Caso Sutter-Bozano /1

Ragazzina sequestrata a Genova il 6 maggio 1971 all’uscita della scuola. Chiesti 50 milioni di lire di riscatto.

Milena Sutter, studentessa figlia di un industriale della cera, è stata vista l’ultima volta alle ore 17 di giovedì 6 maggio 1971, all’uscita della Scuola Svizzera di Genova, mentre si dirigeva verso la fermata dell’autobus per far rientro a casa.

Da quel momento nessuno l’ha più notata.

Le ultime persone che le hanno parlato sono i compagni di classe di terza media, scrivono i giornali genovesi del tempo.

Questa la notizia della prima puntata della ricerca Cronaca & Storia sul Caso Sutter-Bozano, attraverso i giornali del tempo. 

La scomparsa di Milena Sutter alla fine delle lezioni

Cos’è successo? Milena Sutter esce di scuola alle 17 insieme ai suoi compagni di classe.

Questi ultimi si dirigono alla vicina latteria dove sono soliti vedersi per la merenda e invitano Milena a seguirli; ma la ragazzina rifiuta l’invito per tornare a casa.

La giovane ha infatti appuntamento, alle 17.30, con un’insegnante per una lezione privata.

Viene così notata dai suoi compagni della Scuola Svizzera, che la Sutter frequenta fin da quando era piccola, mentre si dirige verso la zona della Stazione Brignole.

Qui Milena è solita prendere l’autobus 88 per andare a casa.

La ragazza indossa una camicetta, un pullover e un paio di pantaloni aderenti a zampa d’elefante; e porta con sé la cartella con i libri di scuola.

Sequestro della ragazzina: pochi minuti per scomparire

Si hanno, quindi, testimonianze di Milena fino alle 17 circa, quando si avvia verso la linea 88.

Il tragitto a piedi fra la Scuola Svizzera e la fermata dell’autobus dura circa otto minuti.

Secondo la famiglia Sutter, che ha origini svizzere per parte di padre, la ragazzina era solita tornare a casa da sola, compiendo sempre lo stesso tragitto: scesa via Felice Romani si dirigeva verso via Gropallo, attraversava Piazza Brignole, via De Amicis e piazza Verdi, dove saliva sul mezzo pubblico.

Scendeva poi dall’autobus 88 alla fermata in fondo a via Pisa e risaliva via Orsini fino alla villa Sutter. Questo tratto a piedi è percorribile in circa 5 minuti.

Com’è possibile che una ragazza alta, bionda e bella come Milena non sia stata più notata da nessuno?

Come può una persona sparire in una manciata di minuti, tanti sono quelli trascorsi a piedi dalla ragazzina nella zona della scuola e vicino casa? E in un giorno di maggio, luminoso, in tratti di strada assai frequentati?

Sono le stesse domande che si pongono gli inquirenti e, soprattutto, i genitori.

Milena non rincasa, come previsto, alle 17.30. Sua madre, Flora Sutter, si allarma quasi subito non vedendola rientrare in orario e sapendo che la figlia è solita avvisare se ritarda.

La signora Flora decide allora di chiamare la Scuola Svizzera, dove parla con Giacomo Zannoni, bidello, che afferma di aver visto la studentessa uscire dall’edificio alle 17 insieme ai compagni di classe.

Poco dopo, la madre di Milena avvisa il marito: i genitori cominciano a contattare amici e parenti per avere notizie della figlia. Ma nessuno sembra sapere dove si trovi.

La preoccupazione cresce e diventa angoscia, finché Arturo Sutter decide di recarsi con il suo avvocato in Questura, intorno alle 21, per denunciare la scomparsa della figlia.

L’industriale viene ascoltato per circa due ore da Angelo Costa, capo della Squadra Mobile, per capire come la ragazzina sia sparita.

Si pensa sin da subito che non si tratti di un allontanamento volontario.

Mia figlia non può essere scappata. Non è tipo da commettere colpi di testa”, dice il padre, Arturo Sutter. “E’ ancora troppo giovane e ingenua per pensare a certe cose. E poi non ha proprio alcun motivo per lasciare la famiglia”.

Esclusa la possibile bravata di un’adolescente, la Polizia lascia tutte le ipotesi investigative aperte, ma due, più di altre, sembrano avere più fondamento.

La prima pista vede Milena vittima di un depravato, un maniaco.

La seconda ipotesi è quella di un rapimento, una pista che risveglia nella città di Genova una paura da poco affievolita data la vicenda, nell’ottobre del 1970, del sequestro di Sergio Gadolla, da parte di una banda di terroristi.

L’angosciante attesa dei Sutter era toccata, qualche mese prima, alla vedova Rosa Gadolla, madre di Sergio, che dovette attendere cinque giorni per riabbracciare suo figlio.

Anche Sergio Gadolla era figlio di un facoltoso industriale; ed era stato rapito nell’ottobre del 1970 da un gruppo di terroristi di sinistra, appartenenti alla banda XXII Ottobre. 

