La preziosa testimonianza della criminologa che ha periziato Lorenzo Bozano, nel settimo episodio del podcast true crime.
Il giornalista Maurizio Corte ha tirato fuori l’asso nella manica nell’episodio bonus del podcast Il Colpevole Perfetto: un’intervista alla criminologa e psicologa giuridica Laura Baccaro.
La professionista è la massima esperta nel suo campo del delitto Sutter, avendo anche periziato nel 2015 Lorenzo Bozano.
In questa puntata, la criminologa condivide la sua professionalità sul campo, rivelando i retroscena della personalità di Bozano.
Le osservazioni della psicologa sono basate anche su test psicologici somministrati al colpevole ufficiale dell’omicidio della giovane Milena, trovata senza vita nelle acque genovesi nel 1971.
LAURA BACCARO
Laura Baccaro è una psicologa e criminologa con competenze in psicologia giuridica. È anche un mediatore civile professionista, oltre che mediatore familiare, docente e formatrice qualificata.
Al momento, ricopre il ruolo di giudice onorario presso il Tribunale di sorveglianza di Venezia, in qualità di esperto.
Nel dettaglio, la psicologa si dedica alla consulenza e agli interventi criminologici all’interno dell’iter giudiziario, offrendo supporto alle vittime e programmi di trattamento per gli autori di reato.
Il suo lavoro si focalizza in particolare su casi di violenza e maltrattamento nelle relazioni affettive, abusi e violenze sessuali, stalking e cyberviolenze.
L’EPISODIO BONUS DEL PODCAST “IL COLPEVOLE PERFETTO”
Nel settimo episodio del podcast true crime dedicato al caso Sutter-Bozano, Maurizio Corte ha registrato un documento importante: un’intervista alla psicologa e criminologa Laura Baccaro.
L’intervista alla criminologa spazia lungo diversi episodi della vita di Bozano, concentrandosi su uno degli aspetti più emblematici di questo caso di cronaca nera: la sovrapposizione tra la verità dei fatti, la narrazione dei media e lo storytelling giudiziario.
Questa convergenza di narrazioni ha, nel corso degli anni, oscurato il Lorenzo Bozano persona e, d’altra parte, messo in luce il suo personaggio, il colpevole perfetto.
Lorenzo Bozano: il biondino della spider rossa
Lorenzo Bozano viene arrestato il 20 maggio 1971, per il rapimento e l’omicidio di Milena Sutter. La ragazza di tredici anni era scomparsa il 6 maggio ed era stata ritrovata due settimane dopo nelle acque di Genova.
Quattro anni dopo, nel 1975, gli anni processuali culminano con la condanna all’ergastolo per Bozano. Alla base dell’esito giudiziario una narrazione che lo presenta come il colpevole perfetto di questo complesso piano criminale: rapimento, uccisione, occultamento del cadavere — perfino in più tempi — infine richiesta di riscatto.
Si tratta di una catena di azioni criminali complessa, che per di più si realizza in poche, pochissime ore.
Cerchiamo allora di capire, con l’aiuto dell’apporto professionale di Laura Baccaro, se il Lorenzo Bozano persona coincide con questo lucido criminale emerso dalle aule di tribunale.
LORENZO BOZANO: UOMO E PERSONAGGIO
Lorenzo Bozano è stato presentato da media e giudici come un lucido assassino, un maniaco sessuale, ma anche come un pasticcione incostante. Chi era quindi davvero Lorenzo Bozano da un punto di vista psicologico e criminologico?
Secondo Laura Baccaro per rispondere alla domanda bisogna partire da un presupposto: la distinzione tra il personaggio mediatico e la persona reale.
Il problema è che negli anni, il personaggio dei media e dei processi ha preso il sopravvento sull’uomo, anche per colpa dello stesso Bozano. Infatti, come sottolinea la Baccaro, era tipico di Lorenzo il voler apparire, rendendosi forse il peggior narratore e avvocato di se stesso.
