta neppure un affresco della “borghesia mafiosa” – com’è stata definita in occasione dell’arresto del boss Matteo Messina Denaro, a Palermo, a gennaio 2023 – su cui vive e prospera la criminalità organizzata. 

Eppure sappiamo che le mafie sopravvivono grazie alla borghesia mafiosa – quella che maneggia denaro e investimenti – e ai collegamenti organici con pezzi dello Stato.

Quanto al traffico di migranti, la serie tv della Rai resta al livello della manovalanza criminale. Evita come si evita la peste di alzare lo sguardo in alto verso chi – italiano o straniero – specula sulle vite altrui.

LE SERIE TV PER L’AUDIENCE MEDIOCRE

È convinzione di molti addetti ai lavori e di fini osservatori che le serie tv come Black-out – Vite Sospese siano soltanto operazioni economiche per fare soldi e accontentare un pubblico di semi-deficienti.

Credo invece – in questo blog irriverente verso le narrazioni ufficiali – che ogni fascia di pubblico, anche quella di mia suocera, sia intelligente, sensibile e che meriti rispetto.

Temi importanti, situazioni scabrose, narrazioni complesse interessano ogni fascia di pubblico. Anche quella meno acculturata. Posso ben dirlo, essendo nato nell’osteria di nonna Elda, a Verona, e cresciuto in un’officina d’auto, quella di mio padre Walter.

Si tratta solo di saper raccontare in modo accattivante, chiaro, onesto.

Se invece dividiamo il pubblico in élite di sapienti e in masse di cretini, ci abbassiamo al livello dei radical chic di Sinistra e dei parafascisti di Destra. Gente poco seria. 

Midnight Mass - serie tv crime netflix - magazine ilbiondino.org - ProsMedia - Agenzia Corte&Media-min

Un fumettone in salsa destrorsa

Ho definito, all’inizio, Black-Out – Vite Sospese, la serie tv thriller su Rai e RaiPlay, un “fumettone in salsa destrorsa”.

È un fumettone, perché parte da un contesto (l’albergo di alto livello in montagna) e con un incidente scatenante (una valanga e scosse di terremoto) che avrebbero consentito di mettere insieme un dramma di qualità.

La trappola, la lotta per la sopravvivenza, lo scatenarsi delle emozioni e delle azioni umane sotto emergenza sono elementi in grado di farci creare una storia dal contenuto profondo e accattivante.

Vi erano tutti gli elementi per una messinscena del meglio e del peggio dell’essere umano. Oltretutto facendo tesoro di quanto abbiamo sperimentato durante i periodi più drammatici della pandemia

Abbiamo, invece, una storia scontata, con scene da melodramma e altre prevedibili, dove i colpi di scena sono distribuiti – a volte prevedibili, a volte inattesi perché fuori contesto – giusto per tenere alto l’interesse. Un fumettone, senza spessore.

Il “destrorso” è riferito a un modo superficiale di guardare alle cose della vita.

Un modo che è proprio di certa Destra politica, che non si è mai sognata – né mostra, ahimè, di volerlo fare – di tentare un’analisi critica della società, delle sue componenti e delle sue contraddizioni.

La Sinistra, con tutti i suoi limiti, almeno ha il pregio di andare al fondo delle cose. La Sinistra ha il pregio di aver sviluppato un bagaglio critico e di pensiero, incapace di tradursi in azione politica credibile, ma tuttavia dotato di spessore.

Buttare lì – tanto per avere l’occasione di creare tensione e distrarre lo spettatore con possibili misteri – la criminalità organizzata e il traffico di migranti, senza tematizzarli e tradurli in narrazione credibile, vuole dire non avere passione alcuna per ciò che si racconta. E per i destini umani.

Le stesse componenti sentimentali – come la storia d’amore tra i due giovani e tra la donna sotto protezione e quello che voleva essere il suo killer – rimandano più alla telenovela che al dramma di storie d’amore calate nella parte dura della vita.

Il finale di Black-Out – Vite Sospese è a dir poco sconcertante. E ha tutta l’aria di essere stato costruito – oltre che in mancanza di idee – per assicurarsi una seconda stagione.

Credo che il pubblico italiano, come quello internazionale, meriti narrazioni migliori. E che la serialità televisiva – si veda La ragazza di neve su Netflix – meriti storie, sceneggiature e regie migliori.

UNA STORIA CRIMINALE “VERA”

Detto questo, se ami quei temi che sottende il mondo crime e hai la passione del risolvere gli enigmi che ci mettono alle corde, ti consiglio di immergerti nella sezione di questo blog dedicata a una storia criminale vera. Non meno appassionante e ad alta tensione – e di certo di maggior profondità – di quella della serie tv della Rai.

Maurizio Corte
corte.media

Trailer della serie tv Black-Out – Vite Sospese

Gli attori raccontano la serie tv Black-Out – Vite Sospese

Ti piacciono le storie ufficiali? O anche tu ami il dissenso?

Crime Window & Media è la newsletter che ti dà uno sguardo irriverente sul mondo del crimine e della giustizia. Puoi così vedere film, serie tv e leggere libri con l'occhio addestrato di chi non si ferma alle verità di comodo. Ti arriva ogni mese con contenuti unici, con il pensiero critico delle persone libere e l'umanità di chi rispetta la dignità delle persone. ISCRIVITI SUBITO! Nessun costo, niente spam, ti cancelli quando vuoi.