Cinque stagioni nell’abisso: un viaggio nella mente di un “bravo ragazzo” diventato serial killer.

Omnia amor vincit. L’amore vince su tutto.

Nelle mani di Joe Goldberg, protagonista della serie You, l’antico detto si trasforma in un mantra distorto: una giustificazione per ossessioni fatali e sangue innocente. 

Con l’ultima stagione su Netflix, la serie thriller cala il sipario, offrendo il momento ideale per esplorare a fondo questo personaggio.

Un uomo dalla faccia pulita, amante dei libri, che ha sedotto e inquietato milioni di spettatori in tutto il mondo.

Per sette anni, dietro la sua maschera rassicurante, si nasconde infatti un mondo interiore fatto di menzogne, ossessioni e violenza calcolata. 

Alla radice di tutto un modus operandi metodico, quasi scientifico nella sua prevedibilità.

Joe idealizza l’amore, lo rincorre con cieca devozione, ma quando la donna prescelta lo delude, la distrugge senza pietà. Una vittima dopo l’altra.

Attraverso cinque intense stagioni, questo ciclo perverso intrappola decine di persone — senza distinzioni di genere.

Il ritratto che emerge è quello di un narcisista manipolatore e uno stalker capace di cancellare ogni traccia dei suoi crimini, per proteggere la sua immagine da “bravo ragazzo”. 

Ispirata all’omonimo romanzo di Caroline Kepnes, You rivela inoltre temi quanto mai urgenti nella società contemporanea, come stalking, violenza di genere e il benessere mentale.

Alla fine, dopo 50 episodi, la serie conclude il suo viaggio sezionando ogni angolo della psiche di Joe, restituendoci una mente tanto disturbata quanto magnetica.

Un fascino oscuro che ingabbia lo spettatore in un sofisticato gioco psicologico, dove il confine tra empatia e orrore si fa sottile.

“YOU”, RADIOGRAFIA DI UNO STALKER NARCISISTA

La serie ci porta nella vita interiore di Joe Goldberg (Penn Badgley), gestore di una libreria nel cuore del Village, un quartiere residenziale di New York.

Tutto ha inizio con l’incontro tra Joe e Guinevere Beck, una studentessa universitaria e aspirante scrittrice, che varca la soglia del suo negozio. 

Per lui, questo momento assume contorni quasi religiosi: una visione evangelica che innesca un processo devastante. 

L’amore si trasforma subito in un’ossessione. Joe inizia a seguirla, controllarla, pedinarla. 

Solo che lo stalking non si ferma a distanza di sicurezza: passa all’azione.

E, quando necessario, l’ossessione diventa pura violenza, eliminando ogni ostacolo tra l’uomo e l’oggetto del suo desiderio. 

Alla fine — scrive Thriller Nord — Joe «ricorda un po’ Dexter nei suoi modi convinti di agire per il bene di qualcun altro».

Ma, in realtà, si tratta solo di deliri letali.

IL VIAGGIO DELL’(ANTI)EROE JOE GOLDBERG

Alcuni potrebbero vedere in You una originale versione del “viaggio dell’eroe” di Christopher Vogler. 

Qui, tuttavia, l’eroe è anche l’antagonista della storia, che si muove in un perverso ciclo narrativo:

  • Incontro e innamoramento: l’uomo individua la sua nuova “preda” amorosa.
  • Ossessione e controllo: inizia a manipolarla, spiarla e gestire ogni suo passo.
  • Violenza e eliminazione degli ostacoli: quando il controllo non basta, Joe ricorre alla violenza per “proteggere” la relazione.
  • Caduta e rinascita: dopo il collasso, il libraio si reinventa, cambiando città e identità. Ma non la sua natura. 

Da Beck alla quinta stagione, ogni tappa del suo viaggio romantico si conclude alla fine allo stesso modo: sangue.

Una violenza che Joe giustifica attraverso la sua visione distorta dell’amore. 

