Facciamo un breve ripasso per prepararci al meglio all’arrivo della quarta stagione della serie dedicata ai podcast crime.
Tre estranei uniti da un palazzo, i podcast crime e dei misteriosi omicidi. Pezzi di un puzzle incollati tra loro da una miscela di ironia e sarcasmo. Con questi elementi, Only Murders in the Building appare come una tipica serie televisiva mistery comedy.
La serie tv — proposta dalla piattaforma di streaming Disney+ — si arricchisce però di alcune curiose novità, che riescono a svecchiare i cliché narrativi del genere.
Infatti, i tre protagonisti hanno una passione comune per i true crime, che nutrono attraverso una tecnologia di successo dell’ultimo decennio: i podcast.
La serie risulta così un giusto pretesto per una riflessione su questo fenomeno mediatico in continua ascesa nel panorama dei new media.
L’ALTRA FACCIA DEI PODCAST CRIME
Prendendo spunto proprio dalla serie tv, è possibile infatti interrogarsi anche sulle potenziali funzioni dei podcast crime.
In molti pensano infatti che i podcast true crime siano solo un prodotto di intrattenimento fine a se stesso. Oliver, Mabel e Charles — i tre protagonisti della serie Disney — cercano di dimostrare il contrario.
Tra le altre cose, il podcast è per loro infatti una vera e propria lezione di investigazione. E quale migliore esame può esistere se non un’indagine personale delle morti avvenute nel loro palazzo?
Questi eccentrici personaggi — interpretati da Martin Short, Selena Gomez e Steve Martin — fanno di più. Per risolvere i misteriosi delitti registrano il loro podcast: Only Murders in the Building.
Tra misteri, sarcasmo e colpi di scena, la serie tv è ormai arrivata alla quarta stagione (27 agosto 2024).
Il crimine infatti non sembra voler lasciare l’Arconia, il lussuoso palazzo newyorkese sede degli enigmi della serie.
Una black comedy con qualche curiosa novità: la recensione
«Fare irruzione nella casa di un morto e rovistare tra tutte le sue cazzate? Un pomeriggio come un altro», dichiara Mabel nella serie.
Sono battute come questa che rendono Only Murders in the Building una serie di genere black comedy: alla narrazione tipica di una storia crime, si affiancano infatti delle battute irriverenti.
E non mancano delle frecciatine alla società odierna, con una particolare attenzione al mondo dell’intrattenimento.
Il paragone con Misterioso Omicidio a Manhattan di Woody Allen, una pietra miliare del genere, risulta così immediato.
Dal film del regista newyorkese vengono ripresi infatti degli ingredienti fondamentali: la trama semplice ma accattivante di un giallo, gli elementi comici sofisticati e una New York misteriosa e affascinante.
Così la serie — grazie ad un cocktail di umorismo, ironia e dramma — crea una mescolanza di toni e reazioni.
Secondo Aldo Pisano (Anonima Cinefili), il risultato è infatti una «ambivalenza emotiva dello spettatore», che non sa se sentirsi in colpa per le sue risate.
E anche se la trama non brilla per originalità, ci sono alcuni elementi innovativi interessanti, a partire dai riferimenti ai podcast.
Damiano Panattoni (The Hot Corn) ricorda che «ogni episodio si apre con la voce fuori campo di un personaggio», una struttura che rimanda proprio alle forme narrative del podcast, quarto protagonista e modello di stile della serie.
Due note di merito? La puntata girata quasi per intero con la lingua dei segni (prima stagione, episodio 7) e la puntata musical (stagione 3, episodio 8).
PODCAST TRUE CRIME: UNA PASSIONE CHE SCAVALCA LE GENERAZIONI
Il cast di Only Murders in the Building è ricco di nomi noti a più generazioni. Perfino tra le comparse sono presenti nomi importanti: Tina Fey, Nathan Lane e addirittura Sting.
