Caso Sutter-Bozano /12

L’autopsia (controversa) sulla ragazzina sparita il 6 maggio 1971.

Gli accertamenti sul cadavere di Milena Sutter cominciano la notte stessa del ritrovamento della ragazzina senza vita, giovedì 20 maggio 1971.

Il corpo è stato trovato in mare, al largo della spiaggia di Priaruggia, Genova.

Milena era scomparsa il 6 maggio; a due settimane dalla sparizione, il rinvenimento del corpo senza vita.

Le due lunghe settimane, dalla scomparsa al ritrovamento del corpo

Il 20 maggio il corpo senza vita di Milena Sutter viene ritrovato.

A 300 metri dalla spiaggia di Priaruggia due giovani pescatori, Carlo Schenone e Gianpaolo Olìa, notano quello che inizialmente credevano essere un manichino.

Ben presto però i due pescatori comprendono che si tratta di un cadavere.

Una catenina con un cuoricino e sopra inciso il nome “Milena” lascia poco spazio ad ulteriori dubbi.

Si tratta di Milena Sutter, 13 anni, scomparsa il 6 maggio dopo essere uscita da scuola, intorno alle 17.

La ragazza all’uscita della Scuola Svizzera, dove frequentava la terza media, si è diretta verso la stazione degli autobus per far rientro a casa.

Da quel preciso momento le sue tracce si perdono.

Dopo giorni di interminabile attesa, caratterizzati da chiamate continue a villa Sutter, in cui sciacalli chiedevano un riscatto in denaro promettendo prove di Milena viva, arriva l’angosciante notizia del ritrovamento di un corpo.

ritrovamento corpo Milena

Il dentista e il pediatra della tredicenne confermano che si tratta di Milena Sutter.

Gli incaricati a compiere l’autopsia sul corpo della giovane sono il professor Aldo Franchini, direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Genova, e i periti settori professor Chiozza e professor La Cavera.

I nodi sul caso da sciogliere

Subito dopo la scoperta del corpo iniziano gli accertamenti.

Sono tre i punti focali su cui concentrarsi per riuscire a comprendere le dinamiche di questa triste vicenda.

Il primo quesito riguarda la tempistica del delitto.

É necessario stabilire quanto tempo il corpo sia rimasto in mare: in rapporto ai primi rilievi, sembrerebbe che la salma si trovi in acqua da circa due settimane; arco temporale che in effetti coincide con la scomparsa di Milena.

A confermare l’ipotesi che il cadavere sia rimasto nelle acque del Mar Ligure per quattordici giorni sono i resti di cibo trovati nello stomaco della ragazza.

I residui di cibo sembrano essere compatibili con l’ultimo pasto certo consumato da Milena il giorno della scomparsa.

La digestione era quindi incompleta quando il cuore della vittima ha smesso di battere.

Per questo motivo si presume che la giovane Sutter sia venuta a mancare il giorno stesso della sua scomparsa, in un lasso di tempo che va tra le 17.30 e le 19.30.

Secolo XIX, 22 maggio 1971

Il secondo quesito riguarda le cause della morte di Milena Sutter.

Sin dai primissimi accertamenti, il direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Genova, il professore Aldo Franchini, e i periti settori Chiozza e La Cavera, escludono l’annegamento come causa di morte.

Si considera inverosimile tale causa per via dell’assenza di acqua nei polmoni della vittima.

Inoltre, non emergono lesioni attribuibili a colpi di arma bianca o da fuoco. É possibile allora che si sia trattato di  una soppressione meccanica del corpo, come lo strozzamento?

Circa questo aspetto il Secolo XIX, in un articolo del 22 maggio 1971, scrive: “Non pare molto probabile lo strangolamento, anche se sul collo sarebbero state ravvisate due macchie piuttosto lievi.

Sempre gli stessi giornali dell’epoca scrivono che lo strozzamento sembrerebbe da escludere in quanto le cartilagini del collo della vittima risulterebbero intatte.

Escluso lo strozzamento, l’annegamento e l’utilizzo di armi si ipotizza il soffocamento.

Soffocamento che può essere stato causato o da un colpo a mano aperta sul collo, che avrebbe interrotto il flusso del sangue nella vena giugulare, oppure ostacolando le vie respiratorie di naso e bocca.

Nel primo caso si tratterebbe, come riporta il Secolo XIX in un articolo del 28 maggio 1971, di una mossa di karatè o di una tecnica militare.

Ipotesi un po’ azzardata ma che troverà eventuale conferma o smentita una volta che gli esami dell’autopsia saranno completati. A tal proposito il professor Franchini richiede al magistrato 30 giorni di tempo per completare l’autopsia.