Guinevere, Love Quinn, Marienne, Kate e Bronte in "You" di Netflix

CINQUE RAGAZZE PER JOE: IL SUONO DI UN’OSSESSIONE

«È così sbagliato se è per motivi giusti?». Quelli di Joe sono amori tossici da manuale.

Relazioni che rappresentano un caso studio di dinamiche distorte, radicate in un passato traumatico che ha segnato la psiche dell’uomo dalla tenera età. 

Per Joe, ogni donna è infatti un’estensione del proprio Io: da possedere, controllare, scartare.

In questo paesaggio interiore, ogni stagione introduce una figura femminile, che alimenta la mania del protagonista:

  • Guinevere Beck (Elizabeth Lail): studentessa universitaria, è la prima a finire nella rete morbosa di Joe.
  • Love Quinn (Victoria Pedretti): l’incontro in un supermercato biologico di Los Angeles evolve fino al matrimonio.
  • Marienne Bellamy (Tati Gabrielle): bibliotecaria e madre single, conosciuta durante il matrimonio con Love.
  • Kate Galvin (Charlotte Ritchie): ricca ereditiera, diventa la sua seconda moglie dopo il soggiorno a Londra.
  • Bronte (Madeline Brewer): misteriosa ladra di libri, chiude in modo inaspettato il cerchio.

IL LUPO CATTIVO DIETRO LA MASCHERA 

Come si legge su HotCorn, i protagonisti della serie sono normali. Sono come noi, i nostri amici, la nostra famiglia. «E come noi, hanno delle ossessioni».

Solo che le bugie di You sono malate, perverse e pericolose.

A partire dal protagonista, Joe Goldberg. Un giovane uomo solitario con un passato traumatico, capace di sincera empatia verso Paco, vittima di violenza domestica. 

Questa complessità emotiva è ciò che inganna lo spettatore: una trappola cognitiva che porta a giustificare i comportamenti manipolatori del protagonista. 

La verità si rivela infatti quando è troppo tardi.

Solo quando il sangue è già stato versato, il “bravo ragazzo” si mostra per ciò che è: un predatore pericoloso. Un narcisista patologico. Uno psicopatico che veste di romanticismo la propria violenza.

Eppure, la serie riesce a farci “tifare” per lui: «il classico cavaliere solitario che salva la donzella in cima alla torre». Una pericolosa distorsione narrativa.

Ma anche un errore che si ripete ogni giorno nel mondo reale, dove troppe persone scelgono di non vedere il lupo cattivo sotto il mantello da principe azzurro.

L’abisso dietro lo sguardo: analisi psicologica di Joe Goldberg

Il protagonista di You incarna una figura ambigua: libraio sensibile in superficie, predatore calcolatore nel profondo. 

La sua ossessione per l’amore non è tuttavia solo un capriccio narrativo, ma l’espressione di un malessere psichico profondo e realistico. 

Comprendere Joe significa quindi entrare in un intricato labirinto psicologico, dove i confini tra amore e controllo si fanno sempre più sfocati. 

In questo percorso, osserviamo così come disturbi dissociativi, tratti narcisistici e ferite infantili possano plasmare una personalità disturbata.

Una mente che incarna uno degli incubi della cronaca nera: lo stalker omicida.

Joe Goldberg, narcisista in "You", analisi psicologica

JOE GOLDBERG: UN NARCISISTA DA MANUALE

Uno degli aspetti centrali della psicologia di Joe è il narcisismo patologico.

You ha il merito di aver illuminato il volto più oscuro di questo disturbo della personalità, trasformando uno studio clinico — seppur romanzato — nel motore della serie.

Dal punto di vista diagnostico — come spiega lo psicoterapeuta Mario Valente — Goldberg manifesta infatti tutti i tratti distintivi del Disturbo narcisistico di personalità:

  • senso esagerato della propria importanza;
  • profonda mancanza di empatia;
  • bisogno costante di ammirazione;
  • attrazione verso individui considerati “speciali” per bellezza, intelligenza o status sociale. 