Ma sono i tre attori protagonisti a fare la differenza in questa serie:
- Steve Martin interpreta Charles, un attore caduto in disgrazia ormai da molti anni;
- Martin Short è lo stravagante Oliver, un regista di teatro con problemi finanziari;
- Selena Gomez interpreta Mabel, una misteriosa giovane donna di periferia.
Come sottolinea Francesco Costantini (Cinematographe), le differenze generazionali di questo trittico sono tra gli aspetti più interessanti della serie.
Da una parte c’è una coppia iconica di comici della generazione dei baby boomers: Short e Martin. I due amici interpretano due personaggi restii a «lasciarsi accantonare dal tempo che passa», e pronti «a tutto pur di rimettersi in gioco» con ironia.
Dall’altra parte la Gomez, attrice simbolo della generazione Z, interpreta una giovane donna con un futuro davanti. Allo stesso tempo però risulta “distaccata” dal mondo, un atteggiamento che la unisce a molti suoi coetanei.
Continua Costantini, sottolineando la contrapposizione anche negli stili di recitazione dei tre investigatori improvvisati: il nervosismo di Short, l’elegante goffaggine di Martin, e la rilassata noncuranza della Gomez.
E il tutto riesce a funzionare, nonostante le differenze. Anzi, proprio grazie a queste.
PODCAST TRUE CRIME: SOLO INTRATTENIMENTO?
Come dimostra con ironia la serie Only Murders in the Building, i podcast true crime possono andare oltre la sfera dell’intrattenimento.
Innanzitutto, i podcast possono essere un potenziale nuovo strumento per delle indagini che partono dal basso, dalle persone comuni.
Come sostiene Kevin Balfe, fondatore di Crime Con, la narrazione di delitti reali può essere utile per il fenomeno del crowdsourcing. Il termine indica la creazione di una comunità (anche virtuale), che comporta la collaborazione di più persone su un caso. E tutto ciò, può portare a nuovi indizi, anche dopo decenni.
A questa importante funzione, se ne aggiungono altre. Per esempio, i podcast permettono di non dimenticare le vittime e dare un supporto, anche solo emotivo, alle famiglie.
I podcast true crime, ma non solo, possono essere utili anche per educare le persone, impartendo importanti nozioni, per esempio di diritto o psicologia.
Infine, i podcast crime possono anche fornire informazioni e suggerimenti salvavita, con vantaggi per se stessi e per gli altri. Come spesso accade anche a Mabel, Oliver e Charles, gli stravaganti podcaster della serie Disney+.
Only Murders in the Building. La trama della prima stagione
Charles, Mabel e Oliver vivono in solitudine in un hotel di lusso di una New York d’altri tempi, l’Arconia.
I tre non si conoscono ma condividono un interesse comune per i podcast true crime.
La tranquillità della loro vita si interrompe in una serata attesa da tutti e tre, per l’uscita della nuova puntata della loro serie podcast preferita.
Si versano un bicchiere di vino, accendono il fuoco nel camino e si mettono comodi. Premono play. E pronti a scoprire l’assassino dopo una lunga attesa, sono costretti a bloccarsi.
Per quale motivo? La finzione dei loro podcast diventa cruda realtà proprio all’Arconia, quando viene ritrovato il corpo senza vita di un inquilino del palazzo, il giovane Tim Kono.
CASO CHIUSO? FORSE I CONTI NON TORNANO
La polizia non ci mette molto a chiudere il caso, in quanto tutti gli indizi fanno pensare ad un suicidio. Caso chiuso.
O forse no. La soluzione infatti non convince i tre inquilini, che non credono alla teoria della polizia.
Per loro Tim è stato ucciso da qualcuno che abita nel palazzo. E decidono quindi di avviare una loro indagine. Sembra infatti l’occasione perfetta per mettere in pratica le tecniche apprese ascoltando ore di podcast.
I tre ficcanaso scoprono così molti segreti. Alcuni sono di molti anni prima e sembrano legati al defunto Tim.
Una trama avvincente che non possono farsi sfuggire. Bastano infatti pochi strumenti per iniziare a registrare il loro podcast true crime.
