Un testimone inedito e l’ombra di un serial killer riaprono il cold case bergamasco.

Estate anni ’90. Nelle auto degli italiani risuonano gli 883, sulle note di “Sei un mito”. Ma a turbare la noia stagionale è l’omicidio di Laura Bigoni.

Nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto 1993, la giovane donna viene uccisa con nove coltellate nella casa di villeggiatura di famiglia, a Clusone (Bergamo).

A trovarla sono gli zii, allertati dal fumo che fuoriesce dall’appartamento. Fiamme accese dall’assassino, nel tentativo di cancellare le sue tracce. 

Bastano pochi giorni perché le autorità trovino una pista convincente: per loro si tratta di un delitto passionale. 

Laura infatti viveva intrappolata in uno spigoloso triangolo amoroso.

Da tre anni fidanzata con Jimmy, l’uomo aveva sempre mantenuto una doppia relazione con lei e un’altra donna.

Ed è proprio l’amante indeciso a diventare il principale sospettato del delitto, finendo sotto processo con magri indizi.

Nel 1997, tuttavia, il fidanzato della vittima viene assolto per non aver commesso il fatto.

Da allora il femminicidio è un caso irrisolto.

Un cold case tornato all’improvviso alla ribalta nel 2021, grazie a una nuova testimonianza e all’ipotesi di un serial killer nella bergamasca.

Oggi, trent’anni dopo, grazie al canale YouTube “Crimini Dimenticati”, possiamo ripercorrere questa investigazione senza fine.

Un’opportunità preziosa per ricordare una giovane donna senza giustizia.

Crimini Dimenticati, puntata Laura Bigoni

Laura Bigoni: il femminicidio irrisolto di Clusone

Nel 1993 Laura Bigoni ha 23 anni. 

La ragazza vive a Milano con i genitori, dove lavora di giorno come estetista e di notte come donna delle pulizie in alcuni uffici comunali.

Una vita semplice, vissuta da una ragazza mite e buona, forse anche troppo.

Una gentilezza che, secondo la madre, potrebbe averla condannata.

IL TRIANGOLO AMOROSO: LUI, LEI E L’ALTRA

Gianmaria Negri Bevilacqua, detto Jimmy, è il protagonista della tormentata storia d’amore della 23enne. 

Elettricista con il sogno di diventare vigile del fuoco, l’uomo intrattiene da anni una doppia relazione con Laura e Vanna Scaricabarozzi. 

Nel 1992 la verità viene però a galla, e le due compagne lo lasciano.

Ma l’anno seguente Jimmy riconquista entrambe, continuando ad alternare promesse e tradimenti.

A gennaio l’uomo chiede perfino a Laura di andare a convivere. Per fare poi la stessa proposta anche a Vanna. 

Ormai stanca, l’estetista milanese lo lascia di nuovo.

Ci ricasca però subito dopo, in un’altalena emotiva da cui non riesce a scendere.

L’ULTIMA SETTIMANA TRA LE MONTAGNE 

Il 24 luglio 1993 Laura si trasferisce nella casa vacanze di famiglia a Clusone, su consiglio dei genitori. L’obiettivo è distrarsi e voltare pagina.

Ma il 31 luglio, Jimmy la raggiunge: trascorrono il pomeriggio insieme, progettano anche un viaggio.

La tregua dura però ben poco.

In serata lui si allontana e alle 20 è già con l’altra donna, a Mariano Comense.

Laura ha capito tutto: si tratta del solito copione, che si ripete ormai da tre anni.

La ragazza cancella quindi i piani con il fidanzato e accetta un invito degli zii per il giorno seguente.

Forse la 23enne è pronta a lasciarsi il passato alle spalle. 

L’ULTIMA NOTTE: IL MISTERO ANCORA APERTO

Quella sera Laura si reca alla discoteca “Collina Verde” con il vicino di casa Pietrino, che lavora lì.

Durante la serata conosce Marco Conti, un ragazzo biondo con cui trascorre qualche ora tra balli e chiacchiere.

Verso le due di notte, la 23enne gli propone di andare a casa sua.

Ma, arrivati in via Mazzini, notano qualcosa di strano: le luci dell’appartamento sono accese. 