Alla fine della serie, ad un occhio attento, le sue storie appaiono per ciò che sono sempre state: cibo per nutrire un’autostima fragile.

LE ORIGINI DEL TRAUMA DI JOE GOLDBERG

Per comprendere a fondo il protagonista di You, dobbiamo esplorare il suo passato tormentato. 

I flashback disseminati nella serie rivelano che Joe è stato esposto a traumi fin dall’infanzia.

La madre, vittima di abusi, gli ha infatti trasmesso l’idea che la violenza sia l’unico strumento per sopravvivere in un mondo ostile. Del tipo «noi due contro il mondo».

La letteratura scientifica mostra come esperienze simili siano legate allo sviluppo di disturbi dissociativi.

Parliamo di un meccanismo di difesa che separa il trauma dalla coscienza, impedendo l’elaborazione del dolore, che rimane tuttavia impresso nel corpo e nelle reazioni emotive.

I ricordi intrusivi che riaffiorano nella mente di Joe non sono quindi semplici reminiscenze: sono sintomi di una dissociazione in atto.

E — è lecito pensare — anche di un Disturbo da stress post-traumatico (DSPT).

IL CICLO DELLA DISTRUZIONE IN “YOU”

In ogni stagione, quando Joe si innamora, precipita in un circolo vizioso devastante.

Nella fase iniziale — come osserva Glia — manifesta comportamenti tipici del Disturbo borderline di personalità, idealizzando la persona amata e prendendosene cura in modo totalizzante.

Questo aspetto è radicato in un profondo bisogno di sentirsi amato e nel terrore paralizzante dell’abbandono.

Tuttavia, basta una minuscola minaccia alla relazione — reale o immaginaria — perché tutto crolli in un secondo.

A quel punto, l’oggetto d’amore viene svalutato e trasformato in un nemico da eliminare ad ogni costo.

TRATTI ANTISOCIALI: IL FIL ROUGE DEI SERIAL KILLER

Nel complesso profilo di Joe emergono anche evidenti tratti del Disturbo antisociale di personalità.

Goldberg compie infatti reati efferati senza provare autentico rimorso, né preoccupazione per le conseguenze delle proprie azioni.

Questa combinazione — antisocialità e dissociazione — è un mix frequente anche nei profili dei serial killer, dove convivono due identità separate.

E You rende evidente questa scissione: 

  • da un lato, l’eroe: il ragazzo gentile, colto e premuroso; 
  • dall’altro, l’antieroe: il predatore calcolatore e spietato, che agisce nell’ombra.

TRATTI PARANOIDI 

Dopo ogni omicidio, affiorano in Joe anche marcati tratti paranoidi.

L’uomo diventa infatti ossessionato dal rischio di essere scoperto. 

Per recuperare una parvenza di equilibrio psichico, quindi, si rifugia nei suoi meccanismi narcisistici.

Joe riscrive la realtà, riorganizza ogni dettaglio con precisione e si prepara — ancora una volta — a ricominciare tutto da capo. 

Questo intricato puzzle di disturbi, alla fine, non solo definisce il comportamento di Joe ma alimenta la spirale autodistruttiva della serie. 

Tutto in un crescente pathos che tiene lo spettatore col fiato sospeso fino all’ultimo istante.

Analisi criminologica di “You”: uno stalker digitale

Dopo aver esplorato la mente di Joe Goldberg, approfondiamo ora i suoi comportamenti da una prospettiva criminologica.

You presenta un modus operandi che rispecchia i pattern documentati nei casi reali di stalking, offrendo uno spaccato inquietante di questa forma di violenza.

Ma quali dinamiche psicosociali alimentano questo comportamento distruttivo?

Come osserva la giornalista Letizia Rogolino, «la psicologia dello stalker è complessa e sfaccettata».