Nonostante ciò, secondo la criminologa, Bozano possedeva un’intelligenza notevole, ma allo stesso tempo con una significativa lacuna: mancava di organizzazione e pianificazione, soprattutto nel lungo termine.
IL COLPEVOLE PERFETTO: L’IDENTIKIT IMMUTATO
Nel corso dei decenni, la rappresentazione di Lorenzo Bozano è rimasta invariata: dalle condanne alle sentenze, infatti, l’immagine dell’uomo non è mai cambiata.
Questo fatto evidenzia quanto la narrazione mediatica abbia offuscato altri aspetti della personalità di Bozano.
Di conseguenza, è difficile delineare con precisione chi era davvero Lorenzo Bozano, soprattutto dopo gli anni di carcere: anni che hanno profondamente influenzato la sua psiche, aggravando le fragilità già presenti a causa della difficile infanzia.
LORENZO BOZANO: LE FRAGILITÀ DELL’INFANZIA
Lorenzo Bozano nasce a Genova il 3 ottobre 1945, in una famiglia benestante del quartiere di Albaro.
Figlio di Paolo Bozano, funzionario degli armatori Costa, e di Noris Agata Aulino, di umili origini, Lorenzo vive un’infanzia e un’adolescenza difficili, segnate dal divorzio dei genitori e da un rapporto conflittuale con il padre.
Laura Baccaro ci dice che Lorenzo è stato un bambino non voluto, costretto a convivere con un padre autoritario e poco disponibile sul piano affettivo.
Secondo la psicologa, Bozano ha cercato quindi fin dall’infanzia di proteggersi. Da un punto di vista psicologico, lo ha fatto nascondendo le sue manifestazioni emotive al padre.
Il difficile rapporto tra padre e figlio è emerso anche dopo il delitto, così come la complessa personalità di Paolo Bozano: infatti, il padre di Lorenzo è stato uno degli autori dell’immagine distorta e soggettiva del figlio, immagine poi ripresa dal giudice Noli.
In particolare, Paolo Bozano insisteva su tre aspetti principali per descrivere Lorenzo: la sua vita oziosa, il suo presunto appetito sessuale smisurato e i furti in casa. Inoltre, spesso dipingeva il figlio come un bugiardo capace di azioni crudeli.
Tuttavia, i professionisti già all’epoca hanno considerato questi giudizi eccessivi e basati su opinioni personali, e non su fatti oggettivi. Un’opinione condivisa anche da Laura Baccaro.
IL COLPEVOLE PERFETTO: LA COSTRUZIONE DEL MOSTRO
Il nome di Lorenzo Bozano è stato associato a termini forti e negativi nel corso degli anni, come “killer”, “maniaco sessuale” e “freddo calcolatore”.
Tuttavia, la criminologa sottolinea nel podcast che espressioni come “mostro” e “immondo individuo” non provengono dalle perizie psichiatriche o dalle valutazioni degli esperti in carcere. Infatti sono attribuzioni frutto di giudici e giornalisti.
Inoltre, spesso e volentieri questi termini non riflettono le accuse specifiche rivolte a Bozano rispetto l’omicidio di Milena Sutter.
Ad esempio, la criminologa ricorda che nell’autopsia della tredicenne non sono stati riscontrati segni di violenza sessuale. Eppure, dal suo arresto, Bozano è sempre stato etichettato come un maniaco sessuale.
Questa costruzione mediatica, nonché giudiziaria, ha contribuito a deformare l’immagine pubblica di Bozano, allontanandola dai fatti e dalle prove oggettive.
IL “CASO DI LIVORNO”: LORENZO COME MANIACO SESSUALE
Nel 1997 Lorenzo Bozano viene denunciato per molestie sessuali in un episodio noto come il “Caso di Livorno”.
In questa circostanza, fingendosi un poliziotto, Bozano ha perquisito una ragazza di circa quindici anni. La strana azione, notata da un’amica della quindicenne, ha presto portato ad una denuncia.