Only Murders in the Building. La trama della seconda stagione
Chi ha ucciso Bunny Folger? Questa è la domanda che muove i tre protagonisti nella seconda stagione della serie.
Dopo aver affrontato le conseguenze delle loro indagini su Tim Kono, nella seconda stagione avviene infatti il delitto di Bunny, l’amministratrice dell’Arconia.
Della morte della donna, vengono accusati proprio i tre podcaster, che — neanche a dirlo — decidono di mettersi ad indagare.
Come spesso accade nei gialli di Agatha Christie, per comprendere il presente i tre protagonisti devono però viaggiare nel loro dolore passato.
Tra tunnel nascosti e passaggi segreti, l’Arconia nell’ultima puntata accoglie un killer reaveal party, come lo definisce Movie player, che tanto ricorda le riunioni di sospettati di Agatha Christie (sì, ancora lei: non la chiamano la regina del giallo a caso).
Only Murders in the Building. La trama della terza stagione
La trama si sviluppa intorno alla produzione di uno spettacolo musicale di Oliver, dove le complesse dinamiche dello show e le rivalità tra i personaggi si mescolano con l’enigma di sangue.
Infatti, nella terza stagione, Charles, Oliver e Mabel si confrontano con un nuovo omicidio, l’assassinio di un famoso attore di Broadway e protagonista dello show imminente, Ben Glenroy (Paul Rudd).
Mentre cercano di districarsi tra le prove e le performance teatrali, i tre protagonisti si impegnano a svelare la verità dietro la morte del famoso e antipatico attore: purtroppo i suoi nemici non si contano con le dita di una mano.
Only Murders in the Building. Cosa sappiamo della quarta stagione
La quarta stagione di Only Murders in the Building si prepara a offrire nuove intriganti avventure.
Come riporta Io Donna, Charles, Oliver e Mabel lasceranno l’imprevedibile palazzo Arconia per gli studi cinematografici di Hollywood, interessati a trasformare il loro podcast in un film.
Il cast “newyorkese” principale sarà così affiancato da quello di Los Angeles, con Eva Longoria, Zach Galifianakis e Eugene Levy.
Tra le new entry anche Melissa McCarthy nei panni della sorella di Charles.
La stagione sembra inoltre promettere di mantenere un personaggio molto amato nella terza stagione, Loretta Durkin, interpretata dall’iconica Meryl Streep.
Il mix di umorismo e giallo che ha reso la serie un successo, sarà accompagnato da nuove sfide e segreti da svelare. E ovviamente un nuovo delitto.
I colpevoli di ogni stagione di Only Murders in the Building
Per chi non ha paura degli spoiler — ma anche per chi non riesce a ricordarsi il colpevole di una puntata della Signora in giallo rivista 15 volte — ecco i colpevoli dei delitti di Only Murders in the Building.
PRIMA STAGIONE: CHI HA UCCISO TIM KONO?
Ad uccidere Tim è stata Jan Bellows (Amy Ryan), di professione fagottista, inquilina dell’Arconia e compagna di Charles.
In passato la donna era stata coinvolta in una relazione intima con Tim, che decide di uccidere per gelosia, quando lui la lascia: il primo caso dell’Arconia è così chiuso.
SECONDA STAGIONE: CHI HA UCCISO BUNNY?
Nell’ultimo episodio della seconda stagione, si scopre che l’assassina è Poppy White, il cui vero nome è Becky Butler, la ragazza al centro del podcast All Is Not OK in Oklahoma di Cinda Canning, rivale dei protagonisti.
La storia di Becky non è per nulla semplice. La ragazza — innamorata del detective Kreps — aveva finto la propria morte in Oklahoma e, ossessionata dai podcast di Cinda Canning, aveva creato una nuova identità per diventare la sua assistente.
Le cose però non erano andate come Poppy-Becky si aspettava. Infatti, Cinda sfruttava di continuo l’assistente, rubandole le idee e umiliandola.
