Il 30 giugno 2021 moriva il “biondino della spider rossa”. La criminologa Laura Baccaro ne rilegge la figura.
Era il pomeriggio del 30 giugno 2021, un mercoledì, intorno alle 17, quando Lorenzo Bozano, 75 anni, moriva d’improvviso nel mare dell’Isola d’Elba.
La sua morte – caduta peraltro in un giorno di “fiacca” della cronaca nera – ha scatenato l’interesse dei media italiani. E anche il peggio del giornalismo italico.
Qualche cialtrone ha fatto pure dell’ironia sulla morte di Bozano in mare. L’ha letta come una sorte di nemesi, considerando Lorenzo l’assassino di Milena Sutter.
Dovessimo fare dell’ironia su certi figuri della vicenda, ci sarebbe da divertirsi. Il problema, in questa storia giudiziaria, è che non c’è nulla di divertente.
Non c’è nulla su cui ironizzare in leggerezza. C’è la morte di una ragazzina; e c’è una serie di balle e manipolazioni.
Bozano era stato condannato, nel 1975, dalla Corte d’Assise di Genova, per il rapimento e l’omicidio di Milena Sutter. Una sentenza che viene vergogna solo a leggerla.
Del resto, la storia del terrorismo e dei tentati colpi di Stato in Italia ci racconta come la magistratura – anche là dove i migliori inquirenti si sono spesi – si è dovuta arrendere.
Quello Sutter-Bozano è un caso giudiziario e di costume a cui è dedicata un’ampia sezione di questo blog.
Da un qualche mentecatto di Genova, appresa la notizia della morte di Bozano il 30 giugno 2021, dev’essere partita la narrazione solita su Lorenzo Bozano.
Una narrazione costruita già nel 1971 e che piace a molta (non tutta, a dire il vero) stampa italiana.
Proprio da Genova – nella cui Macaia si è persa la verità vera sul caso di Milena Sutter – è uscita la definizione di Lorenzo Bozano come “killer di Milena Sutter”.
MILENA SUTTER: L’UNICO DATO CERTO È LA SUA MORTE
Peccato che la definizione del Bozano-Killer sia sbagliata sul piano sostanziale: Milena Sutter non è stata uccisa in modo volontario e premeditato.
La perizia medico-legale dei professori Franchini e Chiozza, due autorevoli medici dell’Istituto di Medicina Legale di Genova, non ha fondamento scientifico.
I due professori hanno scritto, mi si perdoni il linguaggio che si pone al livello del loro lavoro, solo delle banalità.
Peggio, Franchini e Chiozza hanno scritto conclusioni senza fondamento, che contraddicono le premesse del loro (peraltro eccellente) lavoro di analisi del corpo della vittima.
LA MORTE DI MILENA SUTTER
Non c’è alcun dato che dica in modo chiaro e inequivocabile che Milena è stata uccisa in modo volontario e premeditato.
Ne consegue che, quant’anche Lorenzo Bozano fosse coinvolto nella sua morte… ebbene, Bozano non sarebbe comunque un “killer”.
I killer sono altri. Sono quegli inquirenti, quei giudici e quei giornalisti che hanno assassinato la verità vera sulla scomparsa di una ragazzina, 13 anni, dal cuore generoso.
Non è però del caso di Milena Sutter che qui voglio parlare.
Il tempo passato dalla morte di Lorenzo Bozano mi porta a concentrarmi su di lui. Lo faccio anche, se fin dall’inizio del mio lavoro di ricerca scientifica, mi sono ripromesso di parlare poco del cosiddetto “biondino”.
Non volevo dare importanza a Bozano. Non volevo, né voglio, contribuire a farlo mantenere un “personaggio” del circo giudiziario e mediatico.
Ho sempre considerato il “personaggio Bozano” – costruito dai giornali e sostenuto dalla sentenza del giudice istruttore, Bruno Noli (anno 1972) – un’eccellente arma di “distrazione di massa” da ciò che davvero era accaduto a Milena Sutter.
L’attenzione e la manipolazione mediatica, tuttavia, mi costringono a tornare su Bozano millanta volte.
Su Bozano ho voluto ascoltare una studiosa, un’esperta che l’ha conosciuto bene e che su di lui – nel 2015 – ha eseguito una perizia psico-criminologica, condotta con metodo scientifico.
Niente balle mediatiche o sciocchezze a buon mercato di qualche magistrato inquirente; o di qualche giudice su Bozano. E neppure le banalità di certi manipolatori.
Su Lorenzo Bozano – lo vogliano o meno certi colleghi giornalisti – adesso parliamo in modo serio.
CHI ERA LORENZO BOZANO: LA PAROLA ALLA SCIENZA
Quando la storia di una vicenda si fa pesante, è la Scienza che chiamiamo a parlare.
Ho così ascoltato la criminologa Laura Baccaro. Lascio te – lettrice e lettore – giudicare l’intervista video che trovi più avanti.
Ti anticipo un paio di conclusioni assai interessanti, che la professoressa Laura Baccaro, psicologa giuridica e criminologa, trae dallo studio di Bozano.
- Prima conclusione: Lorenzo Bozano non era affetto da alcuna parafilia, secondo i manuali di riferimento. Non era in alcun modo un “deviato sessuale”. Bozano NON era un “maniaco sessuale”.
- Seconda conclusione: il profilo di Lorenzo Bozano NON corrisponde a quello dell’offender che ha assistito alla morte di Milena Sutter.
Lorenzo Bozano, ci dice Laura Baccaro, NON era in grado di portare a termine un compito complesso come l’uccisione di una ragazzina, la gestione del corpo nel post-mortem, il nasconderlo in mare.
Sulla stessa linea è anche lo studio della calligrafia di Lorenzo Bozano, condotta con metodo scientifico dalla grafologa forense Monica Manzini.
Bozano non era neppure in grado di mettere in scena la finzione della telefonata con richiesta di riscatto alla famiglia Sutter.
Il regista di quella monata (espressione veneta che sta per “idiozia”), che è la telefonata del “rapitore”, aveva mezzi e competenze ben superiori a quelle del “biondino” (che biondo non era).
Lorenzo Bozano visto dalla criminologa Laura Baccaro
Sulla vicenda di Lorenzo Bozano e sul caso di Milena Sutter, ti consiglio l’articolo da cui partire, per conoscere e approfondire la vicenda:
Lorenzo Bozano scompariva il 30 giugno del 2021. Ancora oggi, l’articolo sulla sua morte – pubblicato in questo blog – è fra i più letti:
Non so se la lettura dell’articolo sulla morte di Bozano sia frutto di mera curiosità. Oppure non so vi sia un interesse a conoscerlo meglio.
Quello che mi importa – ponendomi in una posizione da sempre lontana dall’innocentismo e dal colpevolismo sul “biondino della spider rossa” – è ben altro.
Mi interessa smascherare le bugie, la disinformazione, gli inganni, le manipolazioni e le interessate narrazioni che magistrati, giudici e giornali (non tutti, per fortuna) hanno propinato per oltre 50 anni a decine di milioni di italiani.
Maurizio Corte
corte.media
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Sono un giornalista, scrittore e media analyst irriverente. Insegno Comunicazione Interculturale, Giornalismo e Multimedialità all’Università di Verona. Ti aiuto a capire i media e la comunicazione per poterli usare con efficacia e profitto. Come? Con il pensiero critico, la comunicazione autentica e l’approccio umanistico applicati al mondo del crimine e della giustizia. Iscriviti alla newsletter Crime Window & Media. Per contattarmi: direttore@ilbiondino.org