Come dobbiamo leggere il “Caso di Livorno”?
Innanzitutto, partiamo dalle parole di Bozano. Egli ha sempre giustificato l’episodio, affermando di aver agito perché sospettava che la ragazza avesse con sé della droga.
Questa scusa, se considerata valida, ci dice la psicologa, trova riscontro nel codice di legalità ben presente in Lorenzo Bozano, ereditato dal suo ambiente familiare.
Stando così i fatti, allora la criminologa rileva in questo episodio l’incapacità di Bozano di prevedere in modo chiaro le conseguenze delle sue azioni, non pensando alla lettura che gli altri avrebbero potuto fare dell’episodio.
Laura Baccaro nell’episodio bonus del podcast ci guida poi verso un’altra lettura, una versione criminologica e mediatica dell’episodio.
Innanzitutto, la psicologa sottolinea l’importanza di considerare la percezione della vittima quando si discute di molestie sessuali. In questo caso, la ragazza dichiara che Bozano non aveva manifestato un comportamento sessuale, ma aveva agito in modo neutro e distaccato, come farebbe un vero poliziotto.
La criminologa ci fa notare, inoltre, che nel “Caso di Livorno”, Bozano è stato perseguito solo per molestie sessuali. Gli inquirenti invece non hanno considerato il reato di “usurpazione di funzioni pubbliche” (art. 347 del Codice Penale).
Laura Baccaro conclude sottolineando un aspetto fin troppo evidente. Nel 1997 i media hanno sfruttato il “Caso di Livorno”: lo hanno fatto solo nella misura in cui serviva loro per rafforzare l’immagine di Bozano come maniaco sessuale e “mostro”.
LORENZO BOZANO: L’IMPACCIATO BUGIARDO
Per compiere la serie di azioni attribuite all’assassino di Milena Sutter, il colpevole doveva essere un freddo pianificatore: un bravo giocatore di scacchi, capace di organizzare, giustificare e prevedere in modo coerente le proprie mosse.
Al contrario, Lorenzo Bozano non è mai riuscito a riflettere a lungo termine sulle sue scelte, in modo lucido e coerente. A tal proposito la settima puntata del podcast riporta un curioso episodio.
Nel 2013, Bozano ha rifiutato l’assistenza di un’avvocata con un’ottima reputazione in tribunale, affermando di non voler essere associato a chi difendeva mafiosi. Questo rifiuto, come sottolinea Laura Baccaro, riflette:
- da una parte un certo codice di legalità, un tratto distintivo emerso più volte;
- dall’altra la sua incapacità di comprendere le implicazioni future delle sue scelte.
Non è tutto. Lorenzo Bozano non è mai riuscito a legittimare le sue azioni in modo logico e lineare, ricorrendo invece a improvvisate e impacciate bugie.
Un esempio significativo riportato nel podcast riguarda le spiegazioni per le sue soste davanti alla scuola Svizzera: Bozano ha sempre negato di essere stato lì, nonostante l’esistenza di prove contrarie.
Maurizio Corte, per esempio, ha trovato nel podcast una scusa molto più credibile e studiata. Bozano avrebbe potuto dire che si fermava a guardare le ragazze più grandi — quindi di un’età diversa da quella di Milena — tra cui una che conosceva tramite il lavoro dello zio.
Sulle bugie di Bozano, Laura Baccaro torna a parlare dell’incapacità di pianificazione a lungo termine di Lorenzo, sostituita piuttosto dall’impulsività.
PROFILO CRIMINOLOGICO: LORENZO BOZANO POTEVA ESSERE IL COLPEVOLE PERFETTO?
Alla fine di questa puntata bonus del podcast, Maurizio Corte pone a Laura Baccaro la domanda cruciale: il profilo psicologico e criminologico di Lorenzo Bozano è compatibile con i crimini commessi nel delitto Sutter?