La seconda modalità di soffocamento riguarda l’ostruzione delle vie respiratorie, ad esempio tappando il naso e la bocca della vittima.

Infine un’ulteriore ipotesi avanzata è quella del collasso. Una morte naturale dunque, generata da un forte spavento o emozione.

Seppur improbabile – a detta dei medici, secondo quanto scrivono i giornali genovesi – quest’ultima modalità considerata la giovane età della vittima, anche questa opzione necessita di verifica insieme alle altre.

Chi ha avvicinato Milena, e in che modo?

L’assenza di tracce di violenza sessuale, lesioni craniche e colpi d’arma – da fuoco o bianca – spinge ad interrogarsi su come Milena Sutter; sia morta ma anche cosa sia successo giovedì 6 maggio.

La mancanza di ecchimosi estese o lividi suggerisce che non ci sia stata una violenta colluttazione.

Dunque l’ipotesi che Milena sia stata rapita in pieno giorno senza che nessuno abbia visto nulla e senza l’uso della violenza, lascia non poche perplessità.

Altro ragionevole dubbio riguarda la probabilità che una sola persona sia riuscita ad avere il sopravvento su una giovane robusta e atletica come Milena, senza ricorrere alla violenza e senza essere vista.

L’ipotesi che va delineandosi è quindi che sia stato utilizzato qualche mezzo per indebolire la capacità di reazione di Milena.

I giornali del tempo parlano di un tampone d’etere.

Questa supposizione è difficile da verificare sia a causa della volatilità della sostanza sia per la lunga permanenza del corpo in mare.

Le ricostruzioni possibili per il giorno della sparizione di Milena sono due:

  • Uno sconosciuto attira Milena con una scusa e quando la giovane comprende l’inganno cerca di scappare. Lo sconosciuto a questo punto o colpisce a morte la giovane oppure la soffoca.
  • L’altra opzione vede Milena recarsi ad un appuntamento o incontrarsi con un suo conoscente. Per qualche motivo la giovane tenta di allontanarsi da questa persona ma ne rimane vittima. Oppure Milena viene colta da un malore improvviso che la fa collassare.

Il movente dell’omicidio di Milena Sutter

Dopo i quesiti su cosa sia successo e come sia avvenuta la morte di Milena, resta da trovare un’altra risposta a una domanda cruciale: perché?

Che motivo può spingere una persona a fare del male ad una ragazza di appena 13 anni?

Secondo il pensiero dei giornali genovesi dell’epoca, si tratta di omicidio gratuito.

Come riprende il Secolo XIX in un articolo del 22 maggio 1971: “Per quanto si riferisce alle motivazioni del delitto, il breve intervallo fra il prelevamento della vittima e la sua soppressione può lasciare pensare anche all’omicidio gratuito per eccellenza”.

Il giornale continua fornendo una spiegazione: “All’azione cioè di un sadico che ad un certo momento non abbia avuto altro impulso all’infuori di uccidere”.

Altro movente preso in considerazione vede all’origine del caso un impulso sessuale.

Ipotesi di certo inquietante, ma da valutare con attenzione. Può darsi quindi che un individuo abbia fatto delle avances a Milena?

Il rifiuto della ragazza può aver generato nell’individuo un senso di frustrazione e rabbia tale da culminare con l’uccisione di Milena?

E se questo non fosse stato un omicidio, perché gettare il corpo di Milena in mare? Se non ci fosse dolo nella dipartita di Milena e si fosse trattato di un malore, per quale motivo cercare di far sparire la salma?

Tanti dubbi e poche risposte. L’unica certezza è che Milena Sutter non c’è più. Mancava da casa da due settimane e tutta Genova prima e tutta l’Italia poi hanno sperato in un lieto fine.

Ogni desiderio di ritrovare Milena sana e salva è naufragato dopo aver recuperato il suo corpo a largo di Priaruggia.

L’unico accusato per la sparizione di Milena Sutter resta per ora Lorenzo Bozano.

Secolo XIX, 22 maggio 1971

L’ipotesi accusatoria è quella di rapimento con scopo di riscatto o con fini di libidine.

Saranno i medici legali a cercare di far emergere quali verità cela il corpo di Milena. Alla fine stendono una perizia che si presta a parecchie critiche, anche in sede giudiziaria.

Sulle cause, il giorno e l’ora, e le modalità della morte di Milena Sutter, tuttavia, i dubbi permangono ancora oggi. Tant’è che la perizia dei professori Franchini e Chiozza viene considerata senza fondamento scientifico nel libro Il Biondino della Spider Rossa.

Flavia Romana Pupillo 

Photo: thanks to Mourad Saadi (Unsplash) and Brad Helmink (Unsplash).