Profilare un criminale: l’insieme di tecniche e analisi che aiutano gli investigatori (Parte 4^).

Dopo aver visto come si fa, secondo l’impostazione dell’Fbi, il profilo criminale di un autore di reato, continuiamo con questa quarta parte la guida alla profilazione dell’offender di un certo evento criminoso.

Ci occupiamo, seguendo sempre le indicazioni della scuola dell’Fbi, della scena del crimine.

Il Criminal Profiling rientra nell’ambito della Psicologia Investigativa a cui abbiamo dedicato una sezione di questo blog, Il Biondino della Spider Rossa.

La scena del crimine

La scena di un crimine si fonda su paradigmi certi, il primo dei quali, principio base della criminalistica, lo dobbiamo a Edmond Locard (1910) che enuncia il suo celebre “principio di interscambio”: “Quando due oggetti entrano in contatto tra loro, ne deriva un trasferimento di materiale dall’oggetto “A” all’oggetto “B” o viceversa, oppure si ha un trasferimento reciproco”. In sostanza: ogni criminale lascia sulla scena traccia di sé, e di ogni scena rimane traccia nel criminale.

L’analisi della scena del crimine schematicamente consta dei seguenti punti:

  • profilo psicologico di un autore di reato (criminal profiling)
  • profilo psicologico di una presunta vittima di reato (equivocal death analysis, o analisi di morte equivoca)
  • stabilire se una persona è morta a seguito di un suicidio o a seguito di un incidente (autopsia psicologica)

Lo studio della scena del crimine

Per individuare l’autore di un reato è necessario studiare la scena del crimine.

La crime zone comprende tutta l’area potenzialmente interessata dal comportamento criminale: strade di accesso, parcheggi, zone di vegetazione, corsi d’acqua, marciapiedi, comunità e via dicendo.

Riguarda quindi i luoghi relativamente vicini alla scena del crimine. I luoghi dove il responsabile del crimine può aver compiuto azioni connesse al delitto: preparazione, attesa, abbandono di oggetti. E dove quindi può aver lasciato delle tracce (scene del crimine secondarie).

Come si arriva al “chi” ha commesso il delitto? Come si arriva all’offender?

Vi si arriva interpretando:

  • il dove e il quando, riferiti alla scena del crimine,
  • il cosa come le prove raccolte sulla scena (inclusa la vittima),
  • il perché come collegato alla psicodinamica del crimine,
  • il come riferito alla meccanica del crimine

In questo modo arriva al “chi”, che considera la tipologia del sospettato.

Il criminale ha un suo particolare carattere che determina il suo modus operandi.

SCENA DEL DELITTO E AZIONE CRIMINALE

Ciò si può rilevare dalla scena del delitto. La scena del delitto è come l’imprint dell’attività esplicata da colui che ha commesso il reato.

Ecco che dalla scena del crimine ci spostiamo sulle principali caratteristiche indagate dell’azione criminale:

  • peculiarità del criminale: modus operandi, firma e forensic awareness
  • caratteristiche della scena del delitto e della disposizione della vittima: staging e undoing

Sono questi gli argomenti che affrontiamo nei prossimi articoli.

Questa è la quarta parte della guida che qui ho voluto proporre su cos’è e come si applica il Criminal Profiling. Ovvero il profilo psicologico dell’autore di reato.

Laura Baccaro
www.laurabaccaro.it
(terza parte – segue)

(Foto di copertina: Evgeniy Smersh, Unsplash)

Criminal Profiling. Introduzione (in inglese)

Profilo psicologico dell’offender. Le lezioni dell’Fbi (in inglese)

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