L’amore a prima vista per una casa diventa un’indagine su un omicidio.
Durante una vendita immobiliare, la serie No Good Deed apre le tende su quattro coppie, lasciando girovagare i loro segreti lungo le lussuose vie di Los Angeles.
Dietro la porta dai vetri colorati, la telecamera striscia tra i vizi dei personaggi.
A legare le quattro coppie sposate sono bugie inconfessabili, ambizioni pericolose e un omicidio irrisolto: la morte di Jacob Morgan, figlio dei proprietari della casa approdata all’improvviso sul mercato.
In questa corsa immobiliare, la villa diventa un simbolo del sogno americano. Il miraggio che con il denaro si possa comprare tutto, anche la felicità.
La miniserie non è quindi soltanto un gioco di specchi e inganni: è una pungente satira sociale che punta il dito contro l’ipocrisia della élite americana.
Sebbene il morso sarcastico non arrivi fino in fondo, la serie thriller — disponibile su Netflix — lascia intravedere il potenziale per una seconda stagione più coraggiosa. Almeno, si spera.
No Good Deed: una serie thriller da gustare con pacata leggerezza
La serie Netflix dipinge un ritratto di inquietante ironia: una comunità ossessionata dalle apparenze e dai desideri, disposta a tutto per ottenerli.
Ideata da Liz Feldman (2 Broke Girls, Dead to Me), gli otto episodi della serie seguono Paul (Ray Romano) e Lydia Morgan (Lisa Kudrow, l’indimenticabile Phoebe in Friends).
La coppia protagonista — sposata da molto tempo — cerca di lasciarsi alle spalle il doloroso passato, mettendo in vendita la propria casa.
Tuttavia, la decisione di marito e moglie sembra celare un intento più oscuro, legato all’omicidio irrisolto del figlio: i Morgan stanno forse celando la verità sulla morte di Jacob?
L’arrivo di tre coppie agguerrite, pronte a rilanci a sei cifre per aggiudicarsi la casa da sogno, diventa l’occasione per scoprire il vero intento di Lydia e Paul.
UNA FILA DI PERSONAGGI GROTTESCHI
Al piano superiore, lontano dagli sguardi indiscreti, i padroni di casa osservano i potenziali acquirenti attraverso le telecamere nascoste, tra commenti pettegoli e pop-corn da sgranocchiare.
Nonostante l’aria distesa tra marito e moglie, presto le loro divergenze emergono: Paul vuole vendere ad ogni costo, mentre Lydia è ancora intrappolata dai ricordi.
Oltre agli enigmatici Morgan, le tre coppie che lottano per la villa sono un caleidoscopio di personalità eccentriche e stereotipate, ciascuna con una vena comica:
- Denis e Carla: una coppia in attesa di un bambino. Lui è un mammone cronico, incapace di emanciparsi dal controllo della madre. Mentre Carla è logorata dal rapporto del marito con la suocera: una relazione che le rammenta il rapporto complicato con il padre.
- Margo (Linda Cardellini) e JD Campbell (Luke Wilson): lei è la diva del quartiere, ambiziosa e manipolatrice. Lui una star delle soap opera in declino, cieco di fronte all’opportunismo della moglie.
- Sarah e Leslie: una coppia alla ricerca di una casa con la “giusta aura” per un figlio che non arriva. Sarah è ossessionata dalle teorie sui crimini che trova sui social. E anche se Leslie è più razionale, nemmeno lei riesce a trattenersi dal ficcare il naso ovunque.
CHI HA UCCISO JACOB? (SPOILER ALERT!)
Il mistero della serie thriller si dipana solo negli ultimi minuti, quando gli spettatori riescono a decifrare il complicato rebus di bugie. E a superare la prima impressione.
Il colpevole della misteriosa uccisione di Jacob Morgan (Wyatt Aubrey) non è infatti chi sembra dall’inizio.
Colpevole della falsa pista è la sceneggiatrice Liz Feldman, che guida a lungo gli spettatori su una strada sbagliata, accumulando i sospetti sui familiari della vittima.
Chi è quindi il vero assassino del giovane ragazzo? Si tratta di Margo, la vicina senza scrupoli della famiglia.
Quanto al movente della donna, per scoprirlo non resta che gustarsi la serie, perché il colpo di scena è tutto da vedere.
Il finale non ha infatti lasciato l’amaro in bocca, ma piuttosto il gusto di una certezza: una seconda stagione sembra ormai inevitabile.
Quanto ci piace spiare le ricche famiglie americane? La recensione della dark comedy
No Good Deed è un thriller ironico che mescola mistero e critica sociale, riuscendo a intrattenere con una piacevole leggerezza.
