L’analisi delle vicende delle due ragazzine può dirci molte cose.
Ci sono vicende che, come sappiamo, hanno punti di contatto tali da consentire di illuminarsi a vicenda.
Cos’è accaduto a Yara Gambirasio? Cos’è accaduto a Milena Sutter? Le vicende delle due studentesse, la prima nel 2010 e la seconda nel 1971, pongono gli stessi interrogativi.
Cos’è successo a Yara e Milena? Quali sono le azioni che le hanno portate alla morte?
Di certo abbiamo il loro decesso, ma non sappiamo il luogo della morte. Nel caso di Milena Sutter non possiamo neppure affermare che sia stata uccisa.
Il libro “Il Biondino della Spider Rossa. Crimine, giustizia e media” – che studia la vicenda di Milena – nella parte sulla Medicina Legale è chiaro: affermare che la ragazzina sia stata uccisa è una scelta dei giudici.
Non è una scelta condivisa dagli studiosi di Medicina Legale che hanno espresso il loro parere sulla perizia su epoca e causa del decesso.
Yara Gambirasio e Milena Sutter: il luogo della morte
Dopo diversi accertamenti sul corpo di Yara Gambirasio, gli inquirenti confermano l’ipotesi, già prospettata da tempo, secondo la quale ilcorpo di Yara non è mai stato spostato da quel campo di Chignolo d’Isola (Bergamo) dove è stato trovato.
Il campo è stato trovato a una decina di chilometri da Brembate di Sopra, il paese di Yara, dove la ragazzina è scomparsa.
Gli inquirenti arrivano a quella conclusione dopo aver trovato tracce vegetali e alcuni pollini.
Tracce vegetali e pollini sono stati prelevati nello stesso appezzamento di campagna ai margini della zona artigianale di Chignolo d’Isola. E sono stati confrontati con quelli rinvenuti sul corpo di Yara Gambirasio.
Nell’udienza del 7 ottobre 2015 l’anatomopatologa Cristina Cattaneo depone: “La vittima è stata ferita nel campo di Chignolo.
Nella mano destra stringeva arbusti di quella zona e al suo corpo, o ai suoi vestiti, risultavano attaccate spine tipiche di quel campo.
E anche alla base delle ferite abbiamo rilevato elementi botanici da collocare in quel luogo, probabilmente non trasportabili”.
Il medico legale Dalila Ranalletta, consulente di parte della difesa, sostiene che Yara sia arrivata in quel campo già morta.
Questo perché lo stato di decomposizione non è compatibile con il luogo del ritrovamento.
Di fatto, sotto il corpo di Yara è stato trovato fango ed erba secca priva di sangue o liquidi organici.
Il medico legale Dalila Ranalletta precisa poi che nelle ferite di Yara Gambirasio sono state reperite delle fibre di tessuti che non appartenevano ai vestiti della ragazzina.
Riguardo alla calce trovata nei bronchi di Yara, l’anatomopatologa Cristina Cattaneo dichiara: “Abbiamo fatto un centinaio di campionamenti in tutti i luoghi frequentati dalla vittima. In nessun caso è stato riscontrato lo stesso tipo di calce rinvenuto su Yara. Ci siamo chiesti se quelle tracce di calce siano finite lì per contatto con un’altra persona; o per permanenza in un determinato posto. Riteniamo sia più probabile la seconda ipotesi”.
Così come per Milena Sutter, non è stato possibile accertare il luogo esatto, l’ora e la dinamica del prelevamento e del trasporto di Yara Gambirasio nel campo di Chignolo d’Isola.
Nonostante ciò, la Corte d’Assise ha ritenuto acclarato che la protratta azione lesiva e la morte di Yara Gambirasio siano avvenute in quel campo, da cui il cadavere non è mai stato spostato.
Come per Milena, il luogo del ritrovamento è un luogo visibile ma che non viene “visto”, un luogo noto agli abitanti e frequentato.
Il campo di Chignolo d’Isola è un luogo ispezionato dagli inquirenti.
Siamo di fronte a due luoghi aperti e che sono ben frequentati: per Milena Sutter il mare davanti a Genova e per Yara Gambirasio un campo.
Sul caso di Yara Gambirasio, la BBC ha realizzato una docu-serie televisiva che approfondisce la ricerca dell’autore dell’omicidio. Peccato che quel documentario pecchi di obiettività, ponendosi dal solo punto di vista del pubblico ministero.
Milena e Yara: il mare di Genova e il campo di Chignolo d’Isola
Milena Sutter scompare all’uscita della Scuola Svizzera, a Genova, giovedì 6 maggio 1971, poco dopo le ore 17. Il suo corpo senza vita viene trovato da due pescatori dilettanti giovedì 20 maggio, intorno alle 17.
L’ipotesi degli inquirenti – e accettata dai giudici – è che il corpo di Milena sia stato gettato in mare la notte successiva la scomparsa.
L’ipotesi è che il corpo sia stato zavorrato con una cintura da sub (o forse due). E che sia riemerso a pelo d’acqua dopo una settimana.
