Il Coliseum International Film Festival punta i riflettori sul cold case milanese.

«In questa strada ora lascio il mio cuore» cantava Adriano Celentano. Nella stessa via Gluck un cuore si è davvero arreso sul cemento: quello di Armando Blasi, ucciso da un uomo mascherato nell’autunno 1994.

È il 5 novembre, quando il ristoratore toscano viene colpito da tre colpi di pistola davanti al suo locale, “Al Cuoco di Bordo”. Una trattoria alla buona, che vanta tra i suoi clienti calciatori, attori ma anche alcuni malavitosi.

Trasportato d’urgenza al Fatebenefratelli (Milano), Armando muore tre ore dopo. 

Dopo trent’anni, il caso rimane ancora un mistero. Nessun movente certo, nessun colpevole identificato. Solo il dolore di una famiglia e un’indagine irrisolta.

Oggi questa vicenda torna però alla luce grazie al canale YouTube “Crimini Dimenticati e a un documentario, che ha conquistato la finale del Coliseum International Film Festival.

“CRIMINI DIMENTICATI” CONQUISTA ROMA

Ad un anno dall’inizio del progetto di video giornalismo, “Crimini Dimenticati” supera un primo grande traguardo.

Il video sull’omicidio di via Gluck ha infatti raggiunto la finale del premio COLIFFE, nella sezione “Italian Docufilm”.

Giunto alla sua quarta edizione, il festival cinematografico ha registrato numeri da record, con ben 2.085 cortometraggi da 81 paesi del mondo.

Tra questi lavori spicca il progetto di Simona Cascio e Marcello Randazzo, che si è distinto per accuratezza investigativa, estetica noir ed etica della professione.

Coliffe festival, Crimini dimenticati con Armando Blasi

L’ETICA RITROVATA DELLA CRONACA NERA

“Crimini Dimenticati” è un progetto nato per dare voce ai casi poco trattati dai media mainstream. Una collaborazione giornalistica che si avvale dell’impegno di esperti e famiglie delle vittime, riportando l’attenzione su storie dimenticate.

Cascio e Randazzo recuperano infatti vicende sepolte dal tempo, trasformando il silenzio in un grido di giustizia per chi non può più parlare. 

In questo modo, i due professionisti televisivi tracciano un percorso nella memoria storica del nostro Paese, con un approccio rigoroso e soprattutto rispettoso.

Una vera boccata d’aria fresca nello sterile panorama true crime italiano.

Seguiamo allora il loro racconto sull’omicidio di Armando Blasi, per scoprire i dettagli sul cold case milanese.

Armando Blasi: l’omicidio irrisolto di via Gluck

Il 5 novembre 1994 Armando Blasi esce dal suo ristorante in via Gluck dopo una giornata di lavoro, poco dopo la mezzanotte. Accanto a lui c’è l’immancabile fratello Francesco, suo socio in affari. 

Come ogni sera, i fratelli toscani si incamminano verso casa. Entrambi abitano in viale Lunigiana, sullo stesso pianerottolo, a soli 300 metri da “Al Cuoco di Bordo”.  

Un uomo incappucciato però sconvolge tutti i loro piani.

Dall’oscurità della notte, la figura senza volto estrae una pistola e spara tre colpi su Armando.

Il maggiore dei Blasi crolla a terra, con gravi ferite.

Subito dopo senza dire o rubare nulla, l’assassino si dilegua nel traffico milanese a bordo della sua automobile.

Trasportato d’urgenza in ospedale, il ristoratore toscano morirà al Fratebenefratelli. 

Prima di perdere conoscenza, però, sull’asfalto di via Gluck, il 49enne sussurra alcune parole all’amato fratello: «non ci ho capito un cazzo».

E nemmeno gli inquirenti hanno da allora compreso il delitto: a tre decenni di distanza, il volto e il nome dell’assassino rimangono infatti solo un triste mistero.

L’ASSASSINO MASCHERATO: «COME DIABOLIK»

L’unico testimone del delitto di via Gluck è Francesco Blasi.

Ancora sconvolto dalla scena, il fratello della vittima descrive i veloci momenti di terrore alla squadra mobile.

Francesco ricorda una Fiat Uno bianca ferma di traverso rispetto al passo carraio del ristorante.

Pochi istanti dopo, da quell’auto scende un uomo alto e magro, con il volto coperto da un passamontagna. L’assassino.

Senza esitazioni, l’uomo mascherato intima ai fratelli di indietreggiare. Forse lui fa tre passi indietro, mentre Armando uno.

Il fratello maggiore però reagisce, dice qualcosa mentre in mano tiene una bottiglia di Barbera.

Subito dopo, tre spari squarciano il silenzio della notte, uccidendo il ristoratore toscano tra fiumi di vino rosso.