Il merito della serie non è solo della sceneggiatura, ma anche della regia.
Basta pensare, infatti, ai fluidi movimenti di macchina che ci trasportano nelle viscere della casa, per sprofondare nei suoi segreti. Un rimando al cinema d’autore di un maestro del mistery come David Lynch.
Oltre all’elegante confezionamento e alla trama avvincente, la miniserie affronta tematiche importanti, come:
- il problema delle armi da fuoco negli Stati Uniti, una triste costante sociale;
- la droga e il suo uso anche nelle carceri;
- le difficoltà economiche e mentali della procreazione assistita;
- la pressione sociale alla ricchezza, spesso alimentata dai social media, che promuovono di continuo stili di vita inaccessibili.
Questi temi sono affrontati senza mai perdere il tono leggero e irriverente della commedia nera.
Dalle recensioni online, tuttavia, sembra che in molti sperassero in una critica sociale meno timida: i compitini delle piattaforme streaming stanno forse iniziando a stancare?
UNA SATIRA CHE PUNTA IL DITO SUI RICCHI
Ipocrisie, delitti e ironia pungente sono il cuore di No Good Deed.
La serie ci conduce dietro la facciata perfetta di quattro coppie americane, appartenenti ad una classe agiata sempre più esclusiva.
Un dato significativo contestualizza il messaggio del thriller: negli Stati Uniti, il 14% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, mentre l’1% più ricco controlla quasi un terzo della ricchezza del Paese (dati Fortune).
Questo crescente divario economico è il terreno fertile per una satira come quella della dark comedy: una storia che esplora la vita di chi può permettersi di alzare un’offerta di centinaia di migliaia di dollari senza battere ciglio.
La serie non si limita tuttavia a raccontare l’ostentazione della ricchezza, ma scava nei vizi e nei delitti morali dei personaggi: ipocrisia, avidità, relazioni tossiche e dinamiche di potere malsane. E soprattutto la paura di un mondo che disorienta, ogni giorno di più.
Insomma, No Good Deed punta il dito sul divario sociale, culturale e di genere senza nascondersi nel perbenismo, ma nemmeno credendoci troppo.
CHI VINCE LA BATTAGLIA DELLE DARK COMEDY?
Gli ingredienti del thriller non sono certo nuovi.
Storie come The White Lotus (Mike White) — la terza stagione è in uscita nel 2025 — hanno già esplorato argomenti simili alla serie tv Netflix. I confronti sono quindi inevitabili.
Almeno sul web, a spuntarla sembra la serie antologica. Ciò nonostante No Good Deed si piazza bene nel cinguettio social, grazie anche alle due attrici comiche protagoniste, Lisa Kudrow e Linda Cardellini.
La serie tv è riuscita infatti con otto puntate a trovare una propria voce nell’affollato teatro televisivo delle dark comedy, lasciando molti spunti per il futuro.
UN RITORNO ALLA COMICITÀ ANNI ’90
Uno degli aspetti più freschi della serie Netflix è la sua capacità di strappare una risata senza lasciarsi castrare dal politicamente corretto.
Le battute della serie tv sono spesso infatti irriverenti — il richiamo agli ’90 si fa sentire. Ciò nonostante non cadono mai nell’offensivo.
Le freddure spaziano per esempio da un cane razzista — rieducato durante il secondo mandato di Obama — agli acquirenti paragonati al “carino” Ted Bundy.
Non mancano poi riferimenti a ebrei e omosessuali, trattati con un’ironia innocua, che riesce a strappare una risata sincera. E soprattuto una riflessione, seppur superficiale.
La sapiente comicità del thriller dimostra infine come si possa ancora parlare di temi complessi con il sorriso, senza cadere nella censura esasperata. Ma, piuttosto, facendo un’acuta critica sociale.
In fin dei conti, nei periodi bui, l’anima ha sete di risate che nutrano lo spirito. E con qualche aggiustatina la serie thriller No Good Deed può diventare l’alimento perfetto.
Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 22.12.2024
Ti è piaciuta la serie No Good Deed? Allora scopri questi titoli:
- Only murders in the building (serie tv);
- Crime & Comedy (podcast);
- Un colpo di fortuna (film).
No Good Deed: il trailer della serie dark comedy
Autrice e copywriter. Laureata magistrale cum laude in Editoria e Giornalismo, ama analizzare e divulgare crimini e ingiustizie di ogni tipo: dai misfatti di Hollywood ai reati ambientali.