Il corpo della ragazzina, nata a Genova da una famiglia di origini svizzere, è stato ritrovato al largo della spiaggia di Priaruggia, pochi chilometri a est di Genova.
Si sarebbe spostato, dal luogo dell’immersione, navigando verso Genova a pelo d’acqua.
Il mare davanti a Priaruggia (vedi la foto sotto) è stato per Milena ciò che il campo di Chignolo d’Isola è stato per Yara Gambirasio.
Un luogo in cui il corpo sarebbe rimasto all’aperto per giorni, allo sguardo di chiunque, senza però essere mai visto.
Le vittime hanno subito violenza sessuale?
Sul corpo di Yara Gambirasio non appaiono segni di violenza sessuale. In sede autoptica è stato constatato l’integrità dell’imene e il test di gravidanza ha dato esito negativo.
Anche nel caso di Milena Sutter (nella foto sotto) non vi sono segni evidenti di violenza sessuale, malgrado l’esposizione di buona parte del corpo, unica violenza che viene agita sul corpo. La ragazzina è infatti stata trovata svestita.
E’ comunque giusto definire “violenza” quella sul corpo della giovane Milena. Perché? Qualora la morte sia stata accidentale, l’aggressore non ha provveduto a coprirla.
Ha lasciato il corpo nudo, quasi come una “pista” o un falso indizio per distogliere le indagini da una situazione che lo poteva compromettere.
Yara Gambirasio viene trovata con un reggiseno slacciato, ma i gancetti posteriori non mostrano segni di essere stati strappati o violentemente tirati.
Per il resto, la vittima è del tutto vestita.
Il ritrovamento del corpo di Yara e quello di Milena
Il corpo di Yara Gambirasio viene trovato per caso il 26 febbraio 2011 in un campo vicino alla zona industriale di Madone a Chignolo d’Isola. Tre mesi esatti dopo la scomparsa.
Il cadavere della ragazzina è rinvenuto a 9 km di distanza dal luogo in cui Yara era stata vista l’ultima volta da alcuni testimoni.
È a 300 metri dal centro di coordinamento delle indagini, nella sede della polizia locale.
E’ logico pensare che il corpo sia stato portato e deposto nel campo. Se fosse stato scaricato sarebbe sul limitare del terreno, ai bordi del campo.
Invece, i resti di Yara Gambirasio sono all’interno del campo. Si trovano in mezzo a una vegetazione rada (siamo a febbraio), come si vede nelle foto pubblicate dai giornali.
La difesa di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della 13enne, ha prodotto nei motivi aggiunti dell’atto d’appello “una fotografia satellitare scattata il 24 gennaio 2011 che ritrae la zona del campo di Chignolo d’Isola dove successivamente, il 26 febbraio, è stato trovato il corpo della ragazzina, ma il cadavere quel giorno di fine gennaio non era là”.
La fotografia satellitare ci dice quindi che il corpo di Yara Gambirasio è stato portato nel campo di Chignolo d’Isola.
Non vi era sin dalla notte del 26 novembre, quando la ragazzina sparì.
Sono gli stessi carabinieri dei RIS a chiedersi in un audio registrato: “Ma secondo te è lì da tre mesi?”.
Un esperto di volo, volontario della Protezione Civile, il 19 settembre 2014 si è presentato negli uffici della Procura di Bergamo e ha dichiarato: “Il giorno dopo la scomparsa di Yara Gambirasio sorvolai il campo di Chignolo d’Isola e non vidi il corpo”.
Nel quaderno di bordo dell’esperto di volo viene scritto che il 12 febbraio 2011 effettuò un altro volo sopra la zona. Notò una cosa nera, ma era solo un grosso sacco della spazzatura.
Anche ilcorpo di Milena Sutter viene rinvenuto per caso, giovedì 20 maggio 1971, due settimane esatte dalla scomparsa.
Viene notato da due pescatori dilettanti in uno specchio di mare su cui è possibile distinguere, dalla costa, anche un pezzo di legno.
Le domande che anche il ritrovamento del corpo di Milena ci pone sono queste:
- la ragazzina senza vita è stata sotto il controllo dell’offender ben dopo la sua morte?
- L’offender ha deciso di far ritrovare il corpo dove, come e quando faceva comodo al suo disegno criminale?
Sono domande comuni sia a Milena Sutter che a Yara Gambirasio.
Sono domande che, anche per la cultura investigativa del tempo, gli inquirenti del caso di Milena, nel 1971, non si sono posti.
Il giudice istruttore, Bruno Noli, che considera Lorenzo Bozano l’autore dell’omicidio di Milena Sutter, nella sentenza con cui rinvia a giudizio il giovane della spider rossa lascia, tuttavia, intravedere un elemento interessante.
Noli mostra di sospettare che il corpo di Milena sia stato sotto il controllo dell’offender.
Laura Baccaro
@laura_baccaro
www.laurabaccaro.it
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Laura Baccaro, criminologa e psicologa giuridica. Docente universitaria, dirige la “Rivista di psicodinamica criminale”.
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