Un disastro nei cieli con oltre 300 morti apre un’inchiesta scomoda e ad alto rischio per chi indaga.
Nel disastro sono morte oltre 300 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio. La regia del film thriller francese è di Yann Gozlan.
Black Box – La scatola nera. Trama del film
Tuttavia, Mathieu arriva a dirigere l’indagine su incarico del responsabile della Bea, la compagnia per la sicurezza dei voli aerei, Philippe Rénier (interpretato da André Dussolier).
Viene infatti incaricato di eseguire un’accurata indagine sul materiale recuperato dalla scatola nera, così com’è stata ritrovata tra i frammenti del velivolo.
LE SCOMODE INDAGINI SUL DISASTRO AEREO
Analisi del film Black Box – La scatola nera
Il film thriller Black Box – La scatola nera aderisce alla struttura narrativa del miglior cinema americano.
Abbiamo l’eroe Mathieu che riceve la chiamata e inizia un viaggio tortuoso alla ricerca della verità. Come in tutti i viaggi dell’eroe, anche Mathieu deve fare i conti con gli ostacoli messi sul suo cammino da antagonisti e nemici.
L’analista Mathieu ha pochi e distaccati alleati. Quello che dovrebbe essere il suo mentore viene fatto sparire; mentre il rapporto con la moglie Noémie è la spia della sua discesa agli inferi.
Come ogni eroe che si rispetti, il tecnico Mathieu – incaricato di fare luce sulle cause del disastro aereo – ha un suo tallone d’Achille: problemi di udito e di vista.
I problemi di udito lo portano a fraintendere alcuni fattori utili a determinare le cause dell’incidente. Mentre la miopia lo ha escluso dal realizzare il suo sogno di diventare un pilota d’aereo, sull’esempio del padre.
Il film si stacca dalla struttura e della lentezza di certo film della tradizione francese. È anzi un racconto serrato, ricco di colpi di scena.
La ricerca della verità ci coinvolge nel modo più efficace. Viviamo i dubbi, le speranze e le delusioni del tecnico nel voler capire – oltre le versioni ufficiali e di comodo – cos’è che ha portato alla morte di oltre 300 persone.
I TRE PUNTI IMPORTANTI DEL FILM
Sono tre i punti che merita di prendere in considerazione, nell’analizzare il film thriller Black Box – La scatola nera.
Il primo riguarda la ricerca della verità.
Ogni ricerca, ogni analisi e ogni esame che si rispetti è chiamato ad avere le caratteristiche dell’imparzialità, della tensione etica verso ciò che è vero, del rigore nel metodo di indagine.
Il secondo punto ha a che fare con un lavoro al servizio delle persone danneggiate e più fragili.
L’analista Mathieu si pone, infatti, il problema di coscienza di star lavorando per le oltre 300 vittime – e le loro famiglie – del disastro aereo sul volo Dubai-Parigi.
Ogni interesse personale, ogni ambizione di carriera, persino il rapporto con la moglie Noémie passano in secondo piano rispetto al servizio per una causa sociale. E di giustizia che sostenga i danneggiati e i fragili della situazione.
Il terzo punto è il più dolente, sconcertante e coinvolgente: lo smascheramento di una verità ufficiale di comodo, che è solo un insieme di menzogne funzionali agli interessi delle lobby di potere.
È una battaglia contro i titani. Una battaglia al limite dell’impossibile e per cui si paga un prezzo sovente assai alto.
Tuttavia è una battaglia – come quella dell’analista Mathieu in Black Boz – La scatola nera – che merita di essere combattuta perché la ricerca della verità qualifica una persona di qualità, rispetto al cialtrone di turno,.
Confronto con il caso giudiziario Sutter-Bozano
Quando in un film, serie tv o libro (saggio o romanzo che sia) mi trovo a confrontarmi con i temi della ricerca della verità, della battaglia contro le lobby di potere e della giustizia per i più deboli, il collegamento al Caso Sutter-Bozano diventa inevitabile.
Nella vicenda di Milena Sutter – scomparsa il 6 maggio 1971 e trovata in mare senza vita, a Genova, due settimane dopo – e di Lorenzo Bozano, condannato all’ergastolo per il rapimento e omicidio della ragazzina, abbiamo tutti e tre i temi.
La ricerca della verità sul Caso Sutter-Bozano, come nel film thriller Black Box – La scatola nera, passa attraverso l’analisi dei dettagli, il metodo di lavoro, l’imparzialità di giudizio.
Come per il lavoro sul disastro aereo, condotto dal giovane Mathieu, anche nella vicenda genovese del 1971 c’è una parte fragile e debole per cui lavorare. La vittima, innanzi tutto, e poi tutti coloro che sono stati maltrattati.
Infine, anche nel caso di Milena Sutter e Lorenzo Bozano, abbiamo forti e importanti antagonisti. Quelli delle lobby di potere. O dei nani che hanno bisogno di ricostruzioni mendaci per far carriera,
Chi sono gli antagonisti? Tutti coloro, come nel film thriller Black Box, che non sono interessati alla verità sostanziale dei fatti, quasi sempre scomoda, ma a una verità di comodo. E a montagne di menzogne.
Maurizio Corte
corte.media
Trailer del film thriller The Box – La scatola nera
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Giornalista professionista, scrittore e media analyst. Insegna Giornalismo Interculturale e Multimedialità all’Università degli Studi di Verona. Dirige l’agenzia d’informazioni e consulenza Corte&Media. Contatto Linkedin. Sito web Corte&Media. Email: direttore@ilbiondino.org