Innanzitutto, gli stalker percepiscono il mondo attraverso una lente distorta.

L’altro, quindi, non viene riconosciuto come individuo autonomo, ma come un’estensione del sé. Un oggetto da controllare e proteggere con ogni mezzo.

Nel caso di Joe, lo stalking scaturisce proprio da questo «profondo desiderio di controllo e possessività».

La psicologa Lisa M. K. Johnson evidenzia inoltre un ultimo aspetto.

Gli stalker spesso lottano per costruire relazioni autentiche e sane, mentre sono intrappolate nelle proprie fragilità emotive e sociali.

Joe Goldberg in "You", stalker digitale

LA VIOLENZA DIETRO IL FINTO ROMANTICISMO

You porta in primo piano un tema quanto mai attuale: l’amore tossico

Joe confonde infatti l’amore con il possesso, giustificando i suoi atti violenti come espressioni di protezione e cura autentica.

Lo stalker — in questi contesti — nega il rifiuto, sostituendolo con una narrazione distorta della relazione.

Si convince, per esempio, che l’oggetto della sua ossessione sia una vittima da salvare, perché ignara di ciò che è meglio per lei. 

Nasce così un paradosso inquietante.

Mentre la persona perseguitata vive un incubo, lo stalker si erge a salvatore, persuaso che la sua “missione” giustifichi ogni trasgressione morale e legale.

Alla fine, perfino la violenza estrema diventa un atto necessario e nobile. Proprio come per il protagonista di You

LO STALKER NELL’ERA DIGITALE

Joe incarna alla perfezione lo stalker contemporaneo.

Goldberg è infatti un predatore che si muove con disinvoltura tanto nel mondo fisico quanto in quello virtuale, sfruttando ogni risorsa tecnologica a sua disposizione.

Fin dalla prima stagione, il libraio utilizza per esempio i social network per raccogliere informazioni: orari, luoghi frequentati, relazioni personali, percorso di studi e vita sentimentale.

Nulla sfugge così al suo sguardo invasivo.

Questo comportamento criminale è purtroppo sempre più diffuso nella nostra società iperconnessa. 

D’altronde, l’accesso facilitato ai dati personali e le falle nei sistemi di sicurezza digitale rendono queste forme di persecuzione sempre più sofisticate, invasive e anche letali.

Cosa ci lascia “You”: il fascino seducente del male 

Ansia. Forse è questa la parola che meglio riassume i sette anni e i 50 episodi di You. 

Un senso di disagio profondo, che accompagna lo spettatore mentre segue Joe Goldberg: stalker, assassino e — per assurdo — protagonista carismatico.

Nonostante il suo lato oscuro, Joe esercita infatti un fascino ambiguo, costruito su elementi rassicuranti: la passione per la letteratura, la voce suadente, un passato traumatico.

Un archetipo sempre più diffuso nelle serie tv, dove il predatore si maschera da eroe affascinante.

Da Dexter ai fratelli Menéndez, la televisione ha infatti reso accettabile la figura del carnefice. Lo ha reso empatico. Intelligente. A volte perfino desiderabile. 

L’EREDITÀ DI “YOU”: SPECCHIO OSCURO DELLA NOSTRA CULTURA

You ci costringe anche a guardare da vicino il sottile confine tra amore e ossessione.

E ci mette davanti a una verità scomoda: spesso confondiamo la violenza con la passione, il controllo con la protezione, il predatore con l’innamorato.

La serie diventa così uno specchio sociale. Un triste riflesso dei meccanismi culturali che continuano a romanticizzare gelosia, violenza e dominio sull’altro.

Guardare il thriller non significa quindi solo immergersi nell’inferno personale di Joe Goldberg. 

Ma anche riconoscere che certi incubi iniziano proprio da ciò che la nostra società chiama ancora amore

Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 10.05.2025

Il trailer di “You”: la prima stagione della serie Netflix

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