Così, per liberarsi dal controllo di Cinda, Poppy e Kreps mettono in piedi un piano malvagio: creare il prossimo grande podcast true crime. A pagarne le conseguenze è la povera Bunny.
TERZA STAGIONE: CHI HA UCCISO BEN GLENROY?
Sono i due stravaganti produttori dello spettacolo di Oliver — Cliff (Wesley Taylor) e Donna (Linda Emond) — gli assassini dell’attore Ben Glenroy, nella terza stagione.
I due hanno deciso di eliminarlo perché Ben stava compromettendo il successo della loro produzione teatrale, con i suoi capricci da star viziata.
Se gli imprevisti di questa stagione non ti hanno sorpreso, l’ultimo episodio avrà di certo catturato la tua attenzione, con l’omicidio di Sazz Pataki (Jane Lynch), la controfigura di Charles nella serie tv poliziesca che lo ha reso famoso (Brazzos). Un vero colpo di scena.
Per scoprire la soluzione di questo delitto, dobbiamo però aspettare la quarta stagione.
I podcast crime: qualche consiglio della redazione
Se sei appassionato di true crime come i protagonisti di Only Murders in the Building, ecco alcuni podcast italiani imperdibili:
- Le ombre di Via Poma di Giacomo Galanti. Un esemplare lavoro di giornalismo investigativo su uno dei più complessi casi irrisolti italiani, l’omicidio di Simonetta Cesaroni.
- Veleno è un podcast di Pablo Trincia, sul caso dei “Diavoli della Bassa”, da molti collegato al caso di Bibbiano.
- Indagini è un podcast di Stefano Nazzi per il Post. Ogni primo del mese il giornalista tratta un caso giudiziario e di cronaca nera italiano in due puntate, dando rilievo al ruolo dei media.
- Ludwig – Gli ultimi eredi del nazismo. Un podcast sulla serie di omicidi che colpirono il Nord Italia tra la metà degli anni ’70 e ’80.
IL PODCAST DEL BLOG: IL COLPEVOLE PERFETTO
Solo 92 parole per nominare il podcast true crime del blog che state leggendo: Il Colpevole Perfetto, scritto e registrato dal giornalista Maurizio Corte.
Con una narrazione scientifica e una ricerca approfondita, il podcast esplora il caso di omicidio della giovane Milena Sutter, superando i limiti dello storytelling giuridico e mediatico degli anni ’70.
Al podcast è dedicato un articolo — con relativo rinvio a Spreaker per l’ascolto degli episodi — sul blog Il Biondino della Spider Rossa.
È possibile ascoltare, il podcast su queste piattaforme online di podcasting:
Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 17.08.2024
Il trailer della quarta stagione della serie Disney+
Ti appassionano i podcast true crime? Ascolta Il Colpevole Perfetto
Sei ti piacciono i podcast true crime, c’è un consiglio d’ascolto che merita di essere seguito.
È il podcast scritto e raccontato con la voce di Maurizio Corte, giornalista e scrittore per i media, massimo esperto del caso criminale e giudiziario di Milena Sutter e Lorenzo Bozano (Genova, maggio 1971).
Si intitola Il Colpevole Perfetto. La storia sbagliata di Lorenzo Bozano e Milena Sutter, con la regia audio e il sound design di Giuliana Corsino.
Podcast Il Colpevole Perfetto
Qui puoi ascoltare, con il collegamento alla piattaforma Spreaker, il trailer, la prefazione e gli episodi del podcast dedicato al caso di Lorenzo Bozano e Milena Sutter.
Il podcast è disponibile, a titolo gratuito, su tutte le piattaforme di podcasting.
PRIMO EPISODIO. “Milena è sparita”
PREFAZIONE
TRAILER
Autrice e copywriter. Laureata magistrale cum laude in Editoria e Giornalismo, ama analizzare e divulgare crimini e ingiustizie di ogni tipo: dai misfatti di Hollywood ai reati ambientali.