Per rispondere la criminologa ritorna sul “Caso di Livorno”, un’occasione in cui Bozano non è stato nemmeno in grado di gestire in modo coerente un episodio di presunta molestia sessuale.
Questo episodio secondario, secondo la psicologa giuridica, indica che Bozano non aveva le capacità necessarie per orchestrare la complessità del caso Sutter, né dal punto di vista pratico né psicologico.
Dal punto di vista pratico, infatti, Bozano non disponeva di un luogo adeguato dove nascondere Milena. E nemmeno per occultare il corpo in posizione orizzontale, come l’autopsia ha evidenziato.
Sul piano psicologico, invece, Bozano non possedeva innanzitutto la capacità di gestire lo stress. Questa mancanza, combinata con la sua limitata predisposizione alla pianificazione, avrebbe reso difficile per lui sostenere la pressione e l’organizzazione per eseguire un piano criminale complesso.
Per di più, la pressione mediatica sarebbe stata insostenibile per lui, influendo ulteriormente sulle sue scarse capacità organizzative e di programmazione.
Al contrario, la narrazione giudiziaria ha presentato l’assassino di Milena come un individuo che, dopo aver commesso l’omicidio, ha eseguito un piano meticoloso e quasi perfetto.
Conclusione: il settimo episodio di “Il Colpevole Perfetto”
L’episodio bonus del podcast esegue una riflessione approfondita sul profilo psicologico e criminologico di Lorenzo Bozano: in particolare, l’intervista mette in luce le incongruenze tra le incapacità di eseguire compiti complessi e lunghi di Bozano e il piano criminale del caso Sutter.
Laura Baccaro, infatti, attraverso l’analisi del “Caso di Livorno” e altre evidenze, nel corso della puntata, sottolinea l’incapacità di Bozano di pianificare e gestire situazioni stressanti.
Questo, unito alla mancanza di risorse pratiche e logistiche, dipinge un quadro di una persona impreparata e inadeguata ad eseguire un crimine complesso, come appare il delitto Sutter nella narrazione giudiziaria.
La criminologa sottolinea inoltre la discrepanza tra l’immagine pubblica di Bozano — costruita dai media come un maniaco sessuale e un “mostro” — e la realtà del suo comportamento.
Queste osservazioni aprono una riflessione su come l’opinione pubblica, i media e la narrazione giudiziaria possano a volte distorcere la percezione della verità, che sia per volontà o per difetto.
In conclusione, l’episodio pone una domanda pesante: è possibile che Bozano sia stato ingiustamente etichettato e condannato per un crimine che, secondo il suo profilo psicologico e criminologico, potrebbe non aver avuto la capacità di commettere?
Questa è una questione che rimane aperta, lasciando spazio a ulteriori indagini e riflessioni su uno dei casi più controversi della storia della cronaca nera e giudiziaria italiana degli anni settanta.
Anna Ceroni
Agenzia Corte&Media
Data di pubblicazione: 24.08.2024
“Il Colpevole Perfetto”: dove ascoltare il podcast
Al podcast è dedicato un articolo — con relativo rinvio a Spreaker per l’ascolto degli episodi — sul blog Il Biondino della Spider Rossa.
È possibile ascoltare, a titolo gratuito, il podcast su queste piattaforme online di podcasting:
Laura Baccaro: l’esperta del caso Sutter-Bozano
Laura Baccaro insieme al giornalista Maurizio Corte ha scritto un libro sul caso Sutter-Bozano, “Il biondino della spider rossa: Crimine, giustizia e media“.
Inoltre, su questo blog potete trovare alcuni articoli scritti dalla criminologa e psicologa giuridica su questo caso di cronaca nera, come:
La video intervista: I Gialli di FIR
Intervista alla criminologa Laura Baccaro
Autrice e copywriter. Laureata magistrale cum laude in Editoria e Giornalismo, ama analizzare e divulgare crimini e ingiustizie di ogni tipo: dai misfatti di Hollywood ai reati ambientali.