 

“Se volete Milena viva, 50 milioni prima aiuola Corso Italia”

Le ricerche sono tempestive e vedono coinvolto un numero importante di agenti. Ma Milena non si trova.

Tutto tace fino al mattino successivo, quando la famiglia Sutter riceve una telefonata con una richiesta di riscatto.

Vogliamo cinquanta milioni se vuoi rivedere viva tua figlia”, sarebbe la frase pronunciata da un rapitore al telefono, secondo quanto scrive il Secolo XIX  dell’8 maggio, in prima pagina. 

Il padre della tredicenne genovese fa sapere che i soldi non sono un problema, l’importante è che sua figlia gli sia restituita sana e salva.

La richiesta di riscatto non sorprende perché i Sutter sono una famiglia ricca: Arturo Sutter, infatti, è il sesto contribuente di Genova e la sua ditta di cera è famosa in tutta Europa.

L’azienda dei Sutter ha sede a Genova dal 1910 grazie al nonno di Milena, Adolfo, che abita di fronte al figlio Arturo, in viale Mosto. Ed è stata fondata dal bisnonno della ragazza, Arturo Sutter nel 1858.

L’azienda Sutter si occupa di produzione di cere per pavimenti, di lucidi per calzature e per mobili.  La Sutter, nel 1971, è arrivata ad avere 360 dipendenti, un capitale di 100 milioni di lire e un volume d’affari di 5 miliardi.

Il capo della Mobile, Angelo Costa, ha fatto sapere che la Polizia non interferirà con il pagamento del riscatto.

Nonostante questo, come afferma anche il questore Giuseppe Ribizzi, “si costringeranno i responsabili a pagare il loro debito alla giustizia”. In questo momento, la priorità assoluta è la vita di Milena.

La Polizia è così impegnata a raccogliere informazioni, testimonianze e possibili indizi che possano portare all’identificazione dei malviventi.

La spider rossa e la serie di presunti spasimanti

Secondo i giornali genovesi, che danno conto delle prime indagini, alcune testimonianze parlerebbero di una spider rossa che si aggirava attorno all’abitazione della ragazzina prima della sua scomparsa.

In molti nel vicinato affermano, infatti, di aver notato una macchina rossa sportiva e un biondino, alto e robusto, sulla ventina d’anni, aggirarsi vicino alla villa dei Sutter.

“Avevamo pensato, io ed altri, che fosse uno spasimante di qualche giovane domestica del quartiere”, racconta al quotidiano del pomeriggio Corriere Mercantile, il 7 maggio 1971, una donna che lavora nelle vicinanze della villa dei Sutter.

Gli investigatori ipotizzano un possibile appostamento da parte dei rapitori per comprendere al meglio gli orari della tredicenne. Che si tratti dunque di un rapimento studiato nei minimi dettagli?

Per ora sono soltanto indizi, nulla è certo. Si cerca di identificare il giovane con la spider rossa, ma allo stesso tempo si lasciano aperte altre ipotesi.

Ai compagni di scuola di Milena – una classe mista composta da sette ragazzi e sette ragazze – è stato chiesto se la loro amica avesse un fidanzato. Le risposte sono per lo più negative.

Gli studenti descrivono la loro compagna come una ragazzina ben voluta, simpatica, atletica, forse un po’ ingenua.

Sembra che non ci siano ombre nella vita sentimentale dell’adolescente.

Vi è solo una compagna di Milena che fa il nome di un certo Vittorio, un ragazzo che sarebbe stato presente, in più occasioni, alle feste degli alunni della Scuola Svizzera.

Un’altra compagna della ragazza scomparsa accenna invece a un altro giovane: un ragazzo che lavorerebbe vicino alla Scuola Svizzera.

Milena è una bella ragazza. Dimostra più dei 13 anni che ha. Può avere attirato le attenzioni di quel giovane, che tra l’altro potrebbe essere in possesso anche di un’automobile.

La sua compagna afferma che quel giovane “le gironzolava attorno”; e che Milena ne fosse infastidita.

Vi sono poi due ragazzine che parlano di un altro giovane che, nell’ultimo periodo, si sarebbe fatto trovare spesso all’uscita della Scuola Svizzera. Un presunto spasimante che cercava di parlare con Milena.

La ragazzina scomparsa aveva quindi corteggiatori? Era forse infastidita da qualcuno? Milena non ne ha fatto parola con la famiglia, la quale afferma di essere all’oscuro di tutto.

L’attesa è tutta sul telefono di casa Sutter, dal quale il padre Arturo e la mamma Flora sperano di poter ricevere indicazioni per consegnare i cinquanta milioni richiesti dai sequestratori; e per riabbracciare al più presto la loro amata Milena.

Un abbraccio atteso anche dall’unico fratello di Milena, Aldo, che ha 11 anni e frequenta la stessa scuola della sorella.

Flavia Romana Pupillo

Leggi gli articoli Cronaca & Storia sul caso di Milena Sutter e Lorenzo Bozano

Foto: thanks to Agê Barros / Hayley Catherine (Unsplash)

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