Crimini dimenticati in finale a COLIFFE con il cold case di Armando Blasi

UNA PISTOLA E UN’AUTO: GLI UNICI INDIZI

La pistola usata dall’assassino è una Luger Parabellum, dotata di un silenziatore. I suoi proiettili colpiscono petto, addome e braccio sinistro di Armando, senza lasciargli via di scampo.

E con la stessa facilità con cui ha sparato, l’assassino riesce anche a scomparire nel buio della notte. 

Francesco non riesce purtroppo a leggere la targa, ma nota un dettaglio importante nel mezzo di quella ordinata confusione.

Dentro la Fiat c’è infatti un’ombra: l’assassino ha un complice.

RAPINA O ESECUZIONE?

Sebbene la dinamica faccia pensare ad una rapina finita nei peggiori dei modi, gli investigatori scartano subito questa ipotesi.

Il colpevole non ha infatti rubato nulla, nonostante i due fratelli avessero appena chiuso la cassa del loro locale. 

Come ulteriore prova, nelle tasche della vittima rimane l’intero incasso della serata: 8 milioni e 790mila lire. 

Le modalità del delitto fanno quindi pensare ad un’esecuzione pianificata: un omicidio svolto con estrema precisione, come se l’unico obiettivo fosse fin dall’inizio solo Armando Blasi. 

Il movente però non si trova.

DUE LOSCHE FIGURE IN VIA GLUCK

Nei giorni precedenti, due uomini sconosciuti vengono visti più volte davanti al ristorante “Al Cuoco di Bordo”.

Le due losche figure aspettavano qualcuno? O stavano studiando i movimenti della vittima?

Mentre voci di risposta si rincorrono lungo via Gluck, un amico della vittima racconta agli inquirenti una confessione di Armando: l’uomo gli aveva rivelato di sentirsi in pericolo di vita. 

«Qualcuno mi vuole fare il culo», sono in realtà le parole testuali del ristoratore toscano. Una frase che oggi appare come una premonizione.

LE IPOTESI INVESTIGATIVE

Durante le indagini gli inquirenti esplorano diverse piste investigative:

  • un regolamento di conti legato alla malavita milanese;
  • un possibile legame con il centro sociale Leoncavallo — spesso al centro delle cronache — frequentato dal figlio della vittima;
  • un omicidio su commissione, data la modalità del delitto.

Gli inquirenti non hanno però abbastanza indizi e non trovano riscontri.

Le piste vengono quindi accantonate in un angolo di ipotesi poco convincenti.

L’ARCHIVIAZIONE: UN COLD CASE

Nonostante gli sforzi investigativi, le indagini non portano a nulla: il delitto di via Gluck viene archiviato il 7 luglio 1997, per mancanza di prove.

Tra le carte rimane però una chiara lettura del pm Luigi Orsi su cui riflettere.

Partendo dagli elementi acquisiti durante le indagini, Orsi ritiene che:

  • «l’aggressore non è stato mosso da intento di rapina;
  • l’aggressore ha colpito selettivamente il solo Armando;
  • un’aggressione così specificamente realizzata può avere moventi assai differenti, dalla mera vendetta all’avvertimento per i congiunti della vittima».

Restano tuttavia solo spunti investigativi, senza né capo né coda.

Marcello Randazzo e Simona Cascio, crimini dimenticati - anello di carta

Un crimine dimenticato nella mischia dei delitti milanesi 

L’omicidio di Armando Blasi è uno dei tanti misteri irrisolti della Milano anni ’90: una città segnata da crimini finiti nei faldoni, senza mai trovare giustizia.

Eppure la famiglia Blasi non ha mai smesso di cercare la verità. E nemmeno “Crimini Dimenticati“.

Oggi, grazie al lavoro di Simona Cascio e Marcello Randazzo, questo cold case è tornato a far parlare di sé. 

E se per ora il delitto di via Gluck ha trovato spazio solo in un festival cinematografico, la speranza è che l’attenzione si riaccenda altrove.

Basterà l’impegno mediatico a far emergere la verità dopo tre decenni? Nel frattempo la storia di Armando Blasi merita di essere raccontata, fino a quando non si troverà una risposta.

Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 1.02.2025

Al canale “Crimini Dimenticati” abbiamo dedicato un articolo introduttivo, che celebra il loro ammirevole lavoro di giornalismo investigativo.

È possibile ascoltare, a titolo gratuito, i casi anche sotto forma di podcast sulle principali piattaforme online.

Ogni mese su questo blog pubblicheremo inoltre un nuovo articolo dedicato ai casi trattati da Simona Cascio e Marcello Randazzo, per continuare a tenere viva la memoria di chi non ha ancora trovato giustizia:

Armando Blasi: il video di Crimini Dimenticati | Anello di carta

“Ragazzo della via Gluck”, Adriano Celentano

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