Laura decide quindi di appartarsi altrove per un po’. 

La coppia torna indietro solo alle quattro del mattino.

In casa ora le luci sono spente, ma la ragazza preferisce entrare da sola per controllare.

Chiede quindi a Marco di aspettare qualche minuto prima di entrare.

Lui obbedisce. Ma, quando bussa, lei non apre la porta. 

Deluso, a Marco non resta che allontanarsi. È in quel momento che, nell’atrio, incrocia un uomo dal volto nascosto dalle tenebre. 

Un’ombra misteriosa, mai identificata.

Laura Bigoni, cold case Clusone (Bergamo)

LA SCOPERTA DELL’OMICIDIO BIGONI

Domenica mattina, alle 7:45, Laura non si presenta all’appuntamento con gli zii. 

Preoccupati, con l’aiuto dei vicini di casa, i due aprono la porta dell’appartamento della nipote.

La scena che si presenta davanti ai loro occhi è da incubo.

Dentro casa il fumo avvolge tutto. Il materasso è in fiamme. Sopra il letto, Laura è riversa su un fianco, priva di vita.

La ragazza è inoltre seminuda. Indossa solo un reggiseno. Le mutandine sono stese in bagno, mentre la gonna è piegata con cura su una sedia.

Il fumo tuttavia non ha nulla a che fare con il decesso: la 23enne è stata uccisa a coltellate.

L’assassino ha quindi dato fuoco al materasso con della lacca e un accendino quando Laura era già morta, nel chiaro tentativo di cancellare ogni sua traccia. 

COSA RACCONTA VIA MAZZINI

Sulla scena del crimine non ci sono segni di effrazione: le chiavi sono nella serratura interna e le finestre sono chiuse.

La casa è inoltre in ordine. Nessun furto, se non pochi gioielli, due coltelli da cucina e il copriletto.

Dal minuto zero, gli inquirenti abbozzano quindi due ipotesi: o l’assassino era già in casa, oppure Laura gli ha aperto la porta.

LE PRIME INDAGINI SULL’OMICIDIO BIGONI

Secondo il medico legale, l’omicidio è avvenuto verso le 5 del mattino.

L’assassino ha usato una lama da 20 cm per infliggere 9 coltellate mortali sulla giovane vittima: 

  • cinque alla gola,
  • quattro al petto,
  • a cui se ne aggiunge una all’inguine, quando ormai Laura era già morta. 

Una furia omicida che sa di gelosia.

Le indagini trovano però una resistenza: le tracce nell’appartamento sono infatti scarse.

Ma in quel macabro ordine gli inquirenti trovano sul comodino un indizio importante: i capelli di Jimmy, il fidanzato della vittima. 

LA PISTA PASSIONALE: IL FIDANZATO 

Il 5 agosto 1993 Gianmaria Negri Bevilacqua viene arrestato.

Il processo inizia però solo quattro anni dopo, nel 1997.

In aula l’accusa parla chiaro: scoperto l’ennesimo tradimento del fidanzato, secondo la loro ricostruzione, Laura decide di vendicarsi uscendo con un altro uomo.

Una scelta che Jimmy non avrebbe accettato di buon grado, reagendo con crudele violenza.

Tutto, infatti, indica un omicidio passionale: dall’assenza di effrazione, all’intimità della scena, fino alla violenza delle ferite.

La Corte condanna quindi l’uomo a 24 anni.

Mentre Vanna Scaricabarozzi viene riconosciuta colpevole di favoreggiamento, per aver fornito al fidanzato un falso alibi.

IL SECONDO PROCESSO: TUTTI ASSOLTI

Nel 1998, tutto però cambia. In Appello la sentenza viene ribaltata.

Non ci sono infatti abbastanza prove: nessun segno di colluttazione, niente DNA e nemmeno un indizio nell’abitazione dell’imputato.  

Alla fine, Jimmy e Vanna vengono quindi assolti per non aver commesso il fatto. 

E il caso di Clusone diventa un triste cold case.

LE PISTE MAI INDAGATE: IL TAXI GIALLO, L’AUTO ROSSA

Non tutte le piste sul femminicidio di Laura Bigoni sono state vagliate.

All’epoca si parla infatti:

  • di un’auto rossa sospetta;
  • di un taxi giallo targato Milano, davanti al portone della vittima;
  • infine, di una ragazza bionda dall’apparenza spaesata, vista da un barista alle 3:30.

Perché queste segnalazioni sono state escluse dalle indagini?

Come in altri casi di cronaca, la risposta sembra semplice: da subito gli inquirenti si sono innamorati di una pista, quella del fidanzato geloso.

Una cieca infatuazione che ha offuscato ogni altra ipotesi investigativa. 

Laura Bigoni, processo Gimmy Bevilacqua

COLD CASE RIAPERTO: IL NUOVO TESTIMONE

Nel 2021, 28 anni dopo l’omicidio, il periodico bergamasco AraberaRa riceve una telefonata da una donna di Milano.

La testimone racconta di essere stata molestata trent’anni prima in un ufficio dove faceva le pulizie.

Esasperata la donna aveva anche lasciato il posto di lavoro, coperto poi proprio da Laura Bigoni. 

Alla redazione, la testimone descrive il suo molestatore come un uomo fissato con le donne dai capelli castani, che usava bombolette e accendini per spaventare le vittime.

Sono troppi i dettagli che coincidono con il cold case di Clusone.

Ma questa non è l’unica pista alternativa emersa negli ultimi anni.

BERGAMO: L’IPOTESI DI UN SERIAL KILLER

Nel cold case di Clusone, l’ultimo sviluppo lancia in aria un’ipotesi raccapricciante: l’esistenza di un serial killer. 

Sono infatti ben otto i femminicidi irrisolti nella zona della bergamasca, che potrebbero essere collegati tra di loro.

Come quelli di Gianna Del Gaudio — uccisa a Seriate nell’agosto 2016 — e Daniela Roveri — assassinata solo sei mesi dopo a Colognola. 

Entrambe le donne sono infatti state aggredite alle spalle e sgozzate in silenzio da un assalitore invisibile. 

Lo schema è quindi preciso: la scelta delle vittime e il modus operandi presentano inquietanti somiglianze, rendendo l’ipotesi più di una semplice suggestione.

A rafforzare il sospetto è inoltre Giorgio Portera — consulente nel processo Gaudio. 

Portera ha infatti rilevato 23 marcatori genetici in comune tra queste due scene del crimine.

Un dato scientifico che solleva un interrogativo cruciale: è stato davvero lo stesso uomo a uccidere queste donne?

La verità, purtroppo, continua a sfuggire, lasciando la domanda sospesa.

Marcello Randazzo e Simona Cascio, crimini dimenticati - anello di carta

“Crimini Dimenticati”: una voce rispettosa nella giungla della cronaca nera

«Spesso non ci rendiamo conto che i cold case non sono frutto di una regia cinematografica, ma un dolore che uccide dentro».

Questa frase racchiude l’anima di “Crimini Dimenticati”: un progetto che non cerca il sensazionalismo, ma la verità. 

Seguire il racconto di Simona Cascio e Marcello Randazzo — fondatori del canale YouTube — significa quindi andare oltre i titoli, i casi archiviati e le verità ufficiali. 

Ogni episodio è infatti un atto di memoria, che dona voce a famiglie mai rassegnate, neppure davanti all’oblio.

Come nel caso di Laura Bigoni. Una giovane donna dimenticata da tribunali e media, ma non dalla sua famiglia.

Perché finché se ne parla, la giustizia non è perduta. Solo sospesa.

Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 31.05.2025

Al canale YouTube Crimini Dimenticati abbiamo dedicato un articolo introduttivo, che celebra un ammirevole lavoro di giornalismo investigativo.

Ogni mese su questo magazine pubblichiamo un nuovo articolo dedicato ai casi trattati da Simona Cascio e Marcello Randazzo, per continuare a tenere viva la memoria di chi non ha ancora trovato giustizia:

“Crimini Dimenticati”: Laura Bigoni, nuove ombre e sospetti

Omicidio Laura Bigoni: inchiesta riaperta 30 anni